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Luglio molto caldo e poco piovoso: il 2024 sarà l’anno dei record

Il mese ha chiuso con un’anomalia termica di +2°C rispetto alla media climatica del trentennio 1991-2020

Il mese di luglio è stato molto caldo e, complessivamente, poco piovoso. Ha visto la frequente presenza del promontorio anticiclonico nord-africano fra l’Europa meridionale e orientale, e di anticicloni di blocco fra il nord-est europeo e la Russia, con conseguente confinamento dei principali flussi perturbati sui Paesi atlantici e, al limite, degli affondi sull’Europa centrale e nell’area del Baltico.

In questo scenario, naturalmente, la parte dell’Italia più esposta a questi flussi perturbati è stata quella più settentrionale del Paese; infatti, al netto dei consueti episodi più o meno significativi di instabilità estiva, il grosso delle precipitazioni è stato osservato sulle Alpi centro- orientali e lungo le fasce pedemontane dal Piemonte al Friuli, con locali accumuli di notevole entità, come gli oltre 300 mm nel Varesotto, la metà dei quali dovuta agli intensi rovesci del giorno 7. In generale le precipitazioni sono state più scarse della media con -24% di anomalia nazionale, valore non particolarmente di spicco nell’ambito della serie storica, determinato dalla combinazione fra alcune aree più piovose della media al Nord e sulle regioni meridionali e vaste aree decisamente siccitose distribuite in gran parte del territorio.

Luglio 2024 molto caldo: anomalia di +2°C

Il mese ha chiuso con un’anomalia termica di +2°C rispetto alla media climatica del trentennio 1991-2020, valore che pone il luglio di quest’anno fra i più caldi, più esattamente al 3° posto dopo quelli del 2015 (+2.4°C) e 2022 (+2.2°C) e questo principalmente a causa della lunga e ostinata ondata di caldo cominciata al termine della prima settimana e proseguita, fra apici e parziali attenuazioni, per tutto il resto del mese (e oltre). Le maggiori anomalie sono state osservate al Centro (+2.4°C) e al Sud (+2.5°C), zone particolarmente bersagliate dalle masse d’aria di origine subtropicale che hanno interessato in maniera quasi continua l’area mediterranea nel corso del mese. Di fatto, per le sole regioni centro-meridionali si è trattato del 2° luglio più caldo della serie storica, con alcune località che si sono distinte per le ragguardevoli anomalie mensili; ad esempio, pur non avendo fatto registrare nuovi picchi record di temperatura massima, per Roma e Napoli è stato il luglio più caldo almeno dalla fine degli anni ’50 del secolo scorso, con +3.1°C di scarto dalla media mensile per quel che riguarda la Capitale e +2.6°C di scarto dalla media mensile per quanto riguarda il capoluogo campano.

L’unico possibile nuovo record di temperatura massima nell’ambito della rete Enav/Aeronautica Militare, potrebbe essere il notevole valore di 15°C osservato il giorno 30 a Plateau Rosa; si tratterebbe oltretutto di record assoluto per questa stazione, ma dovrà necessariamente essere validato in un contesto di misurazioni piuttosto discontinue. Il primo bimestre estivo consolida il suo posizionamento fra i più caldi con uno scarto di +1.4°C sopra la media (4° valore più elevato) che vede le anomalie più ampie al Sud (+2.2°C); per quel che riguarda le precipitazioni, nel periodo giugno-luglio hanno pesato i deficit al Centro-Sud (da un terzo a più di metà in meno del normale) che, combinati agli esuberi al Nord-Ovest e al dato complessivamente nella media al Nord-Est, hanno prodotto un’anomalia pari a -10%.

Notevole è il valore della temperatura da inizio anno che si porta a +1.5°C sopra la media a livello nazionale e che rappresenta il più elevato della serie storica: di fatto, per il momento, in Italia (e anche globalmente) stiamo vivendo l’anno più caldo non solo degli ultimi decenni, ma anche in un panorama secolare. Le precipitazioni da gennaio restano sopra la media (+28%) ma con una marcata differenza fra il piovoso Nord (fino al doppio delle piogge cumulate al Nord-Ovest) e il siccitoso Sud insieme alle Isole.

Simone Abelli

È meteorologo presso Meteo Expert dal 1999. Nel 1995 consegue la laurea a pieni voti in Fisica con una tesi sull’analisi statistica delle situazioni meteorologiche legate agli eventi alluvionali che hanno interessato l’Italia. Dal 1996 al 1998 svolge attività di ricerca nell’ambito del progetto europeo MEDALUS sul problema della desertificazione nel Mediterraneo. Dal 2008 al 2015, diviene uno dei meteorologi di riferimento delle reti televisive Mediaset. Principali pubblicazioni: “Il clima dell’Italia nell’ultimo ventennio” e “Manuale di meteorologia”.

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