Fridays For Future lancia “Ritorno al Futuro”: un mondo nuovo in 7 punti
In occasione del Digital Strike, i giovani attivisti lanciano un piano ecologico per la rinascita post Coronavirus
In occasione del Digital Strike, il più grande sciopero digitale mondiale sul clima, viene ufficialmente inaugurata la campagna “Ritorno al Futuro“. Ideata dai giovani attivisti di Fridays For Future, l’iniziativa ha trovato l’appoggio dei più grandi nomi del panorama ecologista italiano: Greenpeace, WWF e WWF Young, Legambiente, Terra! e Stop-TTIP.
Ritorno al Futuro mira a proporre un piano per la rinascita del Paese dopo l’emergenza Coronavirus, partendo ovviamente dall’emergenza climatica. Fridays For Future aveva già anticipato il lancio della nuova campagna in un’accorata lettera scritta simbolicamente all’Italia, nella quale appunto si chiedeva di ripartire da un mondo nuovo ed ecosostenibile.
Ritorno al Futuro: i sette punti cardine di Fridays For Future
“La transizione ecologica – scrive Fridays For Future Italia – è la strada migliore per rilanciare l’occupazione e redistribuire benessere, per creare lavoro e al contempo evitare che nuove crisi dovute al riscaldamento globale si abbattano su di noi”. Da cosa ripartire dunque? Ritorno al Futuro prevede sette punti cardine:
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- Rilanciare l’economia investendo nella riconversione ecologica: “Dobbiamo interrompere la dipendenza del nostro Paese dai combustibili fossili e puntare a raggiungere l’alimentazione energetica con fonti al 100% rinnovabili. I 19 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi devono essere gradualmente eliminati e devoluti a misure di compensazione per evitare ricadute sociali ed occupazionali. Il piano per la riconversione è in grado di creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, ben retribuiti, di qualità e con tutele sindacali”.
- Riaffermare il ruolo pubblico nell’economia: “Gli enormi pacchetti di stimolo economico che verranno varati devono essere garantiti solo a seguito di impegni vincolanti verso la riconversione ecologica. La crisi petrolifera crea il momento perfetto perché il controllo del settore energetico torni in mano pubblica, in modo da puntare verso una rapida e totale riconversione”.
- Realizzare la giustizia climatica e sociale: “La riconversione deve avvenire tutelando i lavoratori e le lavoratrici ed il suo costo deve gravare su coloro che hanno le maggiori disponibilità economiche, nonché le maggiori responsabilità nella crisi climatica. Lo Stato deve tornare a garantire davvero la salute di tutti i suoi cittadini, indipendentemente da reddito e status, e a tal fine deve rifinanziare in modo consistente il sistema sanitario nazionale, indebolito drasticamente negli ultimi anni dai tagli alla spesa pubblica”.
- Ripensare il sistema agroalimentare: “È fondamentale che il governo promuova il passaggio a un sistema alimentare meno impattante, più locale, più trasparente e a base principalmente vegetale, disincentivando il consumo dei prodotti di origine animale e favorendo la riconversione delle aziende e il ricollocamento dei lavoratori e delle lavoratrici. È inoltre fondamentale lottare contro lo spreco alimentare, che in Italia ammonta a 1,6 milioni di tonnellate di alimenti ogni anno”.
- Tutelare la salute, il territorio e la comunità: “Lo Stato deve tutelare la sanità pubblica garantendo condizioni ambientali salutari e deve impegnarsi a superare l’attuale modello produttivo che mette a rischio le persone e gli ecosistemi. Acqua e aria pulite sono diritti che devono essere universalmente garantiti. È necessario interrompere la costruzione di ogni infrastruttura legata ai combustibili fossili, evitando investimenti sempre più sconvenienti dal punto di vista economico e climatico”.
- Promuovere la democrazia, l’istruzione e la ricerca: “Vogliamo una società in cui esista maggiore partecipazione democratica nelle scelte collettive. La democrazia si basa anche sulla possibilità di informarsi da fonti affidabili e indipendenti. Il sistema scolastico deve essere ripensato per assicurare il diritto allo studio, combattere le disuguaglianze sociali e formare cittadini e cittadine capaci di guidare una riconversione ecologica dell’economia”.
- Costruire l’Europa della riconversione e dei popoli: “È necessario un piano di investimenti pubblici a livello europeo per la ripartenza e la riconversione di tutti i Paesi dell’Ue. Il Green Deal europeo va nella giusta direzione ma è ancora ampiamente insufficiente. Crediamo inoltre che l’Unione europea debba dimostrare di essere veramente fondata su sentimenti di solidarietà e condivisione e debba superare il paradigma cieco e sterile dell’austerità“.