Auto, emissioni e inquinamento: la mobilità nelle principali città italiane analizzata dal rapporto MobilitAria
Come si muove l’Italia e qual è l’effetto sulla qualità dell’aria? Ci spostiamo soprattutto in auto, con effetti importanti su inquinamento dell’aria ed emissioni. Ad analizzare la mobilità urbana in Italia è l’ultimo rapporto MobilitAria, realizzato da Kyoto Club e dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iia), in collaborazione con ISFORT, nell’ambito della campagna europea Clean Cities. I dati sulle abitudini e le conseguenze su qualità dell’aria ed emissioni sono stati monitorati per queste 14 città metropolitane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Reggio Calabria, Torino, Venezia.
Auto, bici, moto: le emissioni e l’inquinamento dell’aria causato dalla mobilità urbana in Italia
Dal rapporto emerge che nonostante l’auto sia il mezzo preferito, ci sono notevoli aumenti della ciclabilità, con un boom del monopattino in sharing. Il 2021 è stato un anno ancora segnato dalla pandemia, pertanto la mobilità non era ancora pienamente tornata a livelli precovid. Tuttavia è stato importante l’aumento della rete ciclabile a Roma (+ 69 km), Genova (+ 29 km), Torino (+17 km), Bologna (+ 12 km) e Cagliari (+11 km). Milano è in testa per flotta di monopattini, scooter e bike sharing, rispettivamente di 5250, 4352 e 17 mila unità. Roma si distingue per il car sharing (2153 auto), seguita da Milano (2118) e Torino (880).
Emissioni di gas serra: pesano i trasporti su strada
Nel rapporto è stato analizzato anche il livello delle emissioni, ed emerge che “le città italiane scontano la mancanza di una visione forte e di coraggio politico”. In Italia i gas serra nei trasporti sono cresciuti del 3,9% tra il 1990 e il 2019, ed anche nelle città metropolitane si evidenzia una tendenza alla crescita. In alcune città il trend è in calo, in altre è in aumento, come nel caso di Bologna, dove le emissioni sono aumentate del 30% nell’ultimo decennio.
A pesare sono i trasporti stradali che generano da soli da uno a due terzi dei gas serra delle città metropolitane in esame: nel periodo 1990-2019 i gas serra derivanti dai trasporti sono aumentati del 3,9%. I veicoli leggeri contribuiscono per il 10%, i veicoli pesanti per il 17%, mentre ciclomotori e motocicli per il 3%.
Il bilancio delle emissioni di gas serra pro capite relative al settore trasporti su strada vede Bologna al primo posto con 2.383 kg/anno, seguita da Firenze (2.055 kg/anno), (1.953 kg/anno) e Genova (1.883 kg/anno).
Nel rapporto viene evidenziato un calo delle auto in circolazione alimentate a gasolio, a favore di autovetture elettriche o ibride. Tra i principali exploit viene segnalata la situazione di Roma (99931 ibride e 10805 elettriche) Milano (86147 e 7509), Torino (47470 e 5263) Firenze (41735 e 7292) e Bologna (29268 e 2157).
Inquinamento acustico: cambierà qualcosa con le auto elettriche? |
Mobilità e inquinamento atmosferico: nessuna delle città italiane è in linea con i nuovi parametri dell’OMS
Analizzando, invece, l’inquinamento atmosferico, il rapporto ha rilevato un aumento delle concentrazioni di NO2 in quasi tutte le città. Si registra però un peggioramento per diverse città del Sud. Diverse città hanno superato più di 35 volte il limite giornaliero del PM10 nell’arco di un anno. La situazione più critica si riscontra anche nel 2021 come nel 2020 nella città di Torino (75 superamenti), seguono Milano con 61 e Venezia con 50, a cui si aggiunge quest’anno Catania (50).
Se dovessimo però adattare la normativa con le nuove linee guida sulla qualità dell’aria pubblicate dall’OMS a settembre 2021, saremmo molto fuori strada. Nel rapporto è stato analizzato anche questo aspetto, e il risultato è chiaro: nessuna delle città è in linea con i nuovi parametri dell’OMS, e alcune di queste segnalano degli scostamenti molto rilevanti.
Cosa si può fare per migliorare la situazione?
Per poter migliorare l’impatto del nostro vivere in città, dobbiamo cambiare. “Servono cambiamenti strutturali e forti innovazioni, accelerando la decarbonizzazione con una offerta intelligente di mobilità”, si legge nel report. Tra le iniziative da intraprendere secondo il rapporto MobilitAria c’è la necessità di “colmare il gap del trasporto ferroviario locale e la cura del ferro”, “potenziare il trasporto collettivo di massa nelle città”, “investire sulle reti ciclabili per 5.000 km di percorsi, rafforzare i servizi di sharing mobility, puntare sul trasporto pubblico e sull’integrazione modale, predisporre dei Piani Urbani di Logistica Urbana Sostenibile, dotare le città di zone a basse emissioni, dove escludere in modo progressivo la circolazione delle auto e moto e veicoli commerciali più inquinanti, elettrificare la mobilità, riorganizzare il lavoro della pubblica amministrazione e del settore privato con lo smart working e la differenziazione degli orari”.
Per poter fare tutto ciò, però, servono importanti strumenti strategici, tra cui l’approvazione di un nuovo Codice della Strada, aggiornare il Piano Nazionale Energia e Clima per lo sviluppo della mobilita elettrica e delle energie rinnovabili.
«Dall’analisi dei dati emerge l’importante peso delle emissioni del settore dei trasporti su strada in ambito metropolitano. Si rilevano ancora criticità sia sui livelli di inquinamento che delle emissioni, in particolare di CO2, nelle 14 città metropolitane. Il percorso per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del settore dei trasporti è stato intrapreso ma le politiche da attuare a livello nazionale dovranno essere ambiziose e di lungo periodo». Lo dichiara il Direttore di CNR-IIA, Francesco Petracchini.». Lo dichiara il Direttore di CNR-IIA, Francesco Petracchini.
“Dal Rapporto emerge con chiarezza il peso negativo del traffico veicolare per le emissioni inquinanti e di gas serra e vengono sottolineare le criticità del nostro sistema di mobilità urbana, con la debolezza cronica del trasporto collettivo e della mobilità attiva. Significativi investimenti sono in arrivo da PNRR e dal Bilancio ma mancano ancora 5 miliardi da destinare alle reti tramviarie e metropolitane per le città, almeno 1,2 miliardi da destinare alla mobilità ciclabile, ed 1 miliardo/anno aggiuntivo per i servizi di trasporto collettivo, se vogliamo accelerare la svolta verso la città sostenibile, attuare i PUMS ed arrivare a città carbon neutral al 2030”, dichiara Anna Donati, del gruppo di lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club.