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Rischia di formarsi un cosiddetto uragano mediterraneo: c’entra la crisi climatica

In rete e su alcuni giornali rimbalza in queste ore la notizia dello sviluppo di un uragano sul Mediterraneo: cosa c’è di vero? E cosa succederà in Italia?

Partiamo dalle definizioni. In realtà, dobbiamo tenere a mente che non può formarsi un vero e proprio uragano nel Mediterraneo.

Gli uragani e i tifoni sono potenti tempeste tropicali che, per definizione, si formano sugli oceani della Terra e la loro nomenclatura è strettamente legata alla posizione geografica.
Le tempeste tropicali che si formano sull’Atlantico e sul Pacifico orientale (ad est della linea internazionale del cambio della data) si chiamano uragani; sul Pacifico ad ovest della linea del cambio data prendono il nome di Tifoni.

In generale, i cicloni tropicali si generano tra i 10 e i 30 gradi di latitudine traendo energia dalle acque superficiali degli oceani, là dove superano i 26-27 gradi. Si muovono a grandi velocità sugli oceani fino a dissiparsi dopo aver raggiunto la terraferma. I cicloni tropicali sono caratterizzati da minimi di pressione molto bassi e prendono il nome di uragani o tifoni quando i venti soffiano almeno oltre i 120 km/h.

La definizione di uragano o tifone dipende dalla zona in cui si sviluppa il ciclone. Fonte: SpacePlase – NASA Science

È vero, però, che anche nel Mediterraneo possono svilupparsi dei cicloni che sono molto simili a un uragano.
Si tratta di un fenomeno eccezionale, estremamente raro, che tuttavia negli ultimi anni sembra stia diventando sempre più frequente: è passato solo un anno, circa, dall’ultimo Medicane che ha colpito l’Italia! Era il settembre 2020, e anche in quell’occasione il ciclone ha sferzato con violenza soprattutto l’estremo Sud e la Sicilia, con forte maltempo e venti estremamente intensi.

Quelli che si formano sul mare nostrum vengono definiti Medicane o TLC. Si tratta di cicloni che si formano nel mar Mediterraneo ma hanno caratteristiche simili a quelle di un ciclone tropicale. I medicane sono caratterizzati dalla presenza di un “occhio” al centro della circolazione e di un “cuore caldo” legato all’attività convettiva che ne caratterizza la dinamica.

Come si forma un “uragano mediterraneo”?

I TLC o medicane sono normali perturbazioni che, sopra le calde acque del Mediterraneo, si trasformano e cominciano a comportarsi un po’ come un vero e proprio ciclone tropicale. In particolare spesso si forma un occhio centrale, cioè una zona, nel mezzo della tempesta, praticamente sgombra da nubi, proprio come si osserva negli uragani.

Si è davvero sviluppato un cosiddetto uragano mediterraneo a ridosso dell’Italia?

Diverse fonti stanno già parlando di un ciclone simile a un uragano, ma nonostante i fenomeni estremi a cui abbiamo assistito nelle ultime ore non è corretto, al momento, parlare di un vero e proprio Medicane perché il ciclone non sta ancora ruotando intorno a un occhio ben definito.

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Purtroppo, però, rischiamo di dover davvero affrontare un Tropical Like Cyclone nei prossimi giorni, quando il vortice assumerà le caratteristiche più simili a quelle di un uragano.

Cosa succederà in Italia?

Vediamo l’evoluzione con il meteorologo Flavio Galbiati:

Oggi il vortice ciclonico si allontanerà leggermente dal territorio italiano – spiega il meteorologo -, concedendo una parziale e temporanea attenuazione del maltempo più estremo. Purtroppo lo scenario che si delinea per le giornate di giovedì e venerdì ci anticipa un nuovo deciso peggioramento perché il vortice tornerà a muoversi in direzione della Sicilia e diverrà ancora più intenso, con una maggiore energia e con la forma più tipica di un uragano con venti eccezionalmente forti in rotazione attorno a un vero e proprio occhio.

L’apice è previsto tra la seconda parte di giovedì e la giornata di venerdì, con una situazione che si preannuncia preoccupante per le piogge abbondanti, che sferzeranno zone già duramente colpite dal maltempo degli ultimi giorni soprattutto in Sicilia ma anche in Calabria, e anche per la forte intensità dei venti in rotazione intorno al nucleo del ciclone. Le raffiche potranno superare i 100 km orari e ci sarà il rischio di mareggiate sulle coste esposte: le onde potranno addirittura superare i 4-5 metri di altezza nello Ionio.

Quando finirà l’ondata di maltempo estremo?

Nel corso del weekend il ciclone diverrà via via più debole – ci anticipa Galbiati -, e a partire da sabato osserveremo una prima attenuazione del maltempo.
Attenzione però: anche sabato precipitazioni moderate potranno insistere specialmente sul nord della Sicilia e della Calabria. La situazione meteo dovrebbe migliorare in modo più deciso tra la fine della giornata e domenica.

C’entra la crisi climatica?

Come ci conferma il meteorologo Flavio Galbiati, fenomeni di questo tipo sono estremamente rari, ma negli ultimi anni si stanno rivelando sempre più frequenti: c’è lo zampino della crisi climatica.

In particolare, la causa della maggiore frequenza e intensità di fenomeni così estremi è legata alla temperatura delle acque superficiali del mare, rese sempre più elevate dal cambiamento climatico. Anche in questi giorni le temperature della superficie mostrano anomalie che superano anche il grado rispetto alla media climatica proprio nel settore centro-orientale del Mediterraneo.

I climatologi hanno già avvertito che il Mediterraneo è un “hot spot” del cambiamento climatico in atto, ovvero una delle aree più sensibili: anche la temperatura atmosferica sta facendo registrare anomalie superiori rispetto a quanto osserviamo in media a livello globale.

Per approfondire:

Svelati i meccanismi che rendono il Mediterraneo una zona critica dei cambiamenti climatici

 

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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