Giugno tra i più caldi mai registrati in Italia, preoccupa la scarsità di piogge: ecco i dati
Mentre in Italia la primavera è stata segnata dal clima più freddo degli ultimi 17 anni, con il mese di giugno abbiamo vissuto una svolta repentina verso una circolazione tipicamente estiva, inizialmente connotata da condizioni di tempo un po’ instabile e a tratti perturbato, ma caratterizzata dall’improvvisa risalita di masse d’aria calda, non solo verso il nostro Paese, ma anche verso l’Europa centro-settentrionale.
Questo improvviso cambio di scenario ha favorito un balzo delle temperature al di sopra della media, in un crescendo che ha portato all’innesco della prima intensa ondata di calore della stagione nella seconda metà del mese.
Durante le fasi più “cruente” di questa ondata di caldo intenso, che dal giorno 19 si è protratta fino all’inizio di luglio interessando in maniera più diretta e insistente le regioni centro-meridionali e parte del Nord-Est, non sono mancati nuovi record di temperatura in particolare sulle Isole maggiori. In Sardegna spicca Olbia con 40.5°C rilevata il giorno 20, che rappresenta per questa città la nuova massima assoluta di giugno dal 1969. Anche in Sicilia, dal giorno 21 al 24, è stata superata la soglia dei 40°C, in particolare in diverse località fra il settore centrale e sud-orientale dell’isola dove sono stati stabiliti nuovi record, in alcuni casi più elevati anche di quelli di luglio.
Caldo intenso anche sulle regioni del Sud peninsulare, ma con picchi lontani dai record raggiunti ad esempio durante l’ondata di calore del giugno 2007 (in quell’occasione i termometri salirono fino a 47°C a Foggia e 45.5°C a Bari); tuttavia, si segnalano i 36.4°C di S. Maria di Leuca che eguagliano il record toccato nel 1952.
Nel 2021 il 4° giugno più caldo mai registrato in Italia: 2°C oltre la media
In generale, dunque, per l’Italia il mese di giugno spicca per un clima decisamente caldo: abbiamo registrato un’anomalia pari a +2°C sopra la media del trentennio 1981-2010, che rappresenta il 4° valore più elevato della serie storica dopo l’irraggiungibile giugno del 2003, che si chiuse con +3.9°C di anomalia, e quelli del 2019 e 2017 che si distinsero per uno scarto dalla media di +2.5°C.
Questo risultato consente una risalita dell’anomalia media calcolata da inizio anno che, dopo la costante discesa degli ultimi mesi, si riporta a +0.5°C, valore comunque per il momento non molto di spicco nell’ambito dell’insieme degli anni più caldi.
Clima Italia, giugno a secco: è arrivata meno della metà della pioggia tipica del periodo
Per quel che riguarda le precipitazioni, è stato un mese piuttosto siccitoso con meno della metà del quantitativo normale (anomalia pari a -56% a livello nazionale).
Questo valore rappresenta il 3° più basso della serie storica che parte dalla fine degli anni ’50 dopo quello del 2019 (-74%) e molto vicino a quello del 2012 (-57%). Su questa anomalia ha pesato soprattutto il deficit riscontrato al Centro-Nord, in particolare lo scarto pari a -70% osservato al Nord-Est che rappresenta per questo settore il valore più basso della serie storica. In effetti sono transitati solo cinque sistemi nuvolosi organizzati, di cui alcuni piuttosto deboli o marginali: quattro nella prima settimana e il quinto a fine mese. Altre precipitazioni sono state innescate dalle condizioni di instabilità che si sono manifestate più che altro nella prima decade e, limitatamente alle Alpi e parte del Nord-Ovest, anche dopo la metà del mese.
Con il pesante deficit di giugno continua la discesa dell’anomalia calcolata da inizio anno che si porta al di sotto della media assestandosi a -5% rispetto al dato climatico di riferimento del trentennio 1981-2010.
Nonostante la generale scarsità di piogge, durante queste fasi instabili e perturbate non sono mancati locali fenomeni molto intensi come nubifragi o grandinate, anche in alcuni capoluoghi come Roma, Milano e Torino.
È stato un giugno molto caldo anche nel resto d’Europa e in tutto il mondo
Per il continente europeo si è trattato del 2° giugno più caldo della serie storica, dopo quello del 2019, con uno scarto pari a +1.5°C sopra la media del trentennio 1991-2020, calcolato dal Copernicus Climate Change Service. Notevoli le anomalie osservate sui Paesi centrali e nord-orientali frequentemente interessati dalle risalite di masse d’aria subtropicale. In questo contesto la città di Helsinki ha sperimentato il giugno più caldo della serie storica secolare.
Sempre secondo le elaborazione del Copernicus Climate Change Service, per l’intero globo è stato il 4° giugno più caldo, alle spalle dei mesi di giugno del 2019, 2020 e 2016, con uno scarto di +0.21°C rispetto alla media del trentennio 1991-2020. Oltre a quelle dell’Europa, spiccano le forti anomalie positive sull’Africa nord-occidentale, in Medio Oriente, nella Russia occidentale, nella Siberia settentrionale e nel Nord America: eccezionali i valori di temperatura massima rilevati in Canada dove sono stati battuti diversi record, in particolare in British Columbia nella località di Lytton (posizionata oltre i 50° Nord) dove il giorno 29 sono stati sfiorati i 50°C, più esattamente 49.6°C che rappresentano anche il più alto valore in assoluto osservato in Canada.