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Sui ghiacciai valdostani neve 3 volte superiore allo scorso inverno: i dati

Il dato coincide anche con il valore massimo della serie storica di monitoraggi dal 2001.

Buone notizie per i nostri ghiacciai arrivano dal monitoraggio condotto al termine della stagione invernale dall’Arpa Valle d’Aosta sugli accumuli di neve sui ghiacciai. L’inverno a cavallo tra 2023 e 2024 è stato più ricco di precipitazioni rispetto al precedente e le temperature, malgrado una prima parte di primavera particolarmente calda, si sono allineate alla media, se non persino abbassate rispetto ai dati degli anni passati, favorendo in questo modo la conservazione del manto nevoso.

Altezza del manto nevoso (in cm) rilevata ai 2.170 m di quota della stazione di Orvieille (Valsavarenche), sul versante opposto a quello del Ghiacciaio del Timorion.
Anni idrologici (01 settembre – 30 maggio) 2022/23 e 2023/24 a confronto: è evidente, oltre al totale accumulato, con massimo a fine marzo/inizio aprile e un ulteriore incremento a inizio maggio, la differenza nella completa sparizione del manto nevoso. Crediti Arpa VdA

“Sul Ghiacciaio del Timorion, riporta Arpa – l’accumulo di acqua nella neve registrato è tre volte superiore a quello della stagione 2022/23, e coincide anche con il valore massimo della serie storica di monitoraggi dal 2001. Per il Ghiacciaio del Rutor la stagione 2023/24 si posiziona al secondo posto per abbondanza di massa nel periodo di monitoraggio di 20 anni.

Questo è quanto emerge dalla prima fase del monitoraggio dei ghiacciai regionali destinata alla misura degli apporti nevosi nell’inverno appena trascorso, che si è conclusa con le misure di accumulo effettuate martedì 28 maggio sul ghiacciaio del Rutor (La Thuile) e giovedì 30 maggio 2024 sul ghiacciaio del Timorion (Valsavarenche).

La stagione invernale 2023/24, rispetto a quella precedente, è stata mediamente più ricca di precipitazioni, concentrate soprattutto nel periodo del tardo inverno e inizio primavera. Dopo un avvio dell’anno 2024 con temperature superiori alle medie storiche, i mesi di aprile e maggio sono stati caratterizzati da valori di temperatura nella media, o addirittura di un grado più bassi (maggio), favorendo la conservazione del manto nevoso fine alla fine di maggio.

A livello locale, i valori di neve accumulati sono variabili in funzione del settore geografico e della quota, fattori che influenzano sia le dinamiche degli accumuli rispetto alla tipologia di perturbazione che li ha generati, sia il metamorfismo e la fusione nel periodo primaverile.

Il ghiaccio del Rutor notoriamente beneficia di apporti nevosi generalmente maggiori rispetto al Timorion e negli inverni passati questo veniva ricondotto alla posizione geografica sensibilmente differente dei due apparati: il Rutor più “esterno” e quindi più soggetto agli apporti derivanti dalle perturbazioni atlantiche e il Timorion più “interno” e quindi meno coinvolto da quest’ultime.

Nell’inverno appena trascorso si è potuto osservare come tale differenza sia venuta a mancare, mettendo in luce un più uniforme e ricco apporto di precipitazioni nevose sui due apparati glaciali”.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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