Bel tempo o maltempo? Prima di tutto un elogio alla natura
Pensieri leggeri sul tempo e sui tempi moderni, le espressioni di uso comune e il punto di vista di un meteorologo
In una luminosa e fresca mattinata di Luglio, le acque profonde del lago di Como sono ancora increspate da un tivano vivace; “tivano” è il nome locale della brezza che di notte e nel primo mattino percorre il lago da nord a sud. Il cielo è azzurro e, quella che è da poco cominciata, sembra essere davvero una giornata di bel tempo.
Cielo sereno, o una copertura nuvolosa che lascia passare gran parte dei raggi solari, ventilazione debole e temperature gradevoli, sono elementi associati a una situazione di benessere psico-fisico che quasi tutti noi, senza esitazione, definiamo “bel tempo”; un inglese sarebbe certamente d’accordo e direbbe “fair weather”, un francese “belle journée”. Questo tipo di situazione meteorologica, è vero, è favorevole a molte attività umane, siano essere lavorative o di svago.
E’ piacevole addentrarsi in un bosco e godere della sua frescura, immergersi fra i suoi suoni ed i suoi odori. Nel sottobosco umido, a volte, può capitare di imbattersi nei frutti colorati e talora saporiti di un lungo e segreto lavorio sotterraneo, svolto silenziosamente e d’intesa (in simbiosi, è il termine scientificamente corretto) con le radici degli alberi.
La bellezza e l’esistenza stessa del bosco, così come quella di un lago e dei suoi verdi fianchi boscosi, è dovuta, tra le altre cause, alla pioggia, quel fenomeno meteorologico che l’uomo “moderno” inurbato definisce “maltempo” o “brutto tempo”.
I raggi del sole sono bassi sull’orizzonte, l’aria è trasparente e sottile, una giornata breve cede il passo a una lunga notte di gelo: dove il suolo non è coperto di neve la terra diverrà dura come un sasso, aghi di ghiaccio si allungheranno nelle pozzanghere e nei piccoli corsi d’acqua. Nelle regioni temperate la vita animale e quella vegetale sono sincronizzate con l’alternarsi delle stagioni: il gelo è necessario come lo sono il sole ed il caldo. Molte piante, a causa del millenario processo di adattamento evolutivo, hanno bisogno del riposo invernale. Il gelo ucciderà una quantità di insetti e parassiti che altrimenti sopravvivrebbero fino a diventare infestanti; il caldo, quando arriverà, sarà indispensabile per la vita vegetativa e per la maturazione dei frutti, sia nell’ambiente selvatico, sia nelle campagne coltivate dall’uomo.
L’uomo “moderno”, specialmente nel mondo occidentale, combatte una sorta di guerra permanente con il tempo meteorologico: è una battaglia in cui egli gioca soprattutto in difesa e che è stata dichiarata unilateralmente. Bastano poche gocce di pioggia e immediatamente scatta la corsa a procurarsi un ombrello, neanche fossimo fatti di zucchero! Fin da bambini schiere di mamme premurose ci proteggono in tutti i modi possibili dai “colpi d’aria”, dalle gocce di pioggia e da altre simili temibili calamità. Da adulti passiamo la maggior parte del nostro tempo protetti da un involucro, che si tratti della nostra casa, dell’ufficio o dell’automobile, dove alla temperatura è consentito di variare entro un range ristrettissimo.
Vorrei concludere con un appello: dovremmo tutti abbandonare le espressioni “bel tempo” e “brutto tempo” per indicare il sole, la pioggia o la neve. La pioggia è bellissima quando penetra nella terra assetata e ravviva la campagna, i nostri orti e i nostri parchi dopo un periodo di siccità! La neve non serve solo alle piste da sci e non è solo un fastidio per gli automobilisti, ma rappresenta una fondamentale riserva d’acqua che si accumula in inverno sulle montagne. Il sole può essere una vera disgrazia se splende per mesi e mesi accompagnato da temperature tropicali seccando boschi e raccolti; l’avvicendarsi del caldo e del freddo sono indispensabili all’equilibrio naturale.
Nella lingua italiana non mancano i modi per definire il tempo meteorologico senza ricorrere ad aggettivi fuorvianti e fortemente soggettivi quali “bello” e “brutto”. Cielo sereno, tempo soleggiato, giornata piovosa, giornata ventosa, eccetera, espressioni inequivoche che possono metterci tutti d’accordo.