Maggio 2019 freddo e piovoso: per trovarne uno più freddo occorre tornare indietro al 1991
Il mese di maggio di quest'anno è stato il secondo più piovoso degli ultimi 60 anni. Un mese segnato dal Final Warming. Tutti i dati
Il mese di maggio 2019 è stato pesantemente condizionato dalle dinamiche associate al cosiddetto Final Warming, ossia l’evento di chiusura della stagione fredda che si manifesta tutti gli anni in primavera con il definitivo riscaldamento della stratosfera polare e la conseguente sostituzione del vortice polare stratosferico con una blanda circolazione anticiclonica, la quale sarà poi ininfluente sulle condizioni meteorologiche estive.
Quest’anno, oltre ad essersi verificato tardivamente (alla fine di aprile), il Final Warming si è manifestato con una anomala forte sinergia fra stratosfera e troposfera e, come capita in pieno inverno, con conseguenti discese di blocchi di aria fredda dalla calotta polare verso le medie latitudini. Tutto il mese è stato influenzato da questo tipo di circolazione, con due principali irruzioni di aria artica che, nelle prime due settimane, hanno fatto ripiombare l’Italia in una situazione a tratti invernale, caratterizzata da precipitazioni abbondanti e da episodi nevosi a quote insolitamente basse.
Il giorno 5, ad esempio, durante la prima delle due irruzioni le temperature massime sono rimaste sotto i 10 gradi in molte zone del Nord e della Toscana, e sono state osservate nevicate con accumulo nelle aree pedemontane collinari dell’Appennino Emiliano. In questo stesso frangente, nelle zone oltralpe, più precisamente a Berna, si è verificata la nevicata più tardiva della serie storica che parte dal 1931.
Durante la seconda irruzione, avvenuta poco prima della metà del mese, le forti e insistenti precipitazioni hanno causato esondazioni e allagamenti in Emilia Romagna e Marche, mentre la neve è tornata a imbiancare l’Appennino settentrionale fino a 600 metri di quota.
Temperatura (°C) | Precipitazioni | |
Maggio | -2.3 | +97% |
Primavera | -0.1 | +22% |
Da inizio anno | 0 | +9% |
Tempo di stampo quasi invernale in Italia, 30 gradi vicino al Circolo Polare Artico
Le generali e pressoché continue condizioni di tempo perturbato sono testimoniate dalla configurazione della circolazione atmosferica media del mese che mette in risalto una marcata anomalia sull’area euro-mediterranea. Si tratta di un’anomalia barica negativa determinata proprio dalla frequente presenza di depressioni e saccature associate a varie perturbazioni che hanno trovato in quel corridoio un facile accesso al Mediterraneo centrale. Mentre all’interno di questa vasta area il tempo restava ostinatamente perturbato e a tratti di stampo invernale, ai suoi bordi persistevano condizioni di tenore diametralmente opposto: sole e caldo con temperature sopra la media predominavano non solo sulla Penisola Iberica, ma, cosa sicuramente più degna di nota, anche sulla Russia, al punto che il giorno 12 sono stati osservati picchi massimi oltre i 30°C a latitudini prossime al Circolo Polare Artico.
Per trovare un maggio più freddo occorre tornare indietro al 1991
Sull’Italia questa situazione ha dato origine a un maggio complessivamente freddo e piovoso. L’anomalia di -2.3°C pone questo mese al 5° posto fra i mesi di maggio più freddi degli ultimi 60 anni a pari merito con quello del 1987; per trovare un maggio più freddo occorre tornare indietro di 28 anni, a quello del 1991 che rappresenta anche il più freddo della serie. Le anomalie termiche negative sono distribuite in maniera abbastanza omogenea in tutto il territorio, ma con una leggera predominanza del settore di Nord-Est dove le elaborazioni mostrano uno scarto di -2.8°C. A pesare di più sono stati i valori particolarmente contenuti delle temperature massime che hanno fatto registrare un’anomalia pari a -3.1°C a livello nazionale, ma con un picco di -3.8°C di nuovo sulle regioni nord-orientali.
Durante le fasi più fredde sono stati ritoccati alcuni record di temperatura minima, come ad esempio ad Aosta Pollein con -0.7°C, sull’isola di Capri Eliporto con 8.6°C, a Lecce con 3.2°C e a Sciacca con 6.5°C. Altre minime, pur non essendo dei record storici, non si vedevano in maggio da mezzo secolo, come i 3.1°C di Firenze, i 6°C di Trieste o i 9.2°C di Palermo.
Anche le massime, durante le irruzioni fredde, sono scese a livelli così bassi da non averne riscontro negli ultimi decenni, come ad esempio, fra i numerosi casi, i 10°C a Roma e i 10.8°C a Bologna.
La notevole anomalia termica negativa di maggio ha complessivamente riportato nella norma la temperatura media calcolata da inizio anno, con scarti leggermente positivi al Centro-Nord e leggermente negativi al Sud e Isole. La stagione primaverile, invece, scende quasi ovunque leggermente sotto la media (-0.1°C a livello nazionale), con solo una lieve controtendenza al Nord-Ovest (+0.1°C).
Dieci perturbazioni sull’Italia: è stato il secondo maggio più piovoso degli ultimi 60 anni
Le dieci perturbazioni che hanno interessato la nostra penisola, metà delle quali molto intense, hanno contribuito a scaricare un quantitativo di pioggia circa doppio rispetto alla media del trentennio 1981-2010 (+97% a livello nazionale). Si tratta del 2° maggio più piovoso degli ultimi 60 anni, dopo quello del 1984; un risultato che riequilibra il bilancio dallo scorso dicembre assottigliando così il forte deficit che si era accumulato fino a marzo portandolo ad appena il -3%.
Emergenza siccità rientrata, quindi? In realtà solo sul piano esclusivamente aritmetico, poiché le abbondanti precipitazioni e le fasi fredde hanno sicuramente creato dei danni alle colture incidendo solo in parte sull’approvvigionamento idrico. Comunque, da inizio anno il bilancio torna positivo con un’anomalia complessiva pari a +9%, a parte alcuni settori dove persiste il segno meno come ad esempio al Nord-Ovest (-12%) e in Sicilia (-9%). Anche la stagione primaverile, dopo un marzo siccitoso e un aprile in ripresa, vede, con il contributo di maggio, un’anomalia nettamente positiva pari a +22% a livello nazionale.
Tornando al mese di maggio, spiccano alcuni dati che rappresentano nuovi record di accumulo mensile nell’ambito degli ultimi 60 anni, come i 255 mm a Udine e i 203 mm a Venezia, che rappresentano circa il triplo delle precipitazioni normali. In altre località, pur non avendo registrato dei record, sono state osservate anomalie ancora più notevoli tenendo conto del periodo tardo primaverile che vedrebbe, soprattutto al Centro-Sud, un normale declino delle precipitazioni; ad esempio si va dal quadruplo delle normali piogge a Pescara e Cagliari fino a cinque volte il valore normale a Campobasso.
I dati
Anomalie mensili del mese di maggio 2019
Temperatura (°C) | Precipitazioni | |
ITALIA | -2.3 | +97% |
Nord-Ovest | -2.2 | +19% |
Nord-Est | -2.8 | +115% |
Centro | -2.1 | +129% |
Sud | -2.2 | 184% |
Sicilia | -2.4 | +144% |
Sardegna | -2.1 | +133% |
Anomalie stagionali – Primavera 2019
Temperatura (°C) | Precipitazioni | |
ITALIA | -0.1 | +22% |
Nord-Ovest | +0.1 | -3% |
Nord-Est | -0.2 | +55% |
Centro | 0 | +18% |
Sud | -0.2 | +29% |
Sicilia | -0.6 | -5% |
Sardegna | -0.3 | +33% |
Anomalie da inizio anno 2019
Temperatura (°C) | Precipitazioni | |
ITALIA | 0 | +9% |
Nord-Ovest | +0.6 | -12% |
Nord-Est | +0.3 | +40% |
Centro | +0.1 | +2% |
Sud | -0.4 | +18% |
Sicilia | -0.7 | -9% |
Sardegna | -0.4 | +14% |
Aggiornamento sulla concentrazione di CO2
La concentrazione di CO2 è ben al di sopra della soglia dei 400 ppm. La misurazione può ritenersi globalmente costante, confrontando i valori misurati dalla stazione di Mauna Loa, alle Hawaii, con quelli misurati dalla stazione di Monte Cimone, in Emilia Romagna.
Mauna Loa | Monte Cimone | |
Maggio 2019 | 414.66 ppm | 412.48 ppm |
Maggio 2018 | 411.24 ppm | 408.35 ppm |