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Fiumi, 16mila km da riqualificare e barriere obsolete: l’indagine del WWF

Il WWF, attraverso l'iniziativa "LiberiAmo i fiumi" ha censito le barriere artificiali di molti corsi d'acqua che spesso si rivelano inutili e controproducenti

I fiumi in Italia non sono in buona salute e necessitano di una consistente opera di riqualificazione per ridurre il rischio idrogeologico, aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici, tutelare la biodiversità e riqualificare gli ecosistemi d’acqua dolce. Proprio per questo motivo WWF Italia, insieme alla Federazione Italiana Canoa Kayak e allo Spinning Club Italia, hanno lanciato l’iniziativa di Citizen science LiberiAmo i fiumi” con la quale dal 22 marzo scorso a oggi sono state censite le barriere artificiali di molti corsi d’acqua.

Fiumi in Italia, rimuovere le barriere obsolete aiuterebbe a riconnettere e riqualificare 25mila km di corsi d’acqua

L’indagine del WWF si concentra dunque sulle barriere artificiali che spesso si rivelano inutili e controproducenti. Molte di queste potrebbero essere rimosse, contribuendo così a riconnettere e riqualificare 25mila km di fiumi entro il 2030 come richiesto nella Strategia Europea per la Biodiversità.

La strategia dell’Europa per proteggere la biodiversità

Grazie all’utilizzo dell’App Barrier Tracker, il WWF è arrivato ad identificare 11.054 barriere (dighe, traverse, rampe, chiuse) alla continuità ecologica e geomorfologica dei fiumi italiani. In generale in Europa sono state identificate 830 barriere che sarebbe importante rimuovere e ad oggi ne sono state rimosse 111 tra dighe e traverse.

In Italia 16mila km di fiumi da riqualificare: «Il tempo per agire è scaduto»

Per quanto riguarda la riqualificazione dei fiumi, la Strategia Europea per la Biodiversità stabilisce che “occorre adoperarsi di più per ristabilire gli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi. Uno dei modi per farlo consiste nell’eliminare o adeguare le barriere che impediscono il passaggio dei pesci migratori e nel migliorare il flusso libero dei sedimenti: s’intende così ristabilire lo scorrimento libero di almeno 25.000 km di fiumi entro il 2030″.

In Italia finora non si è mosso nulla e dunque va da sé che serve urgentemente redigere un Piano di ripristino ambientale e di rimozione delle barriere. Il Piano in questione dovrebbe stabilire il modo in cui l’Italia intende contribuire all’obiettivo europeo, rimuovendo le barriere e contribuendo così al ripristino della connettività con almeno 16mila km di fiumi da riqualificare.

L’attività umana ha distrutto la biodiversità in più della metà dei fiumi del Pianeta

Il tempo per agire è quasi scaduto – sottolinea Andrea Agapito Ludovici, Responsabile Acque WWF Italia – è necessario da un lato iniziare a rinaturalizzare i nostri fiumi, e dall’altro bloccare ulteriori interventi di mini-idroelettrico lungo i corsi d’acqua naturali ed evitare la costruzione diffusa di invasi, che aumentano la frammentazione e la vulnerabilità agli impatti dei cambiamenti climatici. E come WWF abbiamo voluto dare il nostro contributo con l’iniziativa LiberiAmo i Fiumi, con l’obiettivo di mappare, con sempre maggior precisione, tutto ciò che ostacola artificialmente i nostri corsi d’acqua. Per creare una banca dati europea delle barriere”.

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