Le biodiversità del Mediterraneo studiate a impatto zero. Sarà possibile, grazie al nuovo progetto dell’Università di Milano-Bicocca. In particolare, il lavoro si intitola “Tutti pazzi per il Mediterraneo! – MeD for Med”. Si tratta di un progetto inserito nell’Università del Crowdfunding, il programma di finanza alternativa promosso dall’Università di Milano-Bicocca. Studenti ed ex studenti, docenti, ricercatori e dipendenti dell’Ateneo: tutti insieme per mettere in piedi progetti di grande utilità dal punto di vista tecnico, scientifico ed ambientale. I fondi per realizzare tutto questo arrivano da Produzioni dal Basso, prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation. “Tutti pazzi per il Mediterraneo! – MeD for Med” si propone così di realizzare un sistema di monitoraggio della biodiversità marina del nostro mare senza conseguenze negative per l’ambiente: niente inquinamento, niente invasività. In che modo avverrà tutto questo? Utilizzando, per esempio, i traghetti marini che, nei loro tragitti, recupereranno campioni di acqua del mare per poi analizzarli.
La sostenibilità ambientale alla base del progetto “Tutti pazzi per il Mediterraneo! – MeD for Med”
Questi campioni verranno infatti filtrati in laboratorio per prelevarne il DNA ambientale, nel quale vi sono tracce di DNA lasciate dagli organismi viventi. Non verrà, quindi, prelevato il DNA degli organismi viventi, ma le sue tracce che questi organismi lasciano nell’ambiente. Questa è la grande novità. La sostenitibilità ambientale, d’altra parte, sta diventando uno dei pilastri della ripartenza prevista dopo l’emergenza covid. Tra gli altri vantaggi, vi è la riduzione dei costi di campionamento e la replicabilità dello stesso campionamento. A capo della squadra vi è Elena Valsecchi, ecologa molecolare del dipartimento di Scienze ambientali e della terra all’Università di Milano-Bicocca. Nel team, numerosi docenti, studenti e ricercatori. Ma anche tanti neolaureati del corso di Marine Sciences della Bicocca, di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e della Università inglese di Leeds.
Le biodiversità del Mediterraneo studiate a impatto zero. Già in precedenza era stato avviato uno studio sulla rotta-pilota Livorno-Golfo Aranci: adesso si sono aggiunte quattro nuove rotte
Grazie a questo progetto verrà creato un protocollo replicabile per studiare e monitorare nel tempo la biodiversità marina nel Mediterraneo. Il tutto, senza invasività e senza emissioni aggiuntive. «Le tracce di DNA lasciate dagli organismi marini nell’acqua – afferma Elena Valsecchi – saranno recuperate filtrando campioni di acqua marina nei punti in cui si intende rilevare la composizione e l’abbondanza della biodiversità e i punti di campionamento chiave, in grado di dare una visione complessiva e nel contempo capillare dell’intero bacino Mediterraneo, saranno raggiunti usando traghetti di linea come piattaforma “opportunistica” di campionamento». Nel Mediterraneo è presente quasi un quinto di tutte le specie marine conosciute. Già in precedenza gli scienziati hanno avviato uno studio sulla rotta-pilota Livorno-Golfo Aranci. Adesso si sono aggiunte quattro nuove rotte (Savona-Bastia, Bastia-Nizza, Nizza-Isola Rossa, Tolosa-Ajaccio).
Le nuove rotte inserite nel progetto rappresentano un percorso di grande interesse biologico
«Queste rotte coprono un’area marina più ampia – prosegue la coordinatrice del progetto – e di estremo interesse biologico, che comprende anche gran parte del Santuario Internazionale dei Mammiferi Marini, dove in alcuni periodi dell’anno è facile incontrare tante specie di cetacei come la balenottera comune, le stenelle striate, i tursiopi, conosciuti anche come delfini dal naso a collo di bottiglia, i grampi, i capodogli, i globicefali». I campionamenti inizieranno alla fine dell’emergenza Coronavirus. «Questo del DNA ambientale è un approccio di studio nuovo – afferma la ricercatrice di Milano-Bicocca – destinato a diventare la tecnica del futuro per l’indagine sulla biodiversità. Per promuoverlo abbiamo scelto di puntare sul crowdfunding, una formula di acquisizione fondi che vede il pubblico sempre più protagonista nell’ambito scientifico perché direttamente coinvolto nella raccolta o dei dati o dei finanziamenti».