Italia

Siccità Sicilia, razionamenti per il 40% della popolazione: è dramma idrico

La residua riserva d'acqua stoccata nei bacini artificiali si è ridotta, in soli 7 giorni, di quasi 6 milioni di metri cubi

Peggiora la siccità: secondo l’ultimo bollettino Anbi, in Sicilia “prosegue il conto alla rovescia verso l’esaurimento delle disponibilità idriche”. E la situazione in generale nel Sud Italia viene definita dall’ente come “dramma idrico“.

Le condizioni più gravi sono ancora quelle della Sicilia dove la residua riserva d’acqua stoccata nei bacini artificiali si è ridotta, in soli 7 giorni, di quasi 6 milioni di metri cubi, nonostante le interruzioni nelle erogazioni per l’agricoltura ed i razionamenti potabili per circa il 40% della popolazione siciliana, ossia 2 milioni di persone. A parte qualche temporale in sviluppo in queste ore, totalmente inutile nell’alleviare la siccità, non sono previste piogge di rilievo per almeno 2 settimane.

Mappa dell’umidità del suolo. Crediti Copernicus

La richiesta di emergenza nazionale per la siccità è stata presentata dal presidente della Regione Renato Schifani lo scorso 3 aprile e da allora la situazione siccità è precipitata.

Dallo scorso 22 luglio sono state adottate le misure di  razionamento che implicano una riduzione della portata delle forniture idriche dal 10% al 45% in 105 comuni a rischio siccità nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani.

La siccità sta colpendo duro anche la Puglia, dove ulteriori 14 milioni di metri cubi d’acqua sono stati rilasciati dagli invasi foggiani in una settimana e la diga di Occhito si avvia ad esaurire entro un paio di settimane la poca acqua ancora realmente utilizzabile all’interno del bacino. In Basilicata, la disponibilità idrica nei bacini è calata di 6 milioni di metri cubi in una settimana ed il deficit sul 2023 è ora del 47%. In Campania, l’invaso irpino di Conza trattiene attualmente il 58% dell’acqua invasabile, mentre è dimezzata, rispetto all’anno scorso, la disponibilità idrica nelle dighe del Cilento.

Dichiarato lo stato di emergenza idrica anche in Sardegna . Proprio l’isola è al primo posto fra i distretti idrografici che subiscono le perdite più ingenti, con più della metà dell’acqua immessa in rete che viene persa “per strada” (il 52,6 per cento secondo i dati resi noti dall’Istat). A seguirla c’è la Sicilia.

La carenza d’acqua si sta facendo sentire anche nel Centro Italia: nella zona di Roma il Tevere si mantiene stabilmente sotto gli 80 metri cubi al secondo contro una media di oltre 130, favorendo l’intrusione salina alla foce con il pericolo di condizionare i prelievi irrigui in una zona a forte propensione agricola. Sulla provincia di Frosinone le precipitazioni medie nell’anno idrologico sono state addirittura inferiori al siccitosissimo 2017 negli scorsi mesi di Giugno, Aprile, Gennaio, ma anche ad Ottobre e Settembre 2023 con la conseguenza che quasi la metà delle principali fonti di approvvigionamento sono in crisi idrica.

“E’ evidente che non sono le seppur doverose dichiarazioni di stato d’emergenza a poter dare concreta risposta alla critica situazione, che sta colpendo sempre maggiori comunità del Paese. E’ in questo momento che appare evidente la necessità di politiche di prevenzione, che costerebbero abbondantemente meno dei danni, che stiamo subendo: servono un piano nazionale di efficientamento della rete idraulica esistente e nuove infrastrutture per aumentare la resilienza dei territori” ha ricordato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.

Siccità: se il Sud è a secco, la situazione è opposta in molte zone del Nord

Seppur siano in calo le altezze idrometriche di tutti i fiumi, è, secondo Anbi,  diametralmente opposta la condizione idrica nel Nord Italia. In Emilia-Romagna aumenta il deficit di portata della quasi totalità dei fiumi appenninici; a soffrirne maggiormente sono i bacini fluviali sud-occidentali, già provati dai molti mesi di carenza pluviale: fatta eccezione per l’Enza, tutti i corsi d’acqua sono scesi al di sotto delle medie del periodo con il Reno addirittura sotto i minimi storici. I grandi laghi del Nord Italia continuano invece a godere di ottima salute, beneficiando delle piogge che ancora bagnano il bacino padano e dello scioglimento delle ultime nevi in quota. In Valle d’Aosta la Dora Baltea mantiene una portata quasi doppia rispetto alla media mensile; in calo anche il livello del torrente Lys.

In Piemonte la riduzione generalizzata dei flussi nei principali corsi d’acqua non è stata comunque tale da far scendere i valori al di sotto di quelli normali nel mese di luglio; fa eccezione il Tanaro, la cui portata si attesta a circa 1/3 della media mensile.

In Lombardia le riserve idriche, con un volume pari a 2300 milioni di metri cubi, sono superiori del 34,5% alla norma. Nonostante in larga parte decrescenti, i livelli dei fiumi in Veneto si mantengono superiori alla media: la portata in Adige, il principale bacino della regione, è maggiore dell’11% sulla media.
Infine, nella scorsa settimana c’è da registrare una netta riduzione dei flussi anche in alveo del fiume Po: lungo tutta l’asta, la portata è scesa sotto la media del periodo e nel Mantovano il deficit si attesta a -18%.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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