Rapporto Ambiente SNPA: l’Italia tra luci e ombre
Il “Rapporto Ambiente” di SNPA, è stato presentato ieri a Roma alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Si tratta di un’analisi in 21 punti sullo stato dell’ambiente in Italia, per capire quali trend stanno andando nella direzione giusta e quali no, cosa risulta stabile, quali elementi andrebbero maggiormente indagati e migliorati. Il Rapporto Ambiente –SNPA rappresenta un efficace mezzo di conoscenza delle condizioni ambientali in Italia per decisori politici e istituzionali, per scienziati e
tecnici e per i cittadini. Il report mostra che, sebbene si siano osservati dei miglioramenti e le azioni intraprese, da parte del nostro Paese e delle singole realtà regionali, vadano nella giusta direzione, per alcune problematiche ambientali sono necessari ulteriori sforzi per il miglioramento e/o la conservazione delle condizioni ambientali.
Gli indicatori che popolano il Rapporto Ambiente sono utili a monitorare gli obiettivi fissati dal Green Deal europeo, dall’Agenda 2030, dalla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e dall’Ottavo programma d’azione ambientale.
Italia, emissioni in calo ma non basta. Bene le rinnovabili
Negli ultimi trent’anni le emissioni di gas serra prodotte dall’Italia si sono ridotte di circa un quinto rispetto al 1990, passando da 521 a 418 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (1990-2021), riducendosi del 19,9%.
Nel 2021, dopo la battuta d’arresto dovuta essenzialmente al periodo pandemico, le emissioni di gas serra in Italia mostrano un incremento dell’8,5% rispetto al 2020. In particolare, le emissioni che ricadono nel campo di applicazione del regolamento “Effort sharing” (EU) 2018/842, nel 2030, secondo lo scenario a politiche correnti, si ridurranno del 28,5% rispetto ai livelli del 2005, a fronte di un obiettivo di riduzione del 43,7%.
Un ruolo di primo piano nel sistema energetico nazionale è svolto dalle fonti rinnovabili. Seppur ancora lontana dal target fissato al 2030, nel 2020 la quota di energia rinnovabile, pari al 20% del consumo finale lordo, ha superato l’obiettivo del 17% previsto per lo stesso anno, ed è più che triplicata rispetto al 2004, quando rappresentava il 6,3% del consumo finale lordo di energia. Nel 2021 tale quota è scesa al 19%.
Rifiuti: differenziata in aumento
Nel 2022, la produzione nazionale dei rifiuti urbani si attesta a 29,1 milioni di tonnellate, in diminuzione dell’1,8% rispetto al 2021. Anche la produzione procapite diminuisce passando da 502 kg/abitante a 494 kg/abitante. La raccolta differenziata rappresenta una modalità di conferimento, attuata dai cittadini, grazie alla quale i vari flussi di rifiuti sono mantenuti separati in base alle loro caratteristiche e natura, per facilitarne il successivo trattamento finalizzato, in via prioritaria, al recupero di materia. Nel 2022, Si conferma il trend in Italia di crescita della raccolta differenziata con l’aumento di un punto percentuale a livello nazionale rispetto al 2021 che raggiunge così il 65%. Tra i rifiuti differenziati, l’organico si conferma la frazione più raccolta in Italia pari al 38,3% del totale, al secondo posto carta e cartone (19,3% del totale), e il vetro con (12,3% del totale).
Ambiente: qualità dell’aria, obiettivi ancora lontani per l’Italia
La normativa e le politiche in materia di aria pulita richiedono un significativo miglioramento della qualità dell’aria per potersi avvicinare ai livelli di qualità raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e ridurre le emissioni dei principali inquinanti atmosferici. L’obiettivo ad oggi è ridurre i livelli dei
principali inquinanti in modo sostanziale cercando di allinearci, entro il 2030, agli ambiziosi traguardi indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tra il 2013 e il 2022 la concentrazione di PM10 è risultata
decrescente nel 45% delle stazioni analizzate, con una diminuzione media del 2,1% 5 annuo. Nel 2022, è stato registrato un solo superamento del valore limite annuale, pari allo 0,2% dei casi, mentre il valore limite giornaliero è stato superato nel 20% dei casi. Risultano superati nella maggior parte delle stazioni di monitoraggio sia il valore di riferimento annuale dell’OMS (93% dei casi), sia quello giornaliero (88%
dei casi). In Italia livelli atmosferici di PM2,5 decrescono, come risultato della riduzione congiunta delle emissioni di particolato primario e dei principali precursori del secondario (ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca e composti organici volatili).
Il valore limite annuale del PM2,5 (25 µg/m³) è rispettato nella quasi totalità delle stazioni: è stato registrato il superamento in 4 stazioni pari all’1,3% dei casi. Risulta tuttavia superato, nella quasi totalità delle stazioni di monitoraggio, il valore di riferimento annuale dell’OMS (99,7% dei casi) che nelle nuove linee guida è stato
ridotto a 5 µg/m³ (il valore di riferimento precedente era pari a 10 µg/m³).
Secondo il Presidente ISPRA e SNPA Stefano Laporta: “Molte sono le minacce che incombono sullo stato di salute del nostro Pianeta, a partire dall’impatto dei cambiamenti climatici. Un’appropriata diffusione delle informazioni sullo stato di salute dell’ambiente tra i cittadini e tra i decisori politici è indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.
Le fonti rinnovabili hanno superato gli obiettivi previsti, arrivando nel 2020 al 20,4% del consumo finale lordo.
Dato positivo, ma occorre lavorare molto per raggiungere gli obiettivi del PNIEC.”