ItaliaPolitiche

Recovery Plan, quasi 69 miliardi per la transizione ecologica. Super-bonus confermato

Il Piano nazionale ripresa e resilienza di Draghi vale in tutto 222,1 miliardi di euro e prevede un corposo e organico pacchetto di investimenti e riforme

Il recovery plan ha ricevuto il via libera dalla Commissione europea e tra lunedì e martedì verrà illustrato nei dettagli dal presidente del Consiglio Mario Draghi e presentato al Parlamento.
Il premier ha affermato che il “governo nasce come governo ambientalista. È un bene che il Pnrr verta sulla transizione ecologica. Senza la vocazione ambientale e digitale di questo Governo, questo Piano non sarebbe mai stato accettato dalla Commissione Europea”.  Alla voce transizione ecologica, si legge nel testo pubblicato sul sito di Montecitorio, ci sono 68,8 miliardi di euro.

Il Piano nazionale ripresa e resilienza di Draghi vale in tutto 222,1 miliardi  e prevede un “corposo e organico pacchetto di investimenti e riforme, con l’obiettivo di modernizzare la pubblica amministrazione, rafforzare il sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze, per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni”.

Le sei missioni del Recovery Plan

Il piano è articolato in sei 6 Missioni: Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, Rivoluzione verde e transizione ecologica, Infrastrutture per una mobilità sostenibile, Istruzione e ricerca, Inclusione, Salute. L’ambiente e la transizione ecologia sono al centro di questo piano che ha l’ambizione di sollevare l’Italia dal pantano della crisi economica e sanitaria dovuta alla pandemia e di tentare di risolvere i problemi cronici del nostro Paese.

Il pilastro della transizione verde, si legge nel testo di 377 pagine, “discende direttamente dallo European Green Deal e dal doppio obiettivo dell’Ue di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55 per cento rispetto allo scenario del 1990 entro il 2030. Il regolamento del NGEU prevede che un minimo del 37 per cento della spesa per investimenti e riforme programmata nei PNRR debba sostenere gli obiettivi climatici. Inoltre, tutti gli investimenti e le riforme previste da tali piani devono rispettare il principio del “non arrecare danni significativi” all’ambiente.

La missione “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, stanzia complessivamente 68,8 miliardi – di cui 59,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo. Il Piano prevede “investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, per raggiungere target ambiziosi come il 65 per cento di riciclo dei rifiuti plastici e il 100 per cento di recupero nel settore tessile”. Sul fronte delle “infrastrutture idriche, con l’obiettivo di ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile del 15 per cento”.

È importante considerare anche il portafoglio degli investimenti “verdi” che sono presenti trasversalmente in tutti i 6 pilastri del piano. La quota di progetti verdi rispetto al “piano” del precedente governo Conte aumenta di 10 punti (arrivando al 37%) e soddisfa i parametri fissati dai regolamenti europei. La tanto attesa “rivoluzione verde e transizione ecologica” avrebbe così a disposizione quasi 69 miliardi di euro e sarà strutturata in interventi per l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili, lo sviluppo della filiera dell’idrogeno e la mobilità sostenibile. Prevede inoltre azioni volte al risparmio dei consumi di energia tramite l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato e, infine, iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico, la riforestazione, l’utilizzo efficiente dell’acqua e il miglioramento della qualità delle acque interne e marine.

Per la prevenzione e il contrasto degli effetti dei cambiamenti climatici sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità del territorio sono stati destinati 8,49 miliardi di euro.

Super-bonus, confermata la proroga al 2023

Sul fronte superbonus del 110%, dopo i timori di una sospensione della misura, il ministro Franco si è impegnato formalmente a confermare la proroga al 2023 nella prossima manovra così come risulta dal verbale del Consiglio dei Ministri.

Il superbonus, una misura fondamentale per l’efficientamento energetico degli edifici,  sarà prorogato dopo una valutazione sugli effetti della misura da fare dopo l’estate sulla base dei dati disponibili. Se questa valutazione sarà positiva le risorse potranno essere inserite nella legge di bilancio, si sottolinea.

Judith Jaquet

Mi sono laureata con lode in Letterature straniere, indirizzo in Scienze della Comunicazione, con una Tesi in Linguistica generale, presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia (Albo dei professionisti) dal 2008, dopo aver frequentato il Master in Giornalismo Campus Multimedia dello Iulm. Lavoro nella redazione di Meteo Expert dal 2011 e mi occupo della gestione dei contenuti editoriali sul web e sui social network. Conduco le rubriche di previsioni meteo in onda sui canali Mediaset e sulle principali radio nazionali.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio