Siccità e caldo record: il 2022 è stato il più caldo e meno piovoso dal 1961
La mancanza di precipitazioni e la persistenza di temperature elevate hanno dimezzato la disponibilità idrica annua italiana nel 2022. Nel frattempo il Mediterraneo ha raggiunto la temperatura superficiale più elevata dal 1982
Il 2022 per l’Italia è stato un anno record sia per la siccità che per il caldo anomalo. Il rapporto “Clima in Italia nel 2022” appena pubblicato, realizzato da ISPRA con coinvolgimento del Sistema nazionale per la protezione ambientale SNPA, descrive le anomalie climatiche che si sono tradotte per l’Italia in una eccezionale mancanza di precipitazioni, piovose e nevose, e in un caldo esagerato, anomalie che pongono il 2022 al primo posto tra gli anni più caldi e meno piovosi dal 1961.
Clima Italia, il 2022 è stato l’anno più caldo e meno piovoso dal 1961
Le temperature in Italia si sono mantenute di 1,23 gradi al di sopra della media climatologica del periodo 1991-2020, rendendo di fatto il 2022 l’anno più caldo dal 1961, addirittura mezzo grado (0,58 °C) più caldo del 2018, il precedente anno record, e di 1 grado più caldo rispetto al 2021.
Ad eccezione di marzo e aprile, ogni mese è stato più caldo della media: giugno, in particolare, è stato particolarmente caldo, con una anomalia di oltre 3 gradi rispetto alla norma, ma anche luglio, ottobre e dicembre si sono distinti per temperature molto elevate, discostandosi dalla media di oltre 2 gradi. L’anomalia più marcata è stata registrata durante l’estate (+2,18°C), seguita dall’autunno (+1,38°C) e dall’inverno (+0,58°C).
Il caldo anomalo della temperatura dell’aria ha avuto effetti anche sulla temperatura superficiale del Mediterraneo che, nel 2022 è stata la più alta mai osservata dal 1982, con una anomalia di +1 grado rispetto al trentennio 1991-2020.
Precipitazioni scarse, soprattutto al Nord
Il 2022 è stato segnato da una siccità senza precedenti per l’Italia: rispetto alla media climatologica 1991-2020 parliamo di una mancanza di precipitazioni del 22%. Il periodo più siccitoso è stato sicuramente quello che va da gennaio a luglio, quando è mancato all’appello il 39% della pioggia. Il Nord, come sappiamo, è la zona che ha ricevuto la minore quantità di pioggia e neve (-33%), seguito da Centro (-15%) e dal Sud e Isole (‑13%).
Il 2022 è stato un anno praticamente asciutto in Piemonte, Liguria di Ponente, Sicilia e Sardegna: qui si sono visti localmente 330 giorni asciutti su 365, con il massimo di 347 giorni a Capo Bellavista (NU), seguito da 345 giorni presso la stazione sinottica di Lampedusa.
Ottobre e gennaio sono stati i mesi più secchi in assoluto, rispettivamente con anomalie addirittura del -62% e -54%. In controtendenza c’è agosto, che ha visto quasi il 70% della pioggia in più rispetto al normale.
Nel 2022 disponibilità di acqua annua dimezzata
Il prolungato deficit di precipitazioni ha ridotto notevolmente la disponibilità di acqua per la ricarica delle falde acquifere, dei laghi e degli invasi. L’inverno 2022 è stato caratterizzato da una copertura nevosa esigua rispetto agli ultimi decenni e che si è fusa velocemente nei mesi primaverili ed estivi a causa delle alte temperature: nel mese di maggio è stata stimata una superficie inferiore a 5.000 km2, paragonabile a una situazione tipica di fine giugno-luglio.
“Le prolungate condizioni di siccità, associate alle alte temperature – si legge nel report – hanno determinato una forte riduzione della disponibilità naturale di risorsa idrica: stimata per l’Italia una disponibilità annua di 221,7 mm (ca. 67 km3), che rappresenta il minimo storico dal 1951 a oggi, e delinea una riduzione di circa il 50% rispetto alla disponibilità annua media di risorsa idrica stimata per l’ultimo trentennio climatologico 1991-2020″, trentennio in cui la disponibilità annua era già il 20% inferiore rispetto al trentennio 1921–1950.
L’inverno 2022 è stato caratterizzato da una copertura nevosa esigua rispetto agli ultimi decenni e che si è fusa velocemente nei mesi primaverili ed estivi a causa delle alte temperature: nel mese di maggio è stata stimata una superficie inferiore a 5.000 km2, paragonabile a una situazione tipica di fine giugno-luglio. Il protrarsi nel corso dell’anno di questa, finora rara, combinazione di precipitazioni nevose molto scarse e temperature decisamente sopra le medie climatologiche, ha contribuito ad alimentare le condizioni di forte siccità, oltre ad avere pesanti conseguenze sui ghiacciai alpini che già a partire dai primi giorni di giugno si sono ritrovati in gran parte scoperti da neve: la fusione glaciale 2022 nel settore nord-occidentale delle Alpi è stata quattro volte più intensa rispetto alla media degli ultimi 20 anni.
Eventi meteo estremi
Nonostante la siccità, non sono mancati eventi estremi con piogge alluvionali. Ricordiamo il tragico evento che il 15 settembre ha investito le Marche: qui un sistema temporalesco autorigenerante e stazionario ha causato fenomeni intensi, con precipitazioni giornaliere che hanno superato localmente i 400 mm.
Tra i fenomeni estremi che hanno caratterizzato l’anno c’è anche l’evento meteo-marino eccezionale che a fine novembre 2022 ha interessato l’Alto Adriatico: l’evento, “connesso al fenomeno della ciclogenesi alpina, ha fatto temporaneamente registrare valori di innalzamento del livello del mare sotto costa anche superiori a 200 cm (tra i più alti delle serie storiche esistenti), che hanno reso necessaria l’attivazione delle barriere del MOSE di Venezia”.
Da ricordare anche l’evento drammatico del 26 novembre a Ischia, con precipitazioni intense e massimi di 176,8 mm in 24 ore, presso la stazione di Forio d’Ischia e 13,4 mm in 10 minuti, presso la stazione di Monte Epomeo, che ha innescato colate di fango e causato la perdita di vite umane e ingenti danni al territorio.
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