10 anni fa Taranto fu colpita da uno dei tornado più grandi mai ripresi in Europa
Dieci anni fa un tornado devastante ha colpito Taranto, uccidendo una persona e ferendone 40, con danni quantificabili oltre i 60 milioni di Euro.
La traiettoria
Il tornado si formò intorno alle 10.50 del 28 novembre 2012 come tromba marina sul Mar Ionio, per poi investire la costa di Taranto nei pressi dello stabilimento Ilva.
Da qui il vortice proseguì la sua corsa nell’entroterra per almeno altri 12 km. Sollevatosi dal suolo, il tornado scese nuovamente sul Mar Adriatico nei pressi di Monopoli (BA), a circa 50 km di distanza da Taranto.
Particolarmente colpito il paese di Statte (TA), appena a nord dell’acciaieria.
Su Taranto uno dei tornado più grandi mai ripresi in Europa
Il tornado è stato classificato con il grado EF3 (venti superiori ai 254 km orari).
Si trattò di un tipo di tornado che negli stati Uniti viene definito “wedge” (cuneo), cioè un vortice molto largo, il cui diametro è superiore alla distanza tra il suolo e la base della wall cloud. Nei temporali a supercella, come quello che colpì Taranto, la wall cloud è la nube accessoria rotante da cui discende il tornado.
La larghezza massima del cono ha probabilmente superato i 300 metri, cosa che lo rende uno dei più grandi mai ripresi in Europa.
Uno studio scientifico del 2017 ha messo in luce quelle che erano le condizioni che hanno permesso la formazione del tornado. In particolare oltre a circa 1000j/kg di cape (l’energia potenziale disponibile per la convezione), si registrarono eccezionali valori di shear tra 0 – 1km di 25m/s, basso livello di condensazione forzata (LCL) intorno a 700m, e un mare 2 gradi più caldo della media climatologica.
Applicando un’analisi su un modello meteorologico ad elevata risoluzione, lo studio ha evidenziato che anche un solo grado in meno nella temperatura del mare avrebbe evitato la generazione della supercella che ha dato origine al tornado, mentre con 1°C in più il tornado sarebbe stato ancora più intenso.