Inquinamento: la salute dei neonati è a rischio
L’inquinamento ambientale ed i cambiamenti climatici hanno un impatto negativo sulla salute dei bimbi appena nati e già durante la gravidanza
Siamo ormai da giorni dominati da una tenace alta pressione che mantiene il tempo stabile, prevalentemente soleggiato ma sta determinando anche un graduale innalzamento dei livelli di inquinamento nelle nostre città. Secondo stime dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, oltre il 90% della popolazione urbana è esposta a livelli di particolato fine superiori ai limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
In occasione del XXX Congresso Nazionale che si è tenuto a Pavia dal 29 al 31 ottobre, la Società Italiana di Neonatologia ha ribadito la necessità di interventi per garantire città più sostenibili e sicure a tutela della salute di neonati e bambini. L’inquinamento ambientale ed i cambiamenti climatici hanno un impatto negativo sulla salute dei neonati, già durante la gravidanza, con effetti che possono protrarsi a lungo termine nei bambini. La categoria dei bambini è particolarmente suscettibile agli effetti nocivi dell’esposoma urbano, ovvero l’insieme dei fattori ambientali a cui coloro che vivono nelle città sono esposti nel corso della propria vita: combinati con variabili sociali, comportamentali e biologiche, possono avere un impatto significativo sulla salute.
L’esposizione all’inquinamento può iniziare già in utero, con conseguenze potenzialmente gravi sia nel breve che nel lungo termine. Alcuni degli effetti includono natimortalità, prematurità, basso peso alla nascita, riduzione dell’allattamento al seno, malattie polmonari, cardiovascolari e neurologiche, fino a un aumento del rischio di paralisi celebrale. L’elevata frequenza respiratoria e l’immaturità fisiologica degli organi in via di sviluppo rendono i neonati più vulnerabili agli inquinanti rispetto agli adulti. Allo stesso modo, l’immaturità dei meccanismi di termoregolazione li rende particolarmente sensibili alle temperature estreme, una delle conseguenze del cambiamento climatico.
“L’esposizione prenatale all’inquinamento atmosferico comporta una persistente perdita di salute anche a bassi livelli di concentrazione e spesso impiega anni per manifestarsi pienamente. Per nascere e crescere sani sono necessari interventi concreti e condivisi in grado di garantire città ed ambienti più sostenibili e meno esposti ad agenti inquinanti e nocivi, come indicato anche nell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goal – SDG 11) promosso dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Per ridurre l’inquinamento dell’aria e quello acustico e contribuire ad abbassare le temperature, un primo passo potrebbe essere quello di implementare la presenza di parchi, giardini pensili ed orti urbani, che promuovono anche uno stile di vita attivo, contrastando la sedentarietà. Solo con un impegno collettivo sarà possibile affrontare le sfide attuali e garantire un futuro urbano sostenibile, equo e vivibile per le generazioni future, favorevole alla loro crescita e al loro sviluppo in salute” ha affermato il dott. Luigi Orfeo, Presidente della Società Italiana di Neonatologia in occasione del Congresso.
“Non c’è più tempo da perdere. Per questo, insieme ad altre 35 Società Scientifiche ed Associazioni dell’area pediatrica, di cui è capofila la Società Italiana di Pediatria, a settembre di questo anno, con il progetto AMBO, Alleanza per un Ambiente a Misura di Bambino, abbiamo preso un impegno nei confronti dei nostri neonati e delle loro famiglie: collaborare per garantire loro un futuro migliore, più sostenibile e più sicuro per la salute” ha aggiunto il Prof. Fabio Mosca, Presidente della Commissione SIN-Safe.
Secondo dati UNICEF, ogni settimana in Europa e Asia Centrale oltre 90 bambini sotto l’anno di età muoiono per cause legate all’inquinamento atmosferico. L’UNICEF raccomanda che ogni bambino, indipendentemente dall’area della città in cui vive, abbia accesso ad uno spazio verde pubblico sicuro e accogliente ad una distanza facilmente raggiungibile a piedi. Uno studio di ricercatori spagnoli pubblicato nel 2022, ha messo a punto una nuova linea guida, nota come la regola “3-30-300”, secondo la quale ogni persona dovrebbe poter vedere almeno 3 alberi dalla propria casa, vivere in un quartiere con una copertura arborea del 30% e avere accesso ad uno spazio verde di qualità entro 300 metri. La progettazione di città sostenibili richiede la cooperazione attiva tra governi, istituzioni e cittadini, investendo in soluzioni ambientali che riducano l’inquinamento, mitighino il cambiamento climatico, aumentino gli spazi verdi e tutelino la salute pubblica.