Spiagge italiane inquinate e a rischio erosione: da Legambiente dati allarmanti
Le spiagge italiane sono sempre più esposte al rischio erosione, sempre meno libere e, troppo spesso, non balneabili a causa dell’inquinamento. È quanto emerge dall’ultimo dossier pubblicato da Legambiente, il Rapporto Spiagge 2020, che fa luce sulla situazione e i cambiamenti in atto nelle aree costiere italiane.
Spiagge italiane sempre meno libere
Le concessioni balneari interessano oltre il 50% dei litorali in Italia, in quello che, afferma Legambiente, è «di fatto l’unico Paese europeo che non pone un limite alle spiagge in concessione, lasciando alle Regioni queste scelte e poche lo hanno fatto».
Le spiagge in concessione sono in continuo aumento: le uniche località che fanno eccezione sono, semplicemente, quelle in cui non ci sono già più spiagge libere da cedere. È il caso della Versilia, della Romagna e di alcuni tratti della Liguria, sottolinea Legambiente, dove «meno del 10% delle spiagge è liberamente e gratuitamente frequentabile». Le situazioni più gravi sono a Forte dei Marmi, Rimini, Alassio, San Benedetto del Tronto o a Palermo. Il rapporto dell’associazione ambientalista denuncia anche «situazioni puntuali di illegalità», come quelle osservate a «Ostia, nel comune di Roma, o a Pozzuoli, dove muri e barriere impediscono di vedere e accedere al mare, o come nel Salento con dune sbancate per realizzare parcheggi e tirare su stabilimenti balneari».
Troppe le spiagge non balneabili: colpa dell’inquinamento
Anche per quanto riguarda l’inquinamento, la situazione fotografata da Legambiente è allarmante: complessivamente, quasi l’8 per cento dei tratti di coste sabbiose in Italia «è di fatto interdetto alla balneazione per ragioni di inquinamento».
Gravi in particolari le condizioni in cui versano le spiagge di Sicilia, Calabria e Campania: qui secondo i dati riportati dall’associazione, si contano in totale «circa 73,5 km sui 90 interdetti a livello nazionale».
Anche l’erosione costiera minaccia le spiagge italiane
Dal 1970 a oggi i tratti soggetti all’erosione costiera sono triplicati, spiega Legambiente: oggi, in Italia l’erosione colpisce in media il 46 per cento delle coste sabbiose, con picchi che in alcune zone arrivano anche al 60%. Per salvaguardare le nostre coste e prevenire i danni è fondamentale l’analisi della situazione attuale e degli scenari a cui vanno incontro le aree costiere, sottolinea Legambiente: mentre da una parte nell’erosione costiera gioca un ruolo decisivo il consumo del suolo – che in Italia continua ad aumentare -, dall’altra preoccupano anche i cambiamenti climatici e le loro conseguenze, come l’innalzamento del livello del mare e l’aumento di fenomeni meteo estremi.
I rischi non sono “solo” ambientali, ma riguardano anche l’economia e la sicurezza delle persone: gli scenari elaborati da Enea in collaborazione con il CNR e altri centri di ricerca universitari hanno infatti individuato 40 aree costiere a rischio inondazione. Lasciano poco spazio ai dubbi le cifre rese note dall’Unione Europea: finora gli eventi estremi che hanno colpito le coste del vecchio continente hanno provocato danni stimati a circa 7 miliardi di euro all’anno. Secondo le previsioni, nei prossimi anni si passerà a una media di 20 miliardi di euro all’anno per un totale di 10 milioni di cittadini europei coinvolti.
Impressionanti le immagini che mostrano le condizioni della spiaggia di Fiumicino (Roma): le ha pubblicate da Legambiente all’interno del dossier.
A questo link è possibile consultare la versione integrale del dossier pubblicato da Legambiente.