Fridays For Future torna a riempire le piazze: lo sciopero a marzo
«La crisi climatica è arrivata nelle nostre città», avverte Fridays For Future: «l'azione per la giustizia climatica non è rimandabile»
Il movimento ambientalista Fridays For Future ha annunciato la data del prossimo sciopero globale per il clima, che da quattro anni riempie le piazze e le strade di tutto il mondo. Molte le manifestazioni in programma anche per l’Italia: «la crisi climatica è arrivata nelle nostre città, dobbiamo gridare nelle piazze di tutto il mondo che l’azione per la giustizia climatica non è rimandabile» spiega il movimento, nato nel 2019.
Per la prossima giornata di mobilitazione è stato scelto venerdì 3 marzo 2023.
Il racconto dell’ultimo sciopero:
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«La nostra rabbia è energia rinnovabile», commenta Fridays For Future Italia, e annunciando lo sciopero snocciola dati che delineano senza lasciare spazio a dubbi quanto sia urgente l’azione per il clima, anche nel nostro Paese. Solo nel 2022 in Italia si sono verificati 310 eventi estremi, per la maggior parte siccità, grandinate, trombe d’aria e alluvioni. Sono morte 29 persone a causa dei disastri ambientali. Quella del 2022 è stata l’estate più calda della storia europea, che nel sud Italia ha fatto registrare temperature record.
A novembre 2022 la concentrazione media di CO2 nell’atmosfera si aggirava attorno a 420 parti per milione: solo 10 punti sotto il limite indicato dagli esperti per mantenere l’aumento della temperatura globale sotto gli 1.5°C.
Eppure, chi ci guida è ancora molto lontano dall’intraprendere la strada giusta.
«Aumentano anche le bombe climatiche, progetti di esplorazione ed estrazione di combustibili fossili ad alte emissioni che da soli basterebbero a far surriscaldare il pianeta oltre il limite. Mentre nella maggior parte dei comuni italiani aumenta il costo dei trasporti pubblici con nuove tariffe record, le compagnie energetiche vantano miliardi in extra-profitti», sottolinea Fridays For Future.
«Le politiche climatiche italiane sono gravemente insufficienti e si manifestano con totale incoerenza» denuncia Marco Modugno, portavoce del movimento in Italia: «tempistiche tardive, mancanza di un legame tra visione di lungo periodo e obiettivi di medio termine, scarsa implementazione e monitoraggio degli obiettivi raggiunti e disallineamento delle politiche nei diversi livelli dell’amministrazione pubblica».
Nonostante il costo degli impianti rinnovabili diminuisca di anno in anno, l’Italia sceglie di soddisfare l’80% della propria energia primaria con le fonti fossili, creando ostacoli burocratici alle alternative sostenibili e partecipative, come le comunità energetiche.
«La percezione dell’emergenza climatica deve aumentare, specialmente nelle istituzioni, prima che la situazione diventi irreversibile» afferma Michela Spina, portavoce di Fridays For Future Italia: «Tra i disordini di una politica da cui non ci sentiamo rappresentatə, noi, giovani attiviste ed attivisti di Fridays For Future, abbiamo scelto di rinnovare la nostra rabbia ancora e ancora, e manifestare insieme venerdì 3 marzo. Scenderemo nelle piazze di tutto il mondo per trasformare quella rabbia in proposte concrete verso un mondo decarbonizzato».