Il futuro dei raccolti è a rischio: con l’aumento delle temperature avremo più invasioni di locuste
Possibile correlazione tra cambiamenti climatici e incremento della frequenza e dell'intensità delle incursioni. Lo studio
Uno studio dell’Università statale dell’Arizona pubblicato su Ecological Monographs si è focalizzato sulla possibile correlazione tra cambiamenti climatici e incremento della frequenza e dell’intensità delle invasioni di locuste. In base agli scienziati nei prossimi anni, proprio a causa del riscaldamento globale, assisteremo a un numero sempre crescente di incursioni di queste cavallette giganti con notevoli danni all’agricoltura di interi Paesi.
“Il cambiamento climatico globale probabilmente aggraverà le perdite di raccolto dovute a insetti nocivi, riducendo la produzione agricola e minacciando la sicurezza alimentare. Abbiamo sviluppato modelli meccanicistici e ibridi che catturano esplicitamente i processi e gli impatti previsti del cambiamento climatico per un parassita agricolo, la locusta sudamericana. Poiché le locuste sono erbivore generaliste circondate da cibo, la crescita della loro popolazione può essere limitata dagli effetti termici sulla digestione più che dalla disponibilità di cibo“.
Più fa caldo e più rapidamente questi animali digeriscono il cibo; ne consegue che possono mangiare di più ed accelerare il loro sviluppo. Mettendoci meno tempo a riprodursi potrebbero dare vita a tre diverse generazioni ogni anno, al posto di due come avviene ora. Avere più generazioni determina più sciami e maggiori invasioni, perché con il caldo le specie migratorie espanderanno il loro areale. Le locuste trascorrono la maggior parte del loro tempo in una forma innocua e soprattutto solitaria. Quando le condizioni sono favorevoli, tendono a uscire da questo stato per diventare sociali e si aggregano in sciami che possono comprendere decine di milioni di individui e che riescono a percorrere più di 100 km in un giorno, consumando la stessa quantità di cibo di 35 persone.
Il gruppo di universitari ha costruito un modello informatico che combina le previsioni climatiche per i prossimi decenni con la fisiologia delle locuste, in particolare si sono concentrati sulla loro capacità di digerire il cibo in ambienti diversi, non di ingerirlo perché quello lo fanno indipendentemente dalla temperatura e sono in grado di tenerlo in pancia non digerito per qualche tempo, in attesa di spostarsi in un’area più calda, maggiormente favorevole per la digestione.
Stando al modello dello studio, il Sud America rischia di perdere il 20% in più del proprio raccolto nei prossimi anni ed è probabile che un discorso simile si possa fare anche per le altre zone del mondo spesso colpite da questa piaga. Il futuro dei raccolti è a rischio e per colpa delle locuste potremmo trovarci nei prossimi decenni a dover affrontare sempre più carestie.