Consumo di suolo in Italia ai massimi da 10 anni: così si aggravano le alluvioni
Il cemento ricopre ormai 21.500 km2 di suolo nazionale
Il consumo di suolo in Italia torna a crescere, con il valore più elevato degli ultimi 10 anni. Lo rivela il rapporto Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2022.
Sull’EcoAtlante Ispra è facile anche constatare quanto gli edifici incidano sulla perdita di suolo: nel 2021 oltre 1.120 ettari sono stati coperti dalla costruzione di nuovi edifici che si distribuiscono tra aree urbane (32%), aree suburbane e produttive (40%) e aree rurali (28%). Prosegue inoltre il consumo di suolo dovuto alla costruzione di nuovi poli logistici, ben 323 ettari nel 2021 prevalentemente nel Nord-Est (105 ettari) e nel Nord-Ovest (89 ettari), alcuni dei quali rilevati anche in aree a pericolosità idrogeologica elevata.
Online il terzo numero di AmbienteInforma – Speciale EcoAtlante dedicato al consumo di suolo:?https://t.co/tCKcdHEkeD
EcoAtlante, lo strumento che permette di visualizzare facilmente dati e mappe sull’ambiente in Italia. pic.twitter.com/Miqx0mT6tb— SNPA (@SNPAmbiente) October 11, 2022
Il consumo di suolo avanza con una velocità che supera i 2 metri quadrati al secondo e con una media di 19 ettari al giorno. In questo modo la perdita di terreno arriva a toccare i 70 km2 di nuove coperture artificiali in un solo anno. Il cemento ricopre ormai 21.500 km2 di suolo nazionale, dei quali 5.400, un territorio grande quanto la Liguria, riguardano i soli edifici, che rappresentano il 25% dell’intero suolo consumato.
Roma, inoltre, consuma più suolo di tutte le altre città italiane e risulta essere
in questa posizione dal biennio di rilevazione 2017-2018: consuma in media più di 90 ettari l’anno.
l consumo di suolo è monitorato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente che ogni anno realizza il Rapporto nazionale “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”. È un fenomeno associato alla perdita di una risorsa ambientale fondamentale, dovuta all’occupazione di superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale. Il fenomeno si riferisce, quindi, a un incremento della copertura artificiale di terreno, legato alle dinamiche insediative. Un processo prevalentemente dovuto alla costruzione di nuovi edifici e infrastrutture, all’espansione delle città, alla densificazione o alla conversione di terreno entro un’area urbana, all’infrastrutturazione del territorio.
Consumo di suolo e alluvioni
La cementificazione dovuta al consumo di suolo contribuisce a rendere il nostro Paese meno sicuro. L’impermeabilizzazione del suolo aumenta infatti il rischio di disastri e rende il terreno sempre più fragile: dal 2000 al 2019 il dissesto idrogeologico ha causato 438 morti in Italia.
Ad oggi non abbiamo in Italia una legge sul consumo di suolo e la discussione su di essa va avanti dal 2012 senza successo. La Commissione Europea nel 2021 ha approvato la nuova Strategia europea per il suolo al 2030 impegnandosi a promuovere una Direttiva sul tema entro il 2023 e rendendo ancora più urgente l’intervento del legislatore nazionale.
La legge sul consumo del suolo, secondo il Wwf, dovrà muoversi in una logica di “bilancio zero del consumo del suolo” stimolando il recupero delle aree già occupate e degradate: nelle sole aree urbane si potrebbe intervenire su oltre 310 Km quadrati di edifici non utilizzati (una superficie pari all’estensione di Milano e Napoli).
Per Legambiente, oltre alla fondamentale legge, occorre prevedere il divieto di edificazione nelle aree a rischio, la riapertura dei fossi e dei fiumi tombati nel passato, il recupero della permeabilità del suolo attraverso la diffusione di Sistemi di drenaggio sostenibile (SUDS) che sostituiscano l’asfalto e il cemento.