A Venezia il livello del mare rischia di aumentare di oltre un metro entro la fine del secolo. I ricercatori avvertono: “dobbiamo essere pronti ad agire”
Che Venezia sia destinata a fare i conti con l’innalzamento del mare è cosa certa, resta da capire quanto il livello del mare sia destinato a crescere. A tale quesito hanno cercato di rispondere i ricercatori dell’Università del Salento, dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che hanno analizzato i dati storici e contemporanei per comprendere il recente aumento dei rischio di allagamenti e il modo in cui questo potrebbe aumentare e perfino accelerare nel corso di questo secolo.
Gli scenari a lungo termine indicano ancora molta incertezza, ma le prospettive non sono rassicuranti: a Venezia il mare potrebbe innalzarsi di oltre un metro entro il 2100 e dobbiamo prepararci ad affrontarlo.
Diversi i fattori in gioco, che non riguardano solo l’aumento delle temperature ma anche il fenomeno della subsidenza della superficie su cui sorge la città, che ne determina una sorta di “affondamento”. Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Natural Hazards and Earth System Sciences, entro la fine del secolo il livello del mare a Venezia potrà aumentare tra i 17 e i 120 centimetri.
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Davide Zanchettin, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia e uno dei principali autori dello studio, ha spiegato che l’incertezza è legata a più aspetti da cui dipende l’innalzamento del livello del mare: non c’è certezza sulle emissioni di gas serra che si emetteranno in futuro, e da cui dipenderà l’aumento delle temperature, e non abbiamo ancora una completa comprensione dei processi che contribuiscono alla variazione del livello del mare.
Servono dati più precisi per proteggere Venezia, sia nel breve che nel lungo termine
Al momento la Serenissima è protetta dal MoSE (Modulo sperimentale elettromeccanico), che viene azionato in base alle previsioni nel breve periodo. Se queste sono sbagliate, afferma Georg Umgiesser, uno dei principali autori dello studio, «l’utilizzo del MoSE è errato. Ciò ha importanti conseguenze sia da un punto di vista economico che ecologico».
Sono importanti anche informazioni accurate su quello che ci aspetta nel lungo termine, con dati sul futuro innalzamento del mare che soprattutto nelle città costiere, come Venezia ma non solo, si traduce in eventi estremi e maggiori rischi di gravi allagamenti.
Piero Lionello, professore all’Università del Salento e tra i principali autori dello studio, ha avvertito che anche «piccoli contributi all’aumento del livello del mare possono determinare pesanti impatti». «Quando, come a Venezia, le aree a rischio sono prossime al limite superiore del range della marea, qualsiasi evento meteorologico può essere pericoloso e causare allagamenti gravi», ha spiegato il ricercatore.
È fondamentale quindi ridurre l’incertezza che esiste in qualsiasi modello di previsione e agire in modo concreto per ridurre i rischi contrastando la crisi climatica. Allo stesso tempo è il momento di prepararsi alle sue conseguenze.
«Il livello del mare è una ‘brutta bestia’», è il monito del professor Lionello «Anche se fermassimo completamente il riscaldamento globale smettendo di utilizzare i combustibili fossili, il livello del mare continuerebbe a innalzarsi, seppur ad una velocità molto ridotta», avverte: «Anche se non sappiamo esattamente quando, gli indizi attuali indicano che dobbiamo cambiare le nostre strategie di adattamento. È evidente che dobbiamo essere pronti ad agire».