Depressione padana
Conoscere la circolazione atmosferica sull'Italia. La rubrica a cura di Laura Bertolani e Giovanni Dipierro
Proseguiamo con la descrizione dei dodici Tipi di Circolazione atmosferica (TC) classificati sull’Europa Centro-meridionale da una SOM (Self Organizing Maps), o Mappa di Kohonen, una tipologia di rete neurale artificiale ad apprendimento non supervisionato.
Analizziamo il terzo TC della lista creata da SOM: lo abbiamo chiamato “Depressione Padana”. In un anno, è presente mediamente nel 9,5% dei giorni (vedi istogramma). Si tratta del TC più frequente durante l’estate e corrisponde al transito sull’Europa centrale di perturbazioni in arrivo dal Medio Atlantico che, lambendo il settore alpino, interrompono temporaneamente la calura e il tempo stabile associati ai TC anticiclonici, scatenando fenomeni temporaleschi anche molto violenti soprattutto al Nord, in particolare sul settore orientale, dove a volte si sviluppano anche trombe d’aria.
TC3 – Depressione Padana sta diventando sempre meno frequente proprio nella “sua” stagione, durante la quale stanno invece aumentando i TC anticiclonici, soprattutto TC6 – Anticiclone delle Azzorre e TC11 – Anticiclone Nordafricano. Tende invece a divenire sempre più frequente nella stagione autunnale (vedi grafico delle tendenze stagionali).
Analizziamo ora le caratteristiche termo dinamiche di questo tipo di circolazione.
Circolazione al livello del mare: pressione s.l.m.
La distribuzione della pressione al livello del mare vede la presenza di un’area di bassa pressione che dal suo minimo principale mediamente centrato tra la Germania orientale e la Polonia si allunga verso sud in direzione dei Balcani e dell’Italia con presenza di un minimo secondario sotto vento alle Alpi tra la Val Padana e l’alto Adriatico. Tale configurazione è coerente al passaggio di una perturbazione atlantica che si muove da ovest verso est sull’Europa centrale insieme alla corrispondente depressione mobile; sull’Italia e i Balcani transita la coda meridionale più o meno attiva della perturbazione. Alle spalle di questo fronte la pressione torna a salire con un promontorio che dal suo massimo centrato sul Golfo di Biscaglia si allunga fino alla Svizzera e alla Germania meridionale. Tra le due figure bariche si nota un gradiente di pressione (variazione orizzontale della pressione) più marcato all’altezza delle Alpi occidentali.
Circolazione in quota: geopotenziale a 700 hPa (circa 3000 metri s.l.m.) e 500 hPa (circa 5500 metri s.l.m.)
Nelle configurazioni del geopotenziale a 700 e 500 hPa si individua la saccatura di bassa pressione collegata alla suddetta perturbazione atlantica con asse di direttrice nord-sud e con minimo posizionato mediamente intorno al Mare del Nord. L’asse attraversa l’Italia in coincidenza delle regioni nord-occidentali e della Sardegna. Le correnti ad andamento ciclonico a cavallo dell’asse hanno una componente prevalentemente occidentale e favoriscono quindi afflussi di masse d’aria provenienti dal medio Atlantico. L’interazione delle correnti da ovest con le Alpi occidentali si può tradurre in episodi di venti di Foehn in discesa verso la pianura piemontese dopo il passaggio del fronte perturbato. Sulla 700 hPa si nota proprio all’altezza delle Alpi piemontesi il cosiddetto “naso del Foehn”.
Temperatura a 850 hPa (circa 1500 metri s.l.m.)
La direttrice occidentale delle correnti in quota favorisce afflussi di aria con caratteristiche termiche tipiche del medio Atlantico e non determina marcati affondi di aria fredda verso latitudini più basse o viceversa. Le isoterme nella distribuzione della temperatura a 850 hPa mostrano infatti un andamento pressoché orizzontale, specie nell’area mediterranea. Leggermente più a nord, all’altezza delle regioni settentrionali questo andamento viene deformato dall’azione di sbarramento della barriera alpina e dall’effetto favonico dei venti di caduta all’altezza del Piemonte. L’aria più fredda nel nordovest dell’area in esame non è altro che il nucleo freddo che occupa il cuore dei cicloni dinamici e segue il fronte freddo della perturbazione.
Umidità specifica a 700 hPa (circa 3000 metri s.l.m.)
La distribuzione dell’umidità specifica a 700 hPa, un indicatore approssimato della collocazione dei sistemi nuvolosi più importanti, ci mostra l’area più umida estesa tra i Paesi alpini, la penisola italiana e quella balcanica dove stanno transitando gli ammassi nuvolosi della perturbazione. L’umidità diminuisce verso ovest dove la perturbazione è già transitata ed è in atto un miglioramento del tempo con le schiarite più decise e diffuse sulla Francia, quindi a ridosso del massimo dell’alta pressione.
Distribuzione delle precipitazioni sull’Italia
In coincidenza di questo tipo di circolazione, possibili fasi di maltempo con precipitazioni possono riguardare:
- Principalmente il settore alpino, l’alta Val Padana e Il Triveneto con precipitazioni anche intense dalla primavera all’autunno e con episodi anche violenti di origine convettiva nella stagione estiva (casi di trombe d’aria nel Nordest).
- Emilia Romagna e regioni centrali: principalmente nel periodo autunnale. In primavera ed estate episodi di instabilità convettiva per lo più concentrati nelle zone interne. In inverno fenomeni concentrati su Toscana e zone appenniniche.
- In forma più episodica l’Appennino meridionale (autunno-inverno), il basso Tirreno (principalmente in autunno), il resto del Sud e la Sardegna (autunno).
Le figure che seguono mostrano la distribuzione delle precipitazioni dall’estate 2017 alla primavera 2018 (dati CPC Unified Gauge-based Analysis of Global Daily Precipitation) e l’immagine del satellite Meteosat di una giornata con TC3 – Depressione Padana (3 agosto 2020).