Febbraio mite e secco, si aggrava la siccità. I dati
Febbraio chiude l'inverno 2022-2023 con un clima particolarmente mite e secco, aggravando ulteriormente la siccità soprattutto per il Nord-Ovest
Dal punto di vista del clima, il mese di febbraio per l’Italia può essere suddiviso grossolanamente in tre periodi distinti, caratterizzati da situazioni molto differenti tra loro, il cui avvicendamento ha dato luogo a notevoli sbalzi termici.
Clima Italia, i dati di febbraio 2023
La prima parte del mese, dopo un inizio relativamente mite, si è contraddistinta per la più importante irruzione fredda di aria artica (fra i pochi eventi simili verificatisi nell’intero inverno), favorita dalla presenza di un anticiclone di blocco sull’Europa nord-occidentale; tale evento ha dato luogo alla settimana più fredda dell’inverno, più precisamente fra il giorno 5 e il giorno 11 febbraio, anticipata il giorno 4 dall’innesco di venti tempestosi settentrionali (oltre i 100 km/h) al Nord, con effetti favonici che hanno contribuito a portare le temperature anche oltre i 20 gradi, rendendo ancora più drastico il tracollo termico. Durante i giorni più freddi non sono mancate alcune nevicate a bassa quota, fino alle pedemontane e le vicine pianure del Nord e lungo il versante adriatico.
Questa prima fase si è conclusa con la formazione di un TLC (Tropical Like Cyclone), un ciclone mediterraneo dalle caratteristiche simili ai cicloni tropicali che, il giorno 10, si è sviluppato fra il Mar Libico e lo Stretto di Sicilia; questo intenso ciclone ha causato forte maltempo sulla Sicilia con abbondanti precipitazioni nel sud-est dell’isola, fino a 200-300 mm, ma con locali picchi oltre 500 mm e notevoli accumuli di neve sui rilievi anche sotto i 1000 metri di quota, oltre a raffiche di vento tempestose.
È seguito un lungo periodo con maggior presenza di strutture di alta pressione sull’Italia e il Mediterraneo, accompagnate da masse d’aria mite che hanno favorito una netta risalita delle temperature al di sopra della media fino a culminare con uno dei giorni mediamente più caldi dell’inverno (sabato 25); nel contempo, questo tipo di circolazione ha contribuito a tenere lontane dall’Italia per circa due settimane le perturbazioni più attive, determinando così una prolungata fase sostanzialmente priva di precipitazioni rilevanti.
Negli ultimi giorni del mese, invece, ha di nuovo preso forma una situazione di blocco anticiclonico sull’Europa settentrionale, con conseguente richiamo di aria artica verso i Paesi centrali del continente e anche verso le nostre regioni centro-settentrionali; ne è scaturito un nuovo crollo termico con il brusco ritorno di condizioni invernali soprattutto al Nord dove sono state osservate anche alcune nevicate in pianura. Sono anche tornate intense precipitazioni che hanno colpito soprattutto il Centro. Nell’ambito della depressione che si è nel frattempo formata sul Mediterraneo, nell’ultimo giorno del mese ha preso forma un altro ciclone mediterraneo (TLC) che, dalla zona delle Baleari, si è successivamente diretto verso il mar Tirreno lambendo la Sardegna. Sorprendente il contrasto, nel giorno 28, fra le condizioni “tropicali” con anche le temperature piuttosto miti presenti al meridione e il clima invernale al Nord con ancora delle nevicate a bassa quota in Piemonte. Da notare come siano nati addirittura due TLC in un mese che – per via soprattutto delle contenute temperature superficiali del mare – statisticamente è poco prolifico in termini di cicloni mediterranei.
Febbraio mite soprattutto per il Nord con quasi 1 grado di anomalia
Dalle oscillazioni termiche sopra descritte ne è scaturita un’anomalia complessiva leggermente positiva (+0.3°C rispetto alla media del trentennio 1991-2020) caratterizzata, tuttavia, da situazioni differenti nelle diverse zone dell’Italia.
Al Nord il mese è stato mediamente mite con uno scarto di +0.9°C (anomalia più ampia al Nord-Ovest con +1.2°C rispetto al Nord-Est con +0.6°C). Al Centro il risultato finale è un valore vicino alla media (scarto di +0.1°C). Sulle regioni meridionali, invece, febbraio ha visto prevalere le fasi fredde e ha chiuso con un dato negativo (anomalia di -0.1°C al Sud, -0.5°C in Sicilia e -0.4°C in Sardegna).
Apprezzabile il divario fra le temperature minime e le massime, leggermente sotto la media le prime (anomalia nazionale pari a -0.1°C) a causa dei valori relativamente bassi al Centro-Sud, sopra la media le seconde (scarto di +0.7°C) per via dei valori relativamente miti al Centro-Nord.
Si aggrava la siccità: in febbraio al NordOvest -86% della pioggia tipica
Più significativa è sicuramente la situazione riguardo le piogge, per la precisione riguardo l’assenza di precipitazioni: infatti, al di là delle brevi fasi di precipitazioni intense e localmente abbondanti, è stato un mese complessivamente molto siccitoso, che ha visto la carenza di più della metà delle piogge a livello nazionale (anomalia pari a -54%, al 10° posto fra i mesi di febbraio più siccitosi dalla fine degli anni ’50 del secolo scorso), ma con il più ampio deficit al Nord (anomalia di -86% al Nord-Ovest, -74% al Nord-Est) dove prosegue la grave siccità ereditata dallo scorso anno. In diverse zone del Nord le precipitazioni sono state praticamente assenti o poco rilevanti, come in alcuni settori delle Alpi, della Lombardia, della Liguria, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.
Anche al Sud l’anomalia è stata piuttosto ampia (-72%), mentre al Centro è mancato poco più di un terzo delle piogge (anomalia pari a -38%); anche in Sicilia il bilancio è stato negativo (-15%), nonostante gli accumuli ben oltre la norma nella zona sud-orientale; positivo, invece, il dato sulla Sardegna dove ha piovuto il 14% in più rispetto alla media.
Clima, in Italia temperature oltre la media dall’inizio del 2023
I primi due mesi del 2023 si sono rivelati mediamente miti con +0.9°C di scarto dalla norma, ma con uno sbilanciamento delle anomalie più ampie verso il Nord dove la differenza rispetto al riferimento climatico risulta essere pari a +1.5°C al Nord-Ovest e +1.6°C al Nord-Est; segue il Centro con +0.8°C e poi le regioni meridionali con +0.4°C al Sud, valori sostanzialmente nella norma in Sicilia e -0.1°C in Sardegna.
Le precipitazioni vedono un sostanziale bilanciamento a livello nazionale fra il gennaio piovoso e il febbraio siccitoso (+2% di anomalia), ma con delle differenze fra le varie aree, tra cui spicca il Nord-Ovest dove il deficit ricomincia ad essere pesante (-40%); bilancio negativo anche in Sicilia (-18%), mentre al Nord-Est i quantitativi del bimestre non sono lontani dalla media (-1% di anomalia); bimestre più piovoso della norma, invece al Sud e in Sardegna con anomalie pari a +20% e +43% rispettivamente.
L’inverno 2022-23 è stato tra i più caldi mai registrati con un’anomalia di 1.3 gradi
Ed ora uno sguardo alla stagione invernale che è stata molto mite con la notevole anomalia di +1.3°C rispetto alla media del trentennio 1991-2020, al 5° posto fra le più elevate degli ultimi 64 anni insieme al 2016. Le regioni centro-settentrionali hanno visto lo scarto più ampio (+1.6°C al Nord-Est, +1.5°C al Nord-Ovest e al Centro), mentre sulle regioni meridionali le anomalie invernali sono state un po’ più contenute (+1.2°C al Sud, +0.8°C in Sicilia, +0.7°C in Sardegna).
Per quanto riguarda le precipitazioni stagionali, grazie ad alcuni periodi particolarmente piovosi, specie fra dicembre e gennaio, il quantitativo medio a livello nazionale è riuscito a superare leggermente la media (+6%). Tendendo conto della disomogeneità della distribuzione delle precipitazioni sul territorio, si evidenziano scarti mediamente positivi al Nord-Est e al Centro con +20%, in Sardegna con +8% e al Sud con +5%; nelle altre zone le anomalie sono state, invece, complessivamente negative, in particolare in Sicilia con un notevole -40%, a causa soprattutto del siccitoso dicembre, e al Nord-Ovest con -3%. Al di là dei dati delle macroaree, è utile anche segnalare i pesanti deficit stagionali che hanno interessato le Alpi e il Piemonte dove in molte zone l’accumulo trimestrale di precipitazioni non ha raggiunto neppure la metà del valore normale.
Infine, un accenno a un evento di bassa marea eccezionale che ha interessato tutti i mari nel corso di febbraio e reso particolarmente evidente in alcune zone come la laguna di Venezia. Questo episodio è stato incrementato non solo dalla Luna che, trovandosi al perigeo (distanza minima) ha esercitato una maggior forza gravitazionale, ma anche dal notevole contributo dell’alta pressione che, nel Mediterraneo centrale, per circa due settimane è rimasta su livelli molto elevati, a tratti anche oltre 1035 hPa, tali da schiacciare ulteriormente la superficie del mare di diversi centimetri.