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Disastro ambientale in Sri Lanka: le spiagge paradisiache ricoperte di plastica e combustibili. Il punto della situazione
La biologa marina Asha de Vos, dello Sri Lanka, ha confermato al Washington Post che ci troviamo di fronte a un disastro ambientale, e che c’è il rischio che le correnti trasportino i nurdles fino ai settori opposti dell’isola, mettendo gravemente a rischio la fauna selvatica e danneggiando ecosistemi estremamente sensibili.
La scienziata ha spiegato che nonostante il lavoro incessante delle autorità e dei volontari la plastica inquinerà le spiagge dello Sri Lanka per molto tempo, e mescolandosi alla sabbia potrebbe anche modificarne la temperatura nelle zone in cui le tartarughe marine depongono le uova, influendo sulle future nidiate.
Le conseguenze appaiono già gravi anche per l’economia: il governo ha vietato la pesca lungo circa 50 miglia di costa e sulle spiagge hanno iniziato ad apparire i cadaveri di numerosi pesci vittime del disastro. Le autorità hanno avvertito le persone di non toccare i detriti della nave perché potrebbero essere contaminati da sostanze chimiche dannose e si teme anche per le conseguenze che la catastrofe potrà avere per l’industria del turismo.
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