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Venezia potrebbe essere sommersa entro il 2150: lo studio INGV

La fragilissima Venezia vive in un continuo sprofondamento ed è minacciata dall’innalzamento del livello del mare, favorito dal riscaldamento globale.

Un nuovo studio condotto dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)stima che parti di Venezia saranno sommerse entro il 2150 e non c’è Mose che tenga. I ricercatori hanno analizzato i dati sull’innalzamento del livello delle maree e hanno scoperto che il loro livello nella laguna veneziana sta aumentando a un ritmo di circa mezzo centimetro all’anno.

L’aumento esatto varia a seconda della città, dai 4,22 millimetri dell’isola del Lido ai 5 millimetri di Malamocco. I dati si basano sulle statistiche raccolte dal centro maree di Venezia negli ultimi 20 anni.
I ricercatori hanno combinato questi dati con quelli satellitari sulla subsidenza del terreno registrati tra il 2008 e il 2023. Lo studio ha concluso che alcune aree della città saranno permanentemente sommerse entro il 2150.

“L’aumento del livello marino, in particolare se questo viene accelerato localmente dalla subsidenza, sta causando erosione costiera, arretramento delle spiagge e inondazioni marine sempre più gravi e diffuse con impatti ambientali e socio-economici molto importanti sulle popolazioni costiere”, afferma Marco Anzidei, ricercatore dell’INGV e primo autore dello studio.

Secondo le proiezioni del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti climatici (IPCC), gli effetti dell’innalzamento del livello del mare sono destinati ad aumentare progressivamente entro il 2150 fino a circa 1.5 metri. In questo contesto estremamente critico per gran parte delle coste, lo studio si è concentrato su Venezia città particolarmente esposta a questo fenomeno che qui viene amplificato dalla subsidenza.

“I risultati delle ultime ricerche mostrano l’elevata esposizione delle coste del Mediterraneo agli effetti dell’innalzamento del livello marino e degli effetti meteorologici estremi innescati dal recente riscaldamento globale legato alle attività umane”, aggiunge Tommaso Alberti, coautore dello studio.

“È quindi importante indagare sulle percezioni degli stakeholder sulle pratiche di mitigazione e adattamento specifiche da adottare nelle aree vulnerabili del Mediterraneo e – per questo studio specifico – nella laguna di Venezia, al fine di colmare colmare i gap di conoscenza non solo in materia di innalzamento del livello marino ma anche di soluzioni di adattamento alle migliori pratiche per affrontare questa sfida. Questa esperienza ci ha insegnato che è necessaria una partecipazione sempre più ampia ai processi pubblici per concretizzare gli strumenti politici in azioni concrete per aiutare le aree più vulnerabili ad adattarsi all’aumento del livello marino”. conclude Marco Anzidei.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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