Siccità, la magra invernale del Fiume Po è la più grave degli ultimi 30 anni
La pioggia e le nevicate giunte a San Valentino migliorano la situazione solo parzialmente ma non riescono a colmare il grave deficit idrico degli ultimi 60 giorni: i dati di AdbPo-Mite
La siccità al Nord sta battendo ogni record negativo dopo un periodo di 60 giorni senza piogge e nevicate. La perturbazione atlantica giunta a San Valentino sull’Italia ha riportato qualche precipitazione e nevicata consistente sulle regioni settentrionali, ma non sufficiente a colmare il grave deficit idrico accumulatosi. L’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, nel suo ultimo bollettino sullo stato idrologico, afferma chiaramente che per la «magra invernale più grave degli ultimi 30 anni non può bastare».
La siccità sta battendo tutti i record negativi al Nord: gli ultimi dati |
Siccità, bollettino sullo stato idrologico del Fiume Po: la portata ha toccato punte di -40% in alcune sezioni
La perturbazione atlantica che ha raggiunto l’Italia lunedì 14 febbraio ha contribuito a mitigare parzialmente l’inverno con la minor quantità di neve degli ultimi 20 anni, ma non a colmare il grave deficit idrico che si è accumulato negli ultimi 60 giorni sulle regioni del Nord. Secondo l’ultimo bollettino dell’Autorità distrettuale del Fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica (AdbPo-Mite), la portata del Fiume è slittata in pochi giorni a -34% – ora destinata a risalire leggermente -, toccando picchi di -40% in alcune sezioni.
La situazione generale del Fiume Po – sottolinea AdbPo-Mite -, è destinata a migliorare ma la grave crisi idrica e l’aridità dei suoli, uniti a temperature decisamente al di sopra della media e all’assenza di precipitazioni su Alpi e Appennini, hanno generato gravi criticità che rischiano di ripercuotersi nel lungo periodo andando a destabilizzare l’habitat e l’agricoltura. “Le anomalie sono decisamente marcate per molti indici – ha commentato il Segretario Generale di ADBPo-MiTE, Meuccio Berselli – , ora finalmente è arrivata una perturbazione, ma sono 60 i giorni senza pioggia significativa in molte aree del distretto, le temperature massime sono state costantemente superiori alla media di 2-3°C ed i venti che hanno sferzato la pianura hanno ulteriormente asciugato i terreni e incidono nel medio lungo periodo”. Dopo la perturbazione “la situazione si ridimensiona parzialmente, ma sicuramente è di allerta e non di allarme“, ha aggiunto.
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Situazione del Po aggiornata al 14 febbraio 2022: persiste la condizione di pesante magra invernale
La portata del Fiume Po evidenzia ancora una condizione di pesante magra invernale, la più grave degli ultimi 30 anni. I dati aggiornati al 14 febbraio evidenziano una diminuzione del -34% sulle portate mensili di gennaio/inizio febbraio. Anche i livelli idrometrici, rispetto a due settimane fa, si sono abbassati di circa 30cm. “Questa condizione di “siccità idrologica invernale” è la più grave degli ultimi 30 anni, non solo sul fiume Po, ma anche sui tributari con scarti di portata ridotta anche del 50%”, si legge.
Per quanto riguarda le precipitazioni, prendendo in considerazione l’intero periodo dal 1° ottobre 2021 ad oggi, i valori cumulati medi risultano sempre inferiori alle attese climatiche, con uno scostamento di 100 mm corrispondenti in percentuale a un -25% rispetto al clima 2001-2020, risultando dunque mediamente il quarto anno più secco dal 1961. Le precipitazioni, si legge sul bollettino, sono più simili a quelle dei mesi estivi. L’anomalia di pioggia è marcata in diversi settori, in particolare nel tratto piemontese con picchi di -80%.
L’anomalia riguarda anche la temperature mensili che risultano quasi due gradi sopra la norma, con uno scarto di +1,8° che fa del mese di gennaio il quinto più caldo degli ultimi trent’anni. Addirittura, prendendo in considerazione solo i valori massimi – che presentano uno scarto di ben +2,4°C rispetto alla norma -, risulta tra i più caldi in assoluto.
Soffrono anche i grandi laghi: la situazione del lago di Como e del lago Maggiore
Sul lago di Como l’idrometro segna un -17cm sullo zero idrometrico ed anche il Lago Maggiore ha un livello di pochi centimetri superiore allo zero idrometrico. Non va meglio nei bacini montani dove la riserva da inizio anno è in diminuzione in media del -35% a causa dell’assenza di neve e pioggia. Per quanto riguarda l’entità del manto nevoso, l’anomalia più marcata è quella dell’arco alpino, vicina ai minimi storici con picchi di -80% rispetto alla media, mentre sull’Appennino resiste una scarsa quantità di neve. In Val d’Aosta ed in Piemonte l’entità del manto nevoso è la più bassa degli ultimi 20 anni.
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