Inquinamento

Inquinamento luminoso: negli anni vedremo sempre meno stelle. Lo studio

11 anni di ricerche hanno coinvolto 51351 persone, distribuite in 19262 località di tutto il mondo. A rischio anche gli osservatori astronomici

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Science, tra il 2011 e il 2022 ci sono state delle forti riduzioni globali della visibilità delle stelle determinate dall’inquinamento luminoso. Si riteneva che la luminosità della superficie dovuta alle luci artificiali aumentasse di circa il 2 % all’anno ma da questa nuova analisi, realizzata al suolo e non dal cielo con i satelliti, risulta che l’aumento è del 9,6 % all’anno. Allo studio durato 11 anni, hanno partecipato 51351 persone distribuite in 19262 località di tutto il mondo attraverso il programma Globe at Night sulla visibilità delle stelle a occhio nudo. Il risultato è stato poi analizzato da un gruppo internazionale di scienziati diretto dal tedesco Christopher Kyba.

Foto di Evgeni Tcherkasski da Pixabay

L’aiuto delle persone è stato determinante: “citizen science” la “scienza dei cittadini” è il termine utilizzato per indicare un’attività scientifica che può essere compiuta da chiunque, a prescindere dal proprio curriculum. Per portare avanti le loro ricerche, gli studiosi hanno infatti bisogno di una grande quantità di dati e informazioni che spesso non riescono a raccogliere da soli; attraverso appositi progetti si rivolgono così alla gente comune chiedendo collaborazione, come avvenuto in questo caso: partecipando a Globe at Night le persone dovevano misurare il grado di illuminazione del cielo e inviare i dati raccolti al sito della Nasa attraverso il proprio computer o smartphone.

Foto di Xpics da Pixabay

Il bagliore artificiale del cielo notturno è una forma di inquinamento luminoso; il suo cambiamento globale nel tempo non è ben noto. Gli sviluppi nella tecnologia dell’illuminazione complicano qualsiasi misurazione a causa dei cambiamenti nelle pratiche di illuminazione e negli spettri di emissione. Abbiamo studiato il cambiamento della luminosità del cielo globale dal 2011 al 2022 utilizzando 51351 osservazioni di citizen scientist sulla visibilità stellare ad occhio nudo. Il numero di stelle visibili è diminuito di una quantità che può essere spiegata da un aumento della luminosità del cielo dal 7 al 10 % all’anno nella banda visibile umana. Questo aumento è più rapido delle variazioni delle emissioni indicate dalle osservazioni satellitari. Attribuiamo questa differenza ai cambiamenti spettrali nell’emissione di luce e all’angolo medio di emissione di luce“.

Foto di Pexels da Pixabay

L’aumento, secondo gli analisti, non sarebbe dovuto soltanto all’incremento delle luci artificiali ma ad almeno altri due fattori. Gli strumenti a bordo dei satelliti sono più sensibili alle luci rivolte direttamente verso l’alto, ma sarebbero invece le luci orizzontali le maggiori responsabili della luminosità diffusa. Questo tipo di luci sono aumentate con l’incremento del numero e della potenza luminosa delle pubblicità, delle vetrine, delle insegne e della luce delle case che filtra dalle finestre. Un altro importante fatto è stato il passaggio per l’illuminazione stradale dalle lampade a vapori di sodio che emettevano una luce giallo-arancio, ai led che emettono una luce bianca-bluastra. Le lampade a led consentono un grande risparmio energetico e durano più a lungo ma emettono luce più fredda a una lunghezza d’onda tra 400 e 500 nanometri. Questa lunghezza d’onda è quella che viene diffusa maggiormente dall’atmosfera.

Foto di carloyuen da Pixabay

L’occhio umano è più sensibile di notte a queste lunghezze d’onda e potrebbe essere una delle ragioni della discrepanza tra quanto misurato dai satelliti e quanto percepito dagli osservatori a terra. Questa situazione determina problemi anche per gli osservatori astronomici. Il 20 dicembre 2022 un gruppo internazionale guidato dal fisico Fabio Falchi, dell’Istituto di scienza e tecnologia dell’inquinamento luminoso di Thiene (Vicenza) ha pubblicato uno studio on-line su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society sull’inquinamento luminoso che incomincia a rappresentare un problema anche per i 28 più grandi osservatori astronomici. Di questi, solo 7 avrebbero una visibilità zenitale naturale incontaminata; il miglior punto per osservare il cielo si trova in Namibia in un lodge nel deserto che mette anche a disposizione sette telescopi agli amanti delle osservazioni e delle fotografie del cielo notturno.

Foto di Josep Monter Martinez da Pixabay

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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