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Inquinamento, grave l’impatto del riscaldamento: il nuovo sistema per misurarlo è Made in Italy

L’inquinamento atmosferico è responsabile di circa 400mila morti premature e i sistemi di riscaldamento domestico sono tra i principali responsabili

Nessuna tregua dall’emergenza inquinamento: anche ieri la concentrazione di PM10 nell’aria è stata oltre la soglia in molte località italiane, comprese le città di Milano e Torino, dove addirittura il livello di polveri sottili registrato dall’Arpa era più che doppio rispetto alla soglia limite indicata dalla legge. Nei mesi invernali, a pesare in modo particolarmente grave sulla qualità dell’aria che respiriamo sono i sistemi di riscaldamento, che contribuiscono all’inquinamento delle zone abitate con massicce quantità di polveri sottili, con conseguenze gravissime anche sulla salute delle persone.

I numeri sono spaventosi

L’inquinamento atmosferico è responsabile di circa 400mila morti premature, con costi per la salute compresi fra i 330 e i 950 miliardi di euro ogni anno in Europa. Oltre il 60% della popolazione urbana dell’Ue è esposta a livelli di particolato al di sopra delle linee guida dettate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e le caldaie a biomassa, così come gli altri sistemi di riscaldamento domestico, sono i principali responsabili.

Per misurare gli inquinanti emessi da stufe, caminetti e caldaie a biomassa, in Italia è stato messo a punto un innovativo sistema di misurazione che punta a diventare uno standard a livello europeo. Il progetto è stato realizzato da ENEA e Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria.

inquinamento riscaldamento
Foto: ENEA

«I moderni apparecchi domestici sono molto più efficienti per prestazioni e impatto ambientale rispetto al passato, ma la combustione di biomasse rimane una fonte importante di particolato ai danni della qualità dell’aria», spiega Francesca Hugony del Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica dell’ENEA: «solo in Italia più del 90% del PM10 generato dal settore riscaldamento domestico deriva proprio dai piccoli apparecchi a legna».

Come si misura l’inquinamento generato dai sistemi di riscaldamento?

«Finora, per misurare le emissioni di particolato sono stati usati metodi diversi e, a volte, dai risultati contrastanti, generando confusione sul mercato – osserva Hugony -. Per questo stiamo lavorando, assieme ad altri 17 partner europei, a un metodo standard di misurazione, applicabile a tutti i tipi di stufe e caldaie a biomassa. Questo sistema dovrà dare risultati ripetibili con un’accuratezza tracciabile e garantita; non solo, dovrà fornire al consumatore informazioni affidabili sulle caratteristiche emissive di un particolare apparecchio o caldaia».

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Foto: ENEA

Il sistema progettato consiste in una “camera di diluzione” in cui il gas di combustione viene miscelato con aria secca, filtrata e preriscaldata a una temperatura costante di 35-40° C. Il campionamento è gestito da remoto, attraverso un software di controllo che garantisce, a differenza degli altri sistemi di misura, la replicabilità dei parametri operativi. I test sono stati condotti su una stufa a pellet dalla potenza nominale di 8 kW, con emissioni stabili.
Questa attività fa parte del progetto Ue “IMPRESS II – Metrology for Air Pollutant Emissions”, che si occupa di sviluppare metodi di analisi e misura di alcuni inquinanti atmosferici. Il sistema realizzato in Italia è stato inviato ad altri tre laboratori europei specializzati in quest’ambito: il coordinatore del progetto INERIS (Institut national de l’environnement industriel et des risques), DTI (Danish Technological Institute) e RISE (Research Institutes of Sweden). Per questa seconda fase, i test sono stati condotti anche su stufe a legna di piccola taglia.

Cosa succede adesso?

«Il prossimo passo sarà rendere il nostro strumento di campionamento più maneggevole per commercializzarlo – spiega Hugony -; per questo candideremo questa tecnologia al prossimo bando ENEA “Proof of Concept”. Dopo di che lo proporremo come metodo da inserire nelle norme tecniche. Se dovesse passare come standard europeo, i potenziali acquirenti sarebbero soprattutto i laboratori certificati. Tuttavia, anche come solo sistema di diluizione potrebbe essere utile a università e centri di ricerca che conducono prove sperimentali sui sistemi di combustione. La Francia, ad esempio, è già interessata al nostro sistema di campionamento del particolato per alcuni settori produttivi. Mentre in Italia, in questa fase di sperimentazione, il Comune di Milano ha chiesto al nostro partner Innovhub di utilizzare il sistema di campionamento su un forno da pizzeria, per verificare le emissioni di particolato condensabile».

Valeria Capettini

Iscritta all'ordine dei Giornalisti, faccio parte della squadra di Meteo Expert dal 2016: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

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