L'Occhio dell'Uragano Beryl dal satellite Copernicus Sentinel 2
Si è intensificato velocemente Beryl, il primo uragano a raggiungere categoria 4 nel mese di giugno nella storia. L’occhio dell’uragano Beryl si trova ora a nord delle coste di Guyana e Venezuela e si avvicina alle isole Sopravento. I venti soffiano ad una media di 195 chilometri orari. Beryl potrebbe essere l’uragano più intenso a transitare vicino alle Isole Sopravento di Grenada e Saint Vincent e Grenadine dall’uragano Ivan nel 2004.
Nonostante i territori attraversati non siano nuovi a questo tipo di fenomeni meteo, l’impatto sulle isole potrebbe essere catastrofico, e l’Hurricane Center della NOAA avverte la popolazione locale: “è una situazione molto pericolosa per i residenti in queste aree che dovrebbero ascoltare il governo locale e i funzionari di gestione delle emergenze per eventuali ordini di preparazione e/o evacuazione”. Sono infatti state diramate allerte su Barbados, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Grenada e Tobago. Il rischio più elevato riguarda Saint Vincent e Grenadine e Grenada.
I venti “forza uragano” si estendono verso l’esterno dell’occhio di Beryl fino a 45 km, mentre i “venti di tempesta” si estendono verso l’esterno fino a 185 km. Oltre ai venti intensi, infatti, gli uragani sono accompagnati ad mareggiate intense e da un’onda di tempesta (storm surge) capace di allagare vaste zone. La NOAA prevede onde di tempesta alte dai 1,8 metri fino a 2,7 metri vicino al punto in cui l’occhio toccherà terra durante il passaggio dell’uragano.
Arriverà anche tanta pioggia. Si prevede che l’uragano Beryl produrrà precipitazioni totali fino a 150 mm su Barbados e Isole Sopravento nella giornata di lunedì 1 luglio. Sono possibili massimi localizzati 250 mm, specialmente nel Grenadine. Questa pioggia può causare inondazioni improvvise nelle zone più vulnerabili.
Si prevede che Beryl rimanga un potente uragano mentre si sposterà sul Mar dei Caraibi questa settimana. Un avviso per tempesta tropicale è in vigore per porzioni della costa meridionale della Repubblica Dominicana
e Haiti. L’uragano potrebbe indebolirsi mercoledì 3, quando potrebbe raggiungere la Jamaica.
Beryl è il primo intenso uragano – definito “major” ovvero di categoria 3 o superiore – che si è verificato a giugno nell’Atlantico in 58 anni di storia. La rapida intensificazione della tempesta a meno di un mese dall’inizio della stagione degli uragani, che va dal 1 giugno al 30 novembre, è molto insolita in questo periodo dell’anno.
È raro infatti che cicloni tropicali si formino nell’Atlantico centrale a giugno, particolarmente se si tratta di tempeste forti: in pochi lo ha fatto, secondo i registri della NOAA. Al di là della sua intensità, Beryl è anche il terzo uragano più precoce dell’Oceano Atlantico. Il più precoce è stato l’uragano Alma l’8 giugno 1966, seguito dall’uragano Audrey, che ha raggiunto lo status di uragano “major” il 27 giugno 1957.
La tempesta ha anche stabilito il record per l’uragano più orientale formatosi nell’Atlantico tropicale a giugno, battendo il precedente record stabilito nel 1933.
L’Atlantico centro-orientale tradizionalmente diventa più attivo in agosto, in parte perché le temperature oceaniche hanno avuto il tempo di riscaldarsi e alimentare i sistemi in via di sviluppo.
Quest’anno la temperatura della superficie dell’oceano però, è più elevata del normale, e manca il wind shear (variazione del vettore vento o di una delle sue componenti in una data direzione) a causa del passaggio dalla stagione di El Niño a quella di La Niña. Entrambi i fattori favoriscono lo sviluppo di cicloni tropicali.
Una temperatura superficiale dell’acqua più alta del normale fornisce “benzina” ai sistemi perturbati in transito e accelera lo sviluppo di cicloni intensi sull’Atlantico. La superficie dell’Atlantico settentrionale è molto più calda del normale: nel settore meridionale, dove si formano i cicloni e tempeste tropicali, la temperatura è tra i 2 e i 3 gradi più elevata del normale. L’anomalia è addirittura maggiore nei settori più settentrionali, dove localmente si arriva anche a +4 gradi.
Da inizio marzo 2023 fino a metà giugno la temperatura dell’Atlantico settentrionale, così come quella degli oceani dell’intero Pianeta, è rimasta costantemente sopra ogni precedente record escluso un breve periodo tra fine marzo e inizio aprile. Mediamente a fine giugno la temperatura dovrebbe restare intorno ai 22,5 gradi, mentre in questo 2024 e nel 2023 è stata di 23,4 e 23,6 gradi.
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