Corrente del Golfo, gli effetti su clima e meteo potrebbero essere più rilevanti del previsto
Un colorante fluorescente ha permesso di tracciare il movimento delle acque nella Corrente del Golfo, fornendo prove dirette di come anche turbolenze apparentemente insignificanti possano avere effetti importanti su clima, meteo e pesca
Per la prima volta, una ricerca ha fornito la prova diretta dei meccanismi attraverso cui la Corrente del Golfo agisce come un “frullatore”, miscelando rapidamente le acque che si muovono al suo interno. Si tratta di un passo avanti importante, perché il movimento delle acque trasportate dalla Corrente del Golfo ha effetti molto rilevanti sul clima, le condizioni meteo e la pesca lungo le coste orientali dell’America e quelle occidentali dell’Europa.
La Corrente del Golfo si sta indebolendo: era già successo, e aveva provocato il caos climatico |
Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori guidati dall’Università del Maryland e i risultati sono stati pubblicati il 6 luglio sulla rivista della Pnas, l’Accademia americana delle scienze, in un articolo intitolato Enhanced mixing across the gyre boundary at the Gulf Stream front.
A bordo di due navi oceanografiche, gli scienziati hanno liberato nell’acqua un galleggiante dotato di segnale acustico e hanno rilasciato un colorante fluorescente lungo il fronte settentrionale della Corrente del Golfo. Nei giorni successivi è stato così possibile seguire il percorso della corrente, raccogliendo dei campioni per monitorare la concentrazione del colorante e alcune caratteristiche dell’acqua, come la quantità di sale contenuta o la sua temperature. I dati raccolti hanno permesso ai ricercatori di sviluppare simulazioni in grado di riprodurre il processo con cui il colorante si è disperso nell’oceano.
È emerso che, miscelando le acque dell’oceano Atlantico, la Corrente del Golfo dà origine a turbolenze su piccola scala, invisibili ai satelliti, che tuttavia possono avere importanti conseguenze sul clima, le condizioni meteo e la pesca lungo le coste che si affacciano sulle zone dell’Atlantico attraversate dalla corrente. Il rimescolamento delle acque potrebbe anche un impatto sulla capacità dell’oceano di assorbire anidride carbonica nell’atmosfera, riducendo così l’effetto serra.
I risultati dello studio hanno infatti dimostrato che anche turbolenze molto piccole, di appena un chilometro, hanno esercitato un’influenza importante sul percorso del colorante rilasciato nell’Oceano, modificando in modo significativo anche le proprietà dell’acqua analizzata.
Jacob Wenegrat, assistente professore presso il Dipartimento di atmosfera dell’UMD e Oceanic Science e autore principale dello studio, ha spiegato che queste scoperte sono molto importanti perché «sottolineano il ruolo della variabilità su scale molto piccole, che attualmente sono difficili da osservare utilizzando metodi standard come le osservazioni satellitari». «La variabilità su questa scala – ha aggiunto – al momento non è presa in analisi dai modelli climatici globali, e non lo sarà nei prossimi decenni, quindi ci spinge a chiederci cosa ci sia sfuggito» finora.
Gettando una nuova luce sul ruolo della miscelazione su piccola scala, lo studio rivela infatti come il contributo della circolazione oceanica, finora poco riconosciuto, sia in realtà rilevante per la biologia e, probabilmente, per il clima.
Per fare nuovi progressi «dobbiamo trovare modi per quantificare questi processi», ha affermato Wenegrat; «dobbiamo essere in grado di comprendere il loro impatto sulla circolazione su larga scala e sulla biogeochimica (che comprende i processi chimici, fisici, geologici e biologici, ndr) dell’oceano».