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Inquinamento, la Pianura Padana è tra le zone con la più alta mortalità in Europa: i dati e i fattori in gioco

Alcuni dei principali centri padani sono tra le città europee con più morti che avrebbero potuto essere evitate rispettando i limiti imposti dall'OMS. Colpa delle emissioni, ma anche della particolare conformazione del bacino padano

Uno studio sulle morti premature dovute all’inquinamento ha evidenziato che tra le zone dell’Europa che piangono più vittime c’è la Pianura Padana. La ricerca è stata condotta dagli scienziati dell’Università di Utrecht, del Global health institute di Barcellona e del Tropical and public health institute svizzero.
I risultati, pubblicati sulla rivista The Lancet Planetary Health, sono allarmanti: Brescia e Bergamo dominano la classifica delle città europee con più morti provocate da polveri sottili (in particolare Pm 2,5) prevenibili, ovvero le vittime che avrebbero potuto essere evitate seguendo le linee guida dell’Oms. Secondo i dati resi noti dallo studio, Brescia potrebbe evitare 232 decessi all’anno, 137 Bergamo. Tra le prime dieci città ci sono anche Vicenza (al quarto posto) e Saronno (all’ottavo).

In Pianura Padana ci sono anche due delle città europee con la più elevata mortalità da biossido di azoto (NO2), ovvero Milano e Torino, che in questa triste classifica figurano rispettivamente al quinto e al terzo posto. In testa c’è Madrid, seguita dalla belga Anversa, al quarto posto Barcellona.

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Crediti: The Lancet

I comuni di Brescia e Bergamo hanno sottolineato che i dati analizzati dai ricercatori non sono aggiornati, ma l’inquinamento resta un problema vitale per la Pianura Padana

Il Comune di Bergamo ha rilasciato un comunicato stampa che sottolinea anche la «necessità di una strategia integrata per l’intero bacino padano».
Il Comune ha scritto che lo studio «si avvale di dati vecchi di diversi anni, almeno 6 anni, visto che si riferisce al database del 2015» e «non usa in apparenza dati sanitari, ma è di tipo modellistico», indica cioè «il numero teorico calcolato matematicamente di decessi evitabili se si adottassero limiti di legge sempre più bassi». L’amministrazione ammette che «la qualità dell’aria di Bergamo non è certamente esente da critiche», ma sottolinea che «i recenti monitoraggi sulla qualità dell’aria eseguiti dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente hanno evidenziato il miglioramento progressivo e costante». Nel comunicato, il Comune di Bergamo evidenzia anche la necessità di una «strategia integrata a 360 gradi, multisettoriale, che deve essere applicata alla scala territoriale del bacino padano intero, come l’accordo in essere tra le regioni ha definito». Ed per questo ritiene «fondamentale dare applicazione il prima possibile, compatibilmente con la gestione della pandemia, a tutte le forme di incentivi e disincentivi volte a favorire una transizione ambientale ampia: sostegno del trasporto pubblico, disincentivo all’uso di mezzi inquinanti, bonus 110, rinnovo caldaie, regolamentazione delle pratiche agricole».

Anche il Comune di Brescia ha sottolineato che i dati relativi alle vittime dell’inquinamento non sono recenti. Il sindaco Emilio Del Bono ha detto che negli ultimi anni la situazione ha subito un graduale e costante miglioramento: «Lo dicono i dati contenuti nel primo rapporto dell’Osservatorio Aria Bene Comune – ha sottolineato -, pubblicato lunedì 18 gennaio. È questo il documento più recente e completo sulla qualità dell’aria nella nostra città e sui suoi effetti sulla salute». Secondo il primo cittadino bresciano la ricerca dell’Università di Utrecht fotografa «una realtà non attuale, ed è uno studio modellistico, il cui obiettivo principale è quello di sottolineare l’importanza di adottare dei valori limite sempre più bassi per ridurre la mortalità generale e non di rilevare la mortalità reale nel territorio. Infatti, riporta il numero teorico calcolato matematicamente di decessi evitabili se si adottassero limiti di legge sempre più bassi».
«Il Comune di Brescia – ha concluso Del Bono – , pur rispettando il lavoro svolto dagli studiosi olandesi, ritiene di essere andato più avanti, sia negli studi, sia nelle politiche volte a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo».

La Pianura Padana è una delle zone più inquinate del mondo, sfavorita anche dalla sua conformazione

L’inquinamento in Pianura Padana è sicuramente determinato dalle elevate emissioni, che tuttavia in realtà sono paragonabili a quelle di altre aree sviluppate. Come spiega la meteorologa e climatologa Serena Giacomin, «i fattori orografici e meteorologici contribuiscono in modo significativo alle elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici che fanno della Pianura Padana una delle zone più inquinante d’Europa. Il catino padano è circondato dalla catena montuosa alpina che influenza il regime dei venti, la cui intensità risulta generalmente molto debole».

Anche le condizioni meteo sono un fattore importante, perché spesso prevale la stabilità atmosferica. Come spiega Giacomin, «queste condizioni, tipiche del semestre invernale in caso di alta pressione, hanno origine dal fenomeno meteorologico dell’inversione termica. Si modifica così la circolazione locale dell’aria, in particolare i moti verticali: l’aria più fredda degli strati bassi, più densa e pesante, non può sollevarsi verticalmente oltre la quota dell’inversione e resta intrappolata nei bassi strati. In questo modo si crea un vero e proprio tappo, che impedisce il ricambio d’aria e determina un accumulo degli inquinanti in prossimità del suolo».

Anche il ministro dell’Ambiente ha sottolineato l’importanza di «misure strutturali nel Bacino Padano»

Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha annunciato che tra le priorità c’è quella di «incontrare gli assessori delle Regioni del Bacino Padano per affrontare insieme in modo strutturale il problema del miglioramento della qualità dell’aria, rispondendo così alla loro richiesta di vederci, anche alla luce del Piano nazionale di ripresa e resilienza».

La lotta all’inquinamento atmosferico, sottolinea in una nota il Ministero, «si fa su più fronti e su questo dobbiamo lavorare, puntando su interventi a tutto tondo, dall’energia ai trasporti al sistema produttivo».

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Valeria Capettini

Iscritta all'ordine dei Giornalisti, faccio parte della squadra di Meteo Expert dal 2016: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

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