La COP26, la conferenza ONU sul clima del 2020 non si terrà in Italia. La conferma arriva direttamente da Palazzo Chigi, dopo che la candidatura era stata formalizzata e sostenuta dal premier Giuseppe Conte e dal ministro dell’ambiente Sergio Costa soltanto lo scorso 13 dicembre. Il 17 maggio, inoltre, il ministro Costa, a margine di un’assemblea dell’associazione Lipu, aveva rivelato di voler affidare alla città di Milano il prestigioso compito di ospitare il più importante evento mondiale sui cambiamenti climatici. I lavori preliminari – la “pre-COP” – si sarebbero invece dovuti svolgere a Palermo.
È ufficiale: l’Italia si candiderà per ospitare la #COP26. Insieme al premier @GiuseppeConteIT abbiamo deciso di formalizzare la candidatura proprio pochi minuti fa.
— Sergio Costa (@SergioCosta_min) 13 dicembre 2018
L’Italia e il Regno Unito – si legge sul sito del governo – hanno raggiunto un accordo di partenariato in vista della 26esima Conferenza delle Parti alla Convenzione delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (COP26). Sulla base di tale accordo, il Regno Unito offre di esercitare la Presidenza della COP26 e di ospitare il Summit che avrà luogo a fine 2020. L’Italia propone di organizzare la Pre-COP e altri importanti eventi preparatori, tra cui una significativa iniziativa volta a dare voce alle istanze dei giovani (“Youth event”).
Il ministro ha espresso soddisfazione per questo accordo di partenariato tra Italia e Regno Unito ma non ha spiegato le motivazioni di questa scelta che di fatto nega all’Italia un’occasione prestigiosa e la pone in secondo piano rispetto alla Gran Bretagna.
Secondo la BBC molti Paesi europei sarebbero stati frenati nel sostenere l’Italia per le note posizioni negazioniste della Lega rispetto ai cambiamenti climatici. La Turchia è ancora in corsa per ospitare la COP26 ma il Regno Unito è ora visto come il favorito. La decisione definitiva verrà presa nei prossimi giorni a Bonn.