Fiumi, 16mila km da riqualificare e barriere obsolete: l’indagine del WWF
Il WWF, attraverso l'iniziativa "LiberiAmo i fiumi" ha censito le barriere artificiali di molti corsi d'acqua che spesso si rivelano inutili e controproducenti
I fiumi in Italia non sono in buona salute e necessitano di una consistente opera di riqualificazione per ridurre il rischio idrogeologico, aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici, tutelare la biodiversità e riqualificare gli ecosistemi d’acqua dolce. Proprio per questo motivo WWF Italia, insieme alla Federazione Italiana Canoa Kayak e allo Spinning Club Italia, hanno lanciato l’iniziativa di Citizen science “LiberiAmo i fiumi” con la quale dal 22 marzo scorso a oggi sono state censite le barriere artificiali di molti corsi d’acqua.
Oggi #26settembre è #WorldRiversDay
Questo è il #Tagliamento, l'ultimo fiume selvaggio alpino
Ma la situazione è ben diversa
La costruzione diffusa di invasi aumenta la frammentazione e la vulnerabilità agli impatti del #climatechange#Fiumi report #WWF▶️https://t.co/cRIRzShkIg pic.twitter.com/Cb2BjIMZT2— wwfitalia (@WWFitalia) September 26, 2021
Fiumi in Italia, rimuovere le barriere obsolete aiuterebbe a riconnettere e riqualificare 25mila km di corsi d’acqua
L’indagine del WWF si concentra dunque sulle barriere artificiali che spesso si rivelano inutili e controproducenti. Molte di queste potrebbero essere rimosse, contribuendo così a riconnettere e riqualificare 25mila km di fiumi entro il 2030 come richiesto nella Strategia Europea per la Biodiversità.
La strategia dell’Europa per proteggere la biodiversità |
Grazie all’utilizzo dell’App Barrier Tracker, il WWF è arrivato ad identificare 11.054 barriere (dighe, traverse, rampe, chiuse) alla continuità ecologica e geomorfologica dei fiumi italiani. In generale in Europa sono state identificate 830 barriere che sarebbe importante rimuovere e ad oggi ne sono state rimosse 111 tra dighe e traverse.
In Italia 16mila km di fiumi da riqualificare: «Il tempo per agire è scaduto»
Per quanto riguarda la riqualificazione dei fiumi, la Strategia Europea per la Biodiversità stabilisce che “occorre adoperarsi di più per ristabilire gli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi. Uno dei modi per farlo consiste nell’eliminare o adeguare le barriere che impediscono il passaggio dei pesci migratori e nel migliorare il flusso libero dei sedimenti: s’intende così ristabilire lo scorrimento libero di almeno 25.000 km di fiumi entro il 2030″.
In Italia finora non si è mosso nulla e dunque va da sé che serve urgentemente redigere un Piano di ripristino ambientale e di rimozione delle barriere. Il Piano in questione dovrebbe stabilire il modo in cui l’Italia intende contribuire all’obiettivo europeo, rimuovendo le barriere e contribuendo così al ripristino della connettività con almeno 16mila km di fiumi da riqualificare.
L’attività umana ha distrutto la biodiversità in più della metà dei fiumi del Pianeta |
Il tempo per agire è quasi scaduto – sottolinea Andrea Agapito Ludovici, Responsabile Acque WWF Italia – è necessario da un lato iniziare a rinaturalizzare i nostri fiumi, e dall’altro bloccare ulteriori interventi di mini-idroelettrico lungo i corsi d’acqua naturali ed evitare la costruzione diffusa di invasi, che aumentano la frammentazione e la vulnerabilità agli impatti dei cambiamenti climatici. E come WWF abbiamo voluto dare il nostro contributo con l’iniziativa LiberiAmo i Fiumi, con l’obiettivo di mappare, con sempre maggior precisione, tutto ciò che ostacola artificialmente i nostri corsi d’acqua. Per creare una banca dati europea delle barriere”.
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