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Clima Europa, il programma più ambizioso dai tempi del piano Marshall

"Un manifesto per l’Europa con al centro l’azione per il clima"

È stata lanciata l’iniziativa Clima Europa, nata per colmare il grave deficit politico nella lotta ai cambiamenti climatici, ignorati per troppi anni dalla classe politica dominante. Clima Europa è la prima iniziativa italiana dal consenso trasversale per l’adozione di un Green New Deal europeo: rappresenta il programma di trasformazione dell’economia e della società europea più ambizioso dai tempi del piano Marshall.

L’iniziativa porta avanti una chiamata alla responsabilità politica e all’azione per il clima partendo dall’Europa: il nostro continente rappresenta l’unica grandezza in grado di accelerare la trasformazione domestica e globale in modo sostenibile attraverso la condivisione di risorse finanziarie, beni e servizi, tecnologie, meccanismi di protezione sociale, regole comuni, idee politiche e capitale umano. Unendo le sovranità di ogni Stato membro senza comprometterne l’identità “l’Unione Europea è stata finora il progetto politico che più di tutti ha saputo garantire un livello di pace, sicurezza, benessere, diritti e libertà senza precedenti nella storia turbolenta del continente europeo”, spiega su La Stampa Luca Bergamaschi, promotore di Clima Europa.
“L’Unione Europea ha bisogno di una nuova missione che poggi sulla costruzione di un nuovo contratto intergenerazionale per la suddivisione equa dei rischi e dei costi tra giovani e meno giovani. Il nuovo Parlamento Europeo e la nuova Commissione Europea devono impegnarsi a realizzare un grande programma di trasformazione – un Green New Deal – per rispondere in modo giusto e ordinato alla minaccia del cambiamento climatico. L’idea di un Green New Deal è già al centro del dibattito americano e sarà un fattore determinante per la corsa alla Casa Bianca nel 2020″, specifica Bergamaschi.

La proposta di Clima Europa

Il manifesto del Green New Deal europeo propone dieci principi e azioni per il futuro dell’Europa:

  • Investimenti per un futuro sicuro e sostenibile:

La nuova strategia europea a lungo periodo sul clima deve impegnarsi a raggiungere:
– zero emissioni nette entro il 2045 per limitare l’incremento della temperatura media globale entro 1,5 gradi
– la riduzione delle emissioni europee di almeno il 55% al 2030 rispetto al 1990
– la fuoriuscita dell’Europa dal carbone entro il 2030
– 100% elettricità pulita entro il 2040
– un risparmio energetico di almeno il 50% al 2030 dei consumi attuali di tutti gli edifici europei, dei complessi industriali e dei trasporti attraverso massicci investimenti in efficienza energetica. Tutti gli investimenti pubblici in efficienza energetica non dovranno essere contabilizzabili come nuovo debito
– promuovere con più risorse e iniziative la conoscenza e il dibattito sul clima nelle scuole e nelle università d’Europa

  • Per una finanza ecologica giusta

Attraverso riforme che rimettano la finanza al servizio delle persone e delle imprese e includano:
– lo stop, entro i prossimi 5 anni, a tutti i sussidi e finanziamenti pubblici europei destinati ai combustibili fossili
– un piano finanziario che identifichi il volume di investimenti necessario a realizzare il Green New Deal
– l’obbligo di dichiarare le informazioni legate alla produzione di emissioni, e i loro impatti, di tutte le attività economiche pubbliche e private, attuando le raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures del Financial Stability Board
– l’introduzione di una tassazione socialmente giusta e sostenibile della CO2, integrativa al prezzo del mercato europeo delle emissioni, le cui entrate devono essere destinate a (1) un “Fondo per la transizione giusta” che garantisca un’alternativa ai lavoratori affetti dalle trasformazioni tecnologiche, rafforzando le misure di protezione sociale e promuovendo occupazione attraverso la riduzione del cuneo fiscale, e (2) un “Fondo contro la povertà energetica”, per la riqualificazione energetica delle abitazioni delle famiglie a più basso reddito

  • Promuovere un’economia circolare

– cambiando i modelli di produzione e di consumo lineari, basati sull’alto consumo di risorse e di energia, promuovendo modelli circolari e che puntano all’utilizzo prolungato, al riuso, all’uso condiviso, al riciclo di prodotti, componenti e materiali tecnici e alla gestione circolare di quelli organici restituendoli ai suoli. Questo cambiamento è necessario non solo per risparmiare e usare in modo più efficiente le risorse ma anche per ridurre i consumi di energia e le emissioni di gas serra
– le industrie e le infrastrutture dovranno essere pensate in coerenza con i principi dell’economia circolare e degli obiettivi di abbattimento delle emissioni di lungo periodo, investendo in ricerca e sviluppo e supportando la riconversione industriale di aree in declino o dismesse

  • Lasciare i combustibili fossili nel sottosuolo

– attraverso una moratoria delle nuove licenze di esplorazione e perforazione per la produzione di nuovi combustibili fossili su tutto il territorio europeo entro il 2020

  • Proteggere dagli impatti del clima per una transizione resiliente e giusta

– mettere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la resilienza al centro di tutte le politiche comunitarie affidando la responsabilità politica della gestione del rischio climatico al Primo vicepresidente e l’implementazione al Segretariato generale della Commissione Europea per garantire un sufficiente mandato politico e l’integrazione a tutti i livelli
– supportare lo sviluppo, di concerto con tutte le forze sociali, economiche, locali, regionali e nazionali, di piani di protezione sociale per le comunità e i lavoratori più affetti e vulnerabili al cambiamento tecnologico e l’evoluzione industriale

  • Garantire una mobilità urbana sostenibile e sicura per tutti

– stop alla vendita di veicoli a diesel e benzina entro il 2035
– incentivi alla mobilità elettrica, pubblica e privata, e alla costruzione del parco infrastrutturale di ricarica, promuovendo l’aumento delle chiusure e le limitazioni al traffico urbano e l’aumento della mobilità pedonale e ciclabile, nonché del trasporto condiviso e quello pubblico con mezzi ecologici

  • Garantire aria pulita a tutti

– raggiungere entro il 2030 in tutte le città europee livelli di inquinamento atmosferico in linea con i limiti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso la de-carbonizzazione dei trasporti, del riscaldamento e dell’industria
– 100 città europee dovranno essere identificate come laboratori reali di trasformazione e innovazione

  • Ripensare l’agricoltura e l’alimentazione

– sostenere nella politica agricola comune un maggiore impegno nelle politiche climatiche di mitigazione e di adattamento, che vedono prioritarie la gestione sostenibile delle risorse idriche, la tutela e il recupero di suoli e della biodiversità
– promuovere una dieta più bilanciata e sostenibile per ridurre le emissioni, il forte impatto idrico della produzione alimentare e salvaguardare gli ecosistemi terrestri e marini

  • Liberare i mari e gli oceani dalle plastiche

L’inquinamento dei mari e degli oceani è un’emergenza globale che va affrontata con misure più adeguate e impegnative:
– le microplastiche presenti in diversi prodotti e plastiche monouso devono essere eliminate e sostituite con prodotti biodegradabili
– gli abbandoni e gli smaltimenti illeciti di rifiuti e di plastiche che finiscono nei fiumi e nei mari devono essere combattuti più decisamente, sanzionati e contrastati con campagne di informazione ed educazione ambientale più efficaci
– la raccolta e i riciclo dei rifiuti di plastica vanno incrementati puntando all’80% dell’immesso al consumo entro il 2030. Servono iniziative per intercettare, raccogliere e avviare al riciclo le plastiche alle foci dei fiumi e per raccogliere quelle possibili nei mari anche facilitando e incentivando la collaborazione dei pescatori in queste raccolte

Fridays for future piccole azioni quotidiane
Foto Pixabay
  • Una nuova politica estera che mette l’attuazione dell’Accordo di Parigi al centro delle relazioni internazionali

– dal commercio alla cooperazione e sviluppo alla sicurezza globale, abbiamo bisogno di una diplomazia europea più forte e organizzata che supporti tutti i paesi, dai grandi emettitori come Cina e India ai produttori di combustibili fossili e ai paesi più vulnerabili, ad aumentare l’azione per il clima e a gestire in modo efficace e giusto il movimento forzato delle persone e il sorgere di nuovi conflitti o l’aggravarsi di nuovi
– la diplomazia europea deve continuare a promuovere una riforma delle Nazioni Unite per attrezzarla a gestire le trasformazioni del cambiamento climatico ripensando il sistema di responsabilità e migliorando la comprensione e la diffusione delle informazioni sugli impatti climatici e i loro rischi per il mantenimento della pace, dei diritti e della sicurezza globale

Per aderire al manifesto visita il sito climaeuropa.eu

Valeria Capettini

Iscritta all'ordine dei Giornalisti, faccio parte della squadra di Meteo Expert dal 2016: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

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