Crisi climatica, 3 regioni italiane nella top ten di quelle più esposte in Europa: il rapporto
Secondo una nuova analisi, tra 10 le regioni europee più esposte alla crisi climatica e ai fenomeni meteo estremi che provoca ce ne sono tre italiane.
Il rapporto è stato realizzato da XDI, uno dei leader mondiali nell’analisi dei rischi legati alla crisi climatica, per gli investitori. Per la prima volta, l’analisi è stata incentrata esclusivamente sull’ambiente costruito, confrontando oltre 2.600 regioni, o altre entità substatali, di tutto il mondo sulla base delle proiezioni dei danni agli edifici causati da fenomeni meteo estremi e altri eventi che possono essere collegati alla crisi climatica, come inondazioni, vento estremo e innalzamento del livello del mare.
«Abbiamo pubblicato questa analisi in risposta alla richiesta di dati sul rischio substatale da parte degli investitori», ha spiegato il CEO di XDI Rohan Hamden. «È fondamentale che le aziende, i governi e gli investitori comprendano le implicazioni finanziarie ed economiche del rischio climatico fisico e lo soppesino nel loro processo decisionale prima che i costi si aggravino oltre i limiti finanziari»
A livello globale, l’analisi conferma che la maggior parte dei danni è causata da eventi legati all’acqua, come alluvioni o inondazioni costiere, ma i rischi più diffusi comprendono anche caldo estremo, incendi boschivi, movimenti del suolo legati alla siccità, vento estremo e congelamento.
Tra le 100 regioni più esposte al mondo, oltre la metà si trova in Cina, in India e negli Stati Uniti.
Crisi climatica, i rischi in Europa e in Italia
Ad aprire la classifica nel nostro continente troviamo la regione russa di Rostov, l’area francese tra Provenza, Alpi e Costa Azzurra, e il Lincolnshire britannico.
In Italia, nel mirino sembra esserci in particolare il Nord, con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna che occupano il quarto, il quinto e l’ottavo posto nella classifica. Segue anche la Toscana, al ventisettesimo posto.
«I risultati di questo rapporto mostrano nuovamente e in maniera lampante che l’Italia si trova al centro di un hot spot climatico», osserva Luca Iacoboni del think tank ECCO.
«Ciò significa che le probabilità di subire i diversi impatti di eventi climatici è estremamente alta, e per questo il costo dell’inazione è di gran lunga più alto di quello che si dovrebbe sostenere per mettere in campo efficaci azioni di mitigazione e adattamento.
È bene che la politica, a cominciare dal governo, prenda atto di questa situazione, implementando efficaci azioni per prevenire i danni e agire sulle cause del cambiamento climatico. Sarà fondamentale allineare gli investimenti pubblici e incentivare quelli privati verso la vera decarbonizzazione. In questo senso, la revisione del PNRR e del PNIEC dovrà fornire segnali importanti per il settore privato e gli investitori, dando una chiara idea della direzione che l’Italia intende intraprendere per tutelare un rischio – di impresa e di investimento – che è destinato ad aumentare a causa dell’acuirsi della crisi climatica».