Il Consiglio dei Ministri, nella giornata di giovedì 10 ottobre, si è riunito a Palazzo Chigi sotto la presidenza del Presidente Giuseppe Conte e ha approvato un decreto-legge, cosiddetto Decreto Clima, che introduce misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE per la qualità dell’aria.
Le nuove norme prevedono lo stanziamento di fondi per incentivare comportamenti e azioni virtuose. Questi fondi, sotto varie forme, coinvolgono i soggetti che scelgono di rottamare veicoli fino a cat. euro 3, gli interventi sull’urbanistica locale per incentivare l’uso del trasporto pubblico locale, incentivi per implementare l’uso di scuolabus ibridi o elettrici nelle città con alti livelli di inquinamento atmosferico, finanziamenti agli esercenti che scelgono di vendere prodotti sfusi o alla spina.
Nello specifico, il DL prevede principalmente:
- un “buono mobilità” destinato ai cittadini che risiedono in comuni che superano i limiti di emissioni inquinanti indicati dalla normativa europea sulla qualità dell’aria. Il buono consiste in un contributo di 500 o 1.500 euro per chi rottama rispettivamente un motociclo o un’auto fino alla classe euro 3 entro il 31 dicembre 2021 e potrà essere usato per acquistare abbonamenti di trasporto pubblico locale o biciclette anche a pedalata assistita;
- un fondo per finanziare progetti di creazione, prolungamento, ammodernamento di corsie preferenziali di trasporto pubblico locale;
- uno stanziamento per i comuni con particolari livelli di inquinamento che realizzano o implementano il trasporto scolastico dei bambini della scuola dell’infanzia statale e comunale attraverso mezzi di trasporto ibridi elettrici o non inferiori a euro 6, immatricolati per la prima volta dopo il 31 agosto 2019;
- risorse per finanziare un programma sperimentale di riforestazione;
- un fondo per finanziare gli esercenti che, al fine di ridurre la produzione di rifiuti, attrezzano spazi dedicati alla vendita di prodotti sfusi o alla spina, alimentari e detergenti.
Il decreto, inoltre, proroga al 31 dicembre 2019 il termine per l’avvio della restituzione dei tributi e dei contributi previdenziali e assistenziali non versati per effetto della cosiddetta “busta paga pesante”, nei territori del centro Italia colpiti dal sisma del 2016.