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Essere Montagna, il graphic novel di Jacopo Starace

«La contaminazione delle certezze è la grande magia che i libri riescono a realizzare»

Graphic novel e fumetti sono un mezzo di comunicazione intrinsecamente metaforico [Wolk, 2007]. Sebbene tutto sia filtrato attraverso gli occhi dell’artista, richiedono costantemente al lettore di interpretarne attivamente il contenuto. Si tratta di uno scambio attivo tra la storia e il lettore che immagina, interpreta e attribuisce significato ai simboli che riconosce all’interno delle strisce.

Le narrazioni visive come i graphic novel, ovvero dei veri e propri romanzi illustrati che rispettano la struttura di un testo narrativo vero e proprio, sono in grado di fondere perfettamente metafore e spiegazioni, senza interrompere il flusso della narrazione [Green e Brock, 2000]; spesso vengono utilizzati per trattare tematiche legate all’attualità, sia in modo esplicito, sia attraverso la costruzione di narrazioni fantastiche ma con elementi che permettono al lettore di interagire con la storia ad un livello più personale.

Essere Montagna è il titolo dell’ultimo graphic novel di Jacopo Starace, pubblicato quest’anno dalla casa editrice Bao Publishing, che è stato definito come un “fantasy ecologico”.  La storia ricostruisce una realtà immaginaria in cui si presentano al lettore argomentazioni proprie anche del nostro tempo: la scelta tra la fiducia nel sapere scientifico o nella divina provvidenza, la debolezza umana di fronte alla natura, il costante confronto generazionale ma soprattutto il grande tema del dubbio che ci permette di cambiare punto di vista sulle cose e di immaginare alternative e soluzioni.

L’autore è Jacopo Starace, fumettista e illustratore italiano, crea una storia complessa e stratificata, ambientata in un mondo in cui esistono gli uomini formica, umani alti appena qualche millimetro. Anni dopo che la loro popolazione è stata decimata da una misteriosa malattia, e che gli uomini montagna, creature quasi mitiche, gigantesche, hanno lasciato cadere sulle terre degli uomini formica una cura per la malattia, il morbo ritorna. Solo che la popolazione è ormai preda di un culto religioso basato sull’aiuto che cade dal cielo, e le scorte di antidoto si sono esaurite da tempo. Per l’uscita di questo libro gli abbiamo fatto qualche domanda, sia sulla storia illustrata che sul suo rapporto con l’ecologia e l’attuale crisi ambientale.

Essere Montagna è stato definito un “fantasy ecologico”, come autore quanto ti senti vicino alle tematiche riguardanti l’ecologia? 

«Negli ultimi anni mi sono reso conto di essere molto più sensibile rispetto la scioccante tematica delle plastiche e dell’inquinamento a loro associato. Ogni cattiva notizia che sento in proposito mi crea davvero sconforto e per questo cerco di fare il più possibile, nel mio piccolo, per aiutare la causa.»

Nel libro c’è una contrapposizione tra sapere scientifico e fede nella divina provvidenza, che prende vita con i personaggi di Amanita e del Priore, ma mentre tra loro perdura uno scontro distruttivo alla fine è la forza del giovane Myco ad essere il vero punto di svolta della situazione. In questi tempi di profonda crisi ecologica e climatica, è opinione comune soprattutto tra i giovani che siano proprio le azioni dell’uomo nell’interesse della comunità tutta, la chiave per la transizione verso un sistema sostenibile e resiliente. Pensi che veicolare questo tipo di concetto attraverso i graphic novel in chiave fantasy possa avere anche una funzione divulgativa e di sensibilizzazione?

«Sicuramente. Credo che l’arte in generale riesca a porre dei dubbi e a mettere i bastoni fra le ruote alle nostre convinzioni, per tentare di rimescolare il nostro pensiero e indirizzarci verso diverse visioni, contagiandoci in maniera positiva. Sono del parere che una buona idea sia il frutto di più intuizioni e la contaminazione delle certezze è la grande magia che i libri riescono a realizzare.»

 L’ambientazione generale della storia è il suolo visto dalla dimensione degli uomini formica, uno degli ecosistemi su cui oggi rileviamo in maniera significativa lo sfruttamento da parte dell’uomo, da cosa nasce questa scelta? 

«Spesso anch’io mi sono sentito schiacciato da eventi molto più grandi di me e mi sono trovato a domandarmi quale impatto avessero queste stesse circostanze su ecosistemi ancor più piccoli e deboli del sottoscritto. Con Essere Montagna volevo indagare quanto la mano dell’uomo, per certi versi, può essere dannosa per i micro-mondi e come combattere e adoperarsi per riuscire a fare sempre meglio e per aiutare ciò che ci circonda e amiamo.»

Jacopo Starace, crea una storia del nostro tempo ma ambientata a livello del suolo, uno degli elementi più penalizzati e martoriati dall’azione umana. Con un disegno eccellente, restituisce colore e vita alle pagine. Con una empatia straordinaria, trasferisce sensibilità ai personaggi che ci trascinano nella storia dall’inizio al finale a dir poco commovente. Il messaggio emerge chiaramente nonostante non l’autore non esprima mai esplicitamente alcuna opinione personale, ma lasciando trasparire un concetto fondamentale della riflessione: interrogarsi sul proprio punto di vista, può mettere in discussione tutto ma anche rinnovare tutto.

 

 

Elisabetta Ruffolo

Elisabetta Ruffolo (Milano, 1989) Laureata in Public Management presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Milano. Head of communication di MeteoExpert, Produttrice Tv per Meteo.it, giornalista e caporedattrice di IconaClima. Ha frequentato l’Alta scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per il Master in Comunicazione e gestione della sostenibilità.

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