Febbraio 2025 caldo in tutta l’Italia, ma il record arriva dal mare. I dati di Copernicus
Febbraio 2025 è stato il terzo febbraio più caldo a livello globale. Quali sono state le anomalie delle temperature e delle precipitazioni nel Bel Paese? Ecco cosa raccontano i dati della rianalisi climatica ERA5 di Copernicus.

Febbraio 2025 è stato il terzo febbraio più caldo a livello globale dal 1940, con 0,63 °C in più rispetto alla media mensile del periodo 1991-2020, 1,59°C al di sopra della media stimata per il periodo preindustriale.
In Europa la temperatura media sulla terraferma ha superato di 0,40°C la media del trentennio di riferimento e le precipitazioni sono state nel complesso inferiori alla norma.
E’ quanto si legge nel bollettino redatto dal Copernicus Climate Change Service (C3S), il servizio implementato dal Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (ECMWF) per conto della Commissione Europea, che mensilmente pubblica i risultati dell’elaborazione dei dati di ERA5 (e non solo), la rianalisi climatica sviluppata da ECMWF.
Quali sono state le anomalie della temperatura dell’aria e delle precipitazioni per il solo territorio italiano? E le anomalie termiche dello strato superficiale dei mari che bagnano le nostre coste?
Per scoprirlo, abbiamo acquisito ed elaborato i dati mensili di ERA5 ed ERA5-Land dal 1950 ad oggi.
Le anomalie della temperatura in Italia: febbraio 2025 caldo, ma ben lontano dal record del 2024
Secondo i dati di Copernicus, a livello nazionale la temperatura media di febbraio sulla terraferma è stata di 5,07°C, 1,79°C in più rispetto al periodo di riferimento 1991-2020. Per il settimo anno consecutivo l’ultimo mese dell’inverno meteorologico si è dunque chiuso con un’anomalia positiva, con uno scarto, tuttavia, più contenuto di quelli registrati frequentemente in passato, soprattutto rispetto al caldissimo febbraio 2024, che con un’anomalia di +3,65°C ha superato comodamente tutti i record degli ultimi 75 anni.
L’anomalia della temperatura media è stata positiva in tutta Italia, con valori superiori a +1°C sull’intero territorio nonostante il calo termico di fine mese, da alcuni media definito “sciabolata artica” per creare allarmismo e attirare attenzione. Le regioni centrali, la Sardegna e quasi tutti i settori alpini hanno sofferto maggiormente l’eccesso di calore, registrando anomalie anche superiori a +2°C. Poco, in confronto all’eccezionale febbraio del 2024, che con una temperatura media superiore a quella attesa per marzo vide anomalie superiori a +2°C in tutta Italia, con valori superiori a +4°C sulle regioni montuose del Centro-Nord.
Per l’Italia, i dati di Copernicus indicano un’anomalia stagionale di +1,40°C, posizionando così l’inverno meteorologico 2024/25 al settimo posto tra gli inverni mediamente più caldi dal 1951. Il non-inverno dell’anno scorso resta il più caldo della serie storica: l’unico inverno, per ora, mediamente oltre la soglia di +2°C.
Le anomalie della temperatura del mare: febbraio 2025 record
Se la temperatura della terraferma non è stato un record, lo è stato la temperatura dello strato superficiale dei mari che circondano l’Italia.
La temperatura media di febbraio 2025 per i bacini compresi tra 36-47° di latitudine N e 6-20° di longitudine E (l’area della mappa sotto riportata) è stata infatti di 14,94°C: 1,02°C in più rispetto al trentennio di riferimento 1991-2020, solo due centesimi in più rispetto al record dell’anno scorso, e per la prima volta oltre la soglia di +1°C dal 1950.
Nel decimo anno consecutivo con un’anomalia positiva nel mese di febbraio, a soffrire maggiormente l’eccesso di calore sono stati il Medio Adriatico, il Mar Ionio, il Canale e il Mare di Sardegna, con anomalie fino a +1,5°C, in alcuni punti anche leggermente superiori. Più contenuta l’anomalia della temperatura degli altri mari, seppur intorno a +1°C nel Medio e Basso Tirreno e nello Stretto di Sicilia.
A livello stagionale, gli ultimi tre inverni sono stati i più caldi mai registrati negli ultimi 75 anni, in particolare il 2022/23, con un’anomalia di +0,92°C, seguito dall’inverno appena concluso (+0,91°C) e dall’inverno 2023/24 (+0,86°C).
Le anomalie delle precipitazioni in Italia secondo Copernicus
Dopo un gennaio mediamente piovoso per il contributo delle regioni settentrionali e meridionali, febbraio si è chiuso senza grandi sbilanciamenti rispetto alla media climatica 1991-2020. Ha infatti registrato un’anomalia di -6,1%: un difetto più contenuto di quello rilevato a inizio inverno (-19,5% in dicembre), ben lontano dal pesante record negativo del febbraio 2023 (-72,9%).
Nell’ultimo mese dell’inverno meteorologico da poco concluso, a spostare leggermente l’anomalia media mensile del territorio italiano verso valori negativi è stata la scarsità di precipitazioni cadute in gran parte del Nordovest, in Trentino Alto Adige, in Friuli, in vaste porzioni del Sud peninsulare e sulla Sardegna occidentale. Le Alpi sono state particolarmente penalizzate, avendo ricevuto, in alcuni settori, non più della metà degli accumuli attesi. Nel 2023 tale deficit riguardò tutta l’Italia, se escludiamo la Sicilia, soprattutto il Nord, il Lazio e il Sud peninsulare: zone che videro non più di un quarto delle precipitazioni che dovrebbero mediamente cadere in febbraio.
La stagione invernale 2024/25 riesce comunque a chiudersi con il segno positivo (+3,1%), grazie al contributo di gennaio e alle precipitazioni abbondanti cadute in Emilia Romagna, nelle Marche e in Puglia nel mese di dicembre, anche in Toscana e in gran parte delle Isole in febbraio. Il siccitoso inverno 2022/23 mantiene il record negativo dell’intera serie storica, ma lo condivide con l’altrettanto siccitoso inverno 1991/92.
Marzo 2024 è stato un mese caldo, specie nelle regioni del Medio Adriatico, ed estremamente piovoso al Nord, soprattutto in Liguria, Piemonte e Lombardia, ma il record spetta alla temperatura dello strato superficiale del mare, mai così elevata e per la prima volta oltre la soglia di +1 °C nel primo mese della primavera meteorologica. Dove si collocherà marzo 2025?