Greenwashing protagonista all’Ariston? Il tema è già nella sigla del Fantasanremo
Greenpeace intanto denuncia il Greenwashing di Eni: «Sponsorizza il Festival di Sanremo con extraprofitti da record derivanti da gas e petrolio, e svia l’attenzione dalle gravi responsabilità nella crisi climatica»
Al Festival di Sanremo 2023 andrà in scena (anche) il greenwashing.
La denuncia arriva da Greenpeace, che accende i riflettori sul ruolo di ENI, partner istituzionale della kermesse con la sua società Plenitude insieme a Costa Crociere e Suzuki.
«Mentre milioni di persone sono preoccupate per il caro energia che appesantisce le bollette, ENI non solo continua a macinare profitti record e ad alimentare la crisi climatica, ma per il secondo anno consecutivo sfrutta il palcoscenico di Sanremo per fare greenwashing, promuovendo una presunta svolta green ampiamente smentita dai fatti, che suona come l’ennesima presa in giro nei confronti di italiane e italiani».
Così Chiara Campione, responsabile della campagna Clima di Greenpeace Italia, commenta la sponsorizzazione del festival di Sanremo da parte di Plenitude, società controllata al 100 per cento da ENI.
Come tutti i big di gas e petrolio, anche il gigante italiano ha visto schizzare i profitti alle stelle nell’ultimo anno, sulla spinta della guerra in Ucraina e del caro energia. Mentre le bollette si facevano più care per consumatori e imprese, nei primi 9 mesi del 2022 ENI ha registrato un utile netto record a 10,80 miliardi.
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«Grazie a extraprofitti da record derivanti da gas e petrolio, ENI può sponsorizzare eventi come il Festival di Sanremo che servono solo a ripulirsi l’immagine e a sviare l’attenzione dalle gravi responsabilità dell’azienda nella crisi climatica», continua Campione.
«È ora di liberare il mondo della musica, della cultura, dello sport, dell’informazione e dell’istruzione dalla propaganda tossica dell’industria fossile, così come già da tempo abbiamo fatto con le pubblicità e le sponsorizzazioni dell’industria del tabacco».
Il greenwashing denunciato anche nella sigla del Fantasanremo
L’aspetto positivo della vicenda è che i cittadini mostrano una consapevolezza sempre più profonda.
Già durante la scorsa edizione del Festival di Sanremo l’attenzione sul tema greenwashing è stata alta, soprattutto dopo le irruzioni di Greenpeace sul cosiddetto green carpet, sponsorizzato proprio da Plenitude. E la protesta è arrivata fin sul palco dell’Ariston durante l’esibizione di Cosmo e La Rappresentante di Lista:
È successo.
“Stop #Greenwashing” arriva sul palco dell’Ariston #Sanremo2022 #cosmo #larappresentantedilista #stopgreenwashing @Greenpeace_ITA https://t.co/KWP7tmO2g5— IconaClima (@iconaclima) February 4, 2022
Anche quest’anno sarà probabilmente un tema caldo. Mentre continua a scavare nel mondo per estrarre i combustibili fossili responsabili della crisi climatica, a Sanremo ENI sponsorizza un nuovo tappeto “green”, realizzato con un manto erboso naturale e circondato da piante.
Solo nei prossimi giorni sapremo quanto si parlerà effettivamente di greenwashing nell’edizione 2023 del Festival. La questione, intanto, è già entrata nella sigla del Fantasanremo cantata dagli Eugenio in via di Gioia, che scherzano: «C’è Grignani tra i cantanti, c’è il greenwashing tra i bagnanti».
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