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Smog e Indice Qualità dell’Aria: di chi fidarti per sapere cosa respiri?

Come leggere i dati sull'inquinamento dell'aria e la differenza tra concentrazioni giornaliere e IQA

Nelle ultime settimane, segnate dall’emergenza smog, un po’ tutti abbiamo avuto la curiosità di controllare le misurazioni quotidiane del livello di inquinamento dell’aria. Alcuni siti o pagine social hanno scelto di riportare i dati sulle concentrazioni dei principali inquinanti come PM10, PM2.5 o NO2 (il biossido di azoto), altri invece hanno pubblicato aggiornamenti sull’IQA, ovvero l’Indice di Qualità dell’Aria. Ma che differenza c’è?

Concentrazioni dei singoli inquinanti

Le stazioni fisse delle reti Arpa regionali misurano ogni giorno le concentrazioni medie giornaliere o la media mobile su 8 ore massima giornaliera dei principali inquinanti: dalle polveri sottili (PM10 e PM2.5) al biossido di azoto (NO2), dall’anidride solforosa (SO2) al monossido di carbonio (CO) e all’ozono (O3). La concentrazione dell’inquinante viene espressa con un numero seguito da “µg/m3“, ossia microgrammo (millionesimo di un grammo) per metro cubo d’aria analizzata, o mg/m3, ossia milligrammo (millesimo di un grammo) per metro cubo d’aria.

Per ogni inquinante la concentrazione limite è differente: per il PM10  la soglia limite giornaliera è di 50 µg/m3 da non superare più di 35 volte l’anno; per l’NO2 il valore limite è 200 µg/m3 da non superare più di 18 volte per anno civile; per SO2 il valori limite di 350 non dovrebbe essere superato più di 24 volte l’anno; il valore limite giornaliero del CO è di 10 mg/m3; il valore limite di O3 non dovrebbe superare una concentrazione di 120 µg/m3 per massima media mobile 8h giornaliera e i 180 per massima concentrazione oraria.

Inquinante e Indicatore di legge

Unità di misura

Valore limite

NO2

Valore limite orario: da non superare più di 18 volte per anno civile

µg/m3

200

PM10

Valore limite giornaliero: da non superare più di 35 volte per anno civile

µg/m3

50

O3

Valore obiettivo: massima media mobile 8h giornaliera

µg/m3

120

O3

Soglia di Informazione: massima concentrazione oraria

µg/m3

180

SO2

Valore limite orario:da non superare più di 24 volte per anno civile

µg/m3

350

CO

Massima media mobile 8h giornaliera

mg/m3

10

I valori limite sono state individuati dalla normativa D.Lgs. 155/2010, attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa.

Il dato rilevato dalle centraline Arpa viene pubblicato grezzo o viene validato e si riferisce, nella maggioranza dei casi, al giorno precedente e non alla situazione odierna né tanto meno a quella oraria.

L’indice di qualità dell’aria (IQA)

Altri soggetti, siano essi agenzie statali o media, preferiscono usare uno strumento alternativo per comprendere in un colpo d’occhio lo stato dell’inquinamento atmosferico e il suo potenziale impatto sulla salute: l’Indice di Qualità dell’Aria (IQA). Questo indicatore viene elaborato sulla base della concentrazione dei principali inquinanti (PM10, PM2.5, O3, NO2 e SO2). Non esiste però un modo univoco per definire un tale indice. L’indice di qualità dell’aria può infatti seguire formule diverse, differenti anche da Paese a Paese, e può basarsi su concentrazioni misurate, stimate o previste degli inquinanti.

Ad esempio esiste l’European Air Quality Index che viene calcolato a cadenza oraria sulla base dei dati grezzi delle migliaia di centraline degli Stati dell’UE. In questo caso l’indice riportato si riferisce alla situazione di 3 ore fa, ma si può andare indietro fino alle 48 ore precedenti e si può visualizzare anche l’IQA previsto per le successive 24 ore. Questo è possibile grazie alle proiezioni dei modelli CAMS sulla qualità dell’aria prevista.

Per ogni singolo inquinante viene calcolato un IQA dedicato, ma l’Indice di Qualità dell’Aria finale rispecchia il valore più elevato. L’Agenzia Europea per l’Ambiente, ad esempio, classifica ogni inquinante in 6 livelli di qualità. L’Arpa Lombardia, invece, riduce la scala qualitativa a 5 scalini: Molto Buona, Buona, Accettabile, Scarsa e Molto Scarsa.

Fonte Agenzia Europea per l’Ambiente

L’IQA complessivo serve per indicare il grado di inquinamento dell’aria e la pericolosità per la salute umana. I valori numerici e i livelli di pericolosità possono variare molto da Paese a Paese e dal metodo utilizzato: non esiste una scala universalmente riconosciuta.

Fonte U.S. Environmental Protection Agency

Ad esempio l’Agenzia di Protezione Ambientale degli Stati Uniti ha individuato 6 livelli compresi in un intervallo che va da 0 a 500 a cui è stato assegnato un colore e un grado di qualità, da “buona” a “pericolosa” per la salute umana.

L’Indice di Qualità dell’Aria è quindi un numero o un colore che rappresenta lo stato dell’aria e la pericolosità per la salute di tutti i cittadini o di quelli più sensibili. Per questo, come sottolinea l’Agenzia Europea per l’Ambiente, l‘IQA non dovrebbe mai essere usato per verificare se le concentrazioni degli inquinanti stiano rispettando o meno gli standard di legge.

Silvia Turci

Ho conseguito una laurea specialistica in Comunicazione per l’Impresa, i media e le organizzazioni complesse all’Università Cattolica di Milano. Il mio percorso accademico si basa però sullo studio approfondito delle lingue straniere, nello specifico del francese, inglese e russo, culminato con una laurea triennale in Esperto linguistico d’Impresa. Sono arrivata a Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995) nel 2014 e da allora sono entrata in contatto con la meteorologia e le scienze del clima: una continua scoperta che mi ha fatto appassionare ogni giorno di più al mio lavoro.

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