Alluvione dopo alluvione: non è maltempo, ma crisi climatica
La normale variabilità meteo o la ciclicità dei sistemi climatici non possono da soli spiegare quello che è successo. Alberti: "I gravi eventi alluvionali recentemente osservati in Italia sono una chiara indicazione della crisi climatica che stiamo affrontando"
Le abbondanti piogge di ottobre, che hanno colpito con particolare forza Emilia Romagna, l’ultima colpita da una grave alluvione, ma anche Liguria, Toscana, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, sono state alimentate dalla crisi climatica. Secondo un recente studio realizzato dagli scienziati di ClimaMeter, progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea e dal Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica (CNRS), il cambiamento climatico ha messo benzina sul fuoco, alimentando l’intensa perturbazione transitata sull’Italia.
A metà ottobre un’alluvione dopo l’altra
Tra il 16 e il 18 ottobre forti temporali e forti piogge hanno causato alluvioni anche in Liguria e Toscana con rispettivamente 200 mm di pioggia in 18 ore e 100 mm in un’ora. Colpite in questo caso le città di Genova, Rapallo, Savona e Chiavari in Liguria, e Livorno e Siena in Toscana. Danneggiati il ponte Sori di Genova e anche la stazione ferroviaria di Siena.
Tra il 18 e 19 ottobre alcune parti dell’Italia e della Francia centrale sono state colpite da una intensa fase di maltempo, con temporali e forti piogge. L’Emilia Romagna è stata la più colpita d’Italia, con oltre 160 mm di pioggia caduti su Bologna in appena 4 ore. L’alluvione ha riguardato non solo Bologna, ma anche Ravenna, Modena e Reggio Emilia, provocando più di 3000 evacuazioni in tutta la regione.
Piogge eccezionali hanno poi interessato che Campania, Puglia, Basilicata e Calabria, soprattutto nella zona ionica, e sulla Sicilia. In Sicilia si sono verificate molte criticità a causa di inondazioni improvvise. La provincia di Agrigento ha visto il fiume Salto rompere gli argini, allagando parti di Licata. A Firenze è esondato anche il fiume Elsa e le autorità hanno sconsigliato gli spostamenti non essenziali.
Tra le cause dell’alluvione c’è la crisi climatica: lo studio
L’intesa perturbazione ciclonica, responsabile dell’alluvione, è stata caratterizzata da una anomalia negativa della pressione superficiale di 2 hPa sul Mediterraneo centrale e sulla penisola italiana. Ad influenzarne l’intensità anche la temperatura del Mediterraneo che localmente ha mostrato variazioni significative fino a +3 gradi, e fino a 1,5 gradi sul Mediterraneo meridionale. In media le piogge sono state superiori ai 40 mm al giorno sul Mediterraneo centrale e sull’Emilia Romagna, mentre i venti risultavano moderati fino a 20 km/h su quasi tutto il Mediterraneo.
Secondo lo studio oggi le tempeste di questa intensità portano in media il 25% di pioggia in più e venti del 10% più intensi rispetto al passato, ovvero al periodo 1980-2000.
Secondo gli scienziati, infatti, le perturbazioni intense come quella che ha raggiunto l’Italia tra il 16 e 19 ottobre 2024, i cui effetti hanno interessato gran parte d’Italia, causando numerose inondazioni che hanno provocato evacuazioni, danni alle infrastrutture e almeno un morto, sono più intense oggi rispetto a qualche decennio fa. E la causa non può essere solo una normale variabilità meteorologica.
Lo studio, realizzato velocemente, è stato condotto utilizzando un metodo peer-review che si basa su informazioni meteorologiche storiche degli ultimi 40 anni. Nello studio, i ricercatori hanno paragonato i sistemi di bassa pressione simili transitati sull’Italia tra il 1979 e il 2001, e quelli attuali (2002-2023).
Per determinare l’intensità di una perturbazione gli esperti hanno anche tenuto conto dell’effetto di diversi sistemi climatici, quali El Nino/La Nina, l’Oscillazione Decadale del Pacifico e l’Oscillazione Multidecadale Atlantica.
I risultati dello studio evidenziano come, nonostante si possano individuare delle influenze dei sistemi climatici ciclici, questi da soli non possono spiegare l’entità dei cambiamenti osservati. Le tempeste come quella transitata a metà ottobre 2024 oggi portano 10 mm di pioggia in più (+25%) e venti fino a 6 km/h più intensi rispetto a quelle paragonabili osservate alla fine del secolo scorso. Inoltre si tratta di tempeste che oggi sono già più intense, sia per forza che per intensità, rispetto a quelle osservate negli ultimi 40 anni.
La crisi climatica è dunque, coerentemente con quanto osservato dagli scienziati di tutto il mondo, una forte influenza sull’intensificazione dei fenomeni estremi. Esistono ormai infatti prove ben consolidate che dimostrano che un’atmosfera più calda può trattenere una maggiore quantità di umidità, portando ad acquazzoni e nubifragi più pesanti.
“Stiamo assistendo a eventi estremi simili che si verificano in rapida successione e in più regioni contemporaneamente. Si tratta – spiega Erika Coppola di International Centre for Theoretical Physics, Italia – di una conseguenza diretta del riscaldamento globale indotto dall’uso di combustibili fossili, che porta a una cascata di impatti imprevedibili che aumenteranno la vulnerabilità delle regioni colpite in tutto il mondo”.
“I gravi eventi alluvionali recentemente osservati in Italia – spiega Tommaso Alberti dell’Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia, Italia sono una chiara indicazione della crisi climatica che stiamo affrontando. Quelli che un tempo erano eventi stagionali tipici sono ora diventati rari, con impatti e conseguenze crescenti, a causa dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo. Dobbiamo tutti affrontare la questione della transizione ecologica con maggiore urgenza!”.
“La sequenza di inondazioni catastrofiche in Italia mostra l’entità dei cambiamenti climatici in corso e la nostra limitata resilienza a questi fenomeni – ha aggiunto Davide Faranda del CNRS, Francia. Milioni di persone soffrono già le conseguenze di eventi meteorologici estremi causati dalla combustione di combustibili fossili”.