Allarme siccità: Fiume Po basso come in piena estate
Nessuna fase piovosa in arrivo: il livello del fiume potrebbe calare ancora
Troppa poca la pioggia in questo inizio anno, talmente poca che il livello del fiume Po è basso come in piena estate. A lanciare l’allarme è Coldiretti che segnala che il livello idrometrico del fiume al Ponte della Becca è di -2,4 metri, come a metà agosto dell’anno scorso. E’ questo uno degli effetti più lampanti di una sostanziale assenza di piogge significative sulle regioni del Nord e di un lungo periodo caratterizzato da clima eccezionalmente caldo. Il mese di gennaio è stato infatti decisamente secco: sono mancati circa i tre quarti delle piogge/nevicate normali.
La situazione è critica, sottolinea la Coldiretti, tanto da spingere l’Autorità distrettuale di bacino a convocare per il 6 marzo l’Osservatorio sulle crisi idriche per fare il punto della situazione. Difatti la prospettiva non promette molti cambiamenti: per i prossimi giorni, infatti, non sono previste piogge di rilievo, fattore che potrebbe dar luogo a ulteriori riduzioni dei livelli idrometrici anche del 20%.
Non solo il fiume Po. A risentire della siccità sono anche i grandi laghi, specialmente il Lago di Como, il Lago d’Iseo e il Lago d’Idro che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 24% al 27%. Meglio il Lago Maggiore, con un riempimento dell’80%, e il Lago di Garda, che arriva al 94%. L’altezza idrometrica del Lago di Como e di quello d’Iseo risulta sotto media a partire da inizio febbraio.
«L’eccezionalità degli eventi atmosferici – evidenzia Coldiretti – è ormai diventata la norma anche in Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione in Italia dove il 2019 è stato il quarto anno più caldo per il nostro Paese dopo i record di 2014, 2015 e 2018 secondo le elaborazioni su dati Isac/Cnr che effettua le rilevazioni dal 1800».
«L’andamento anomalo di questo inverno conferma dunque – continua la Coldiretti – i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali».