Grandine, forti temporali, almeno 40 mila fulmini e un probabile tornado: cos’è successo al Nord
Una perturbazione ha raggiunto il Nord dopo una lunga fase eccezionalmente calda, trovando le condizioni perfette per lo sviluppo di fenomeni intensi
Dopo diversi giorni segnati da un caldo insolitamente intenso per la stagione, nella giornata di martedì buona parte del Nord Italia è stata coinvolta da una fase di maltempo segnata da temporali localmente violenti, accompagnati anche da grandine, e perfino da un probabile tornado.
Quando un fronte atlantico ha fatto il suo ingresso sul Nord Italia ha trovato una notevole quantità di energia (valori di cape anche superiori a 1500 j/kg e valori di shear 0-6km intorno a 20/25m/s), dovuta proprio al lungo periodo con temperature abbondantemente sopra la media del periodo.
Queste condizioni sono favorevoli alla formazione di temporali a supercella, che possono dar luogo a fenomeni localmente intensi, accompagnati da grandine e da forti raffiche di vento.
Il primo temporale della giornata si sviluppa intorno alle ore 15.30 poco a nord-est di Torino, sulle colline; spostandosi verso est/nord-est raggiunge la pianura e incomincia a delinearsi il mesociclone, sintomo della natura supercellulare del temporale. Viene prodotta grandine fino a 3 cm di diametro e forti raffiche di outflow, che a causa del terreno secco alzano polvere fino a decine di metri di altezza.
Aggiornamento del 28 maggio – Grazie alla segnalazione di alcuni cacciatori di temporali stranieri, siamo stati informati di un probabile tornado prodotto dalla prima supercella del Piemonte. Giorni dopo siamo così andati sul luogo e abbiamo trovato danni localizzati compatibili con un tornado F1 ad Asigliano Vercellese (VC). Nelle foto (sotto) si vede come gli alberi spezzati siano caduti in direzioni opposte. La zona dei danni è proprio quella in cui ci è stato segnalato il tornado. Video: https://www.youtube.com/watch?v=I1QJah2Wd98
Nel frattempo davanti a questa supercella, si forma un altro temporale che causa un intenso downburst nella zona ovest di Milano; questo temporale comincia a muoversi verso levante linearizzandosi, e formando una possibile supercella nel margine sud della coda della cella temporalesca.
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Intorno alle 18 si innalzano altri cumulonembi sulla pedemontana piemontese (sintomo dell’elevata energia in gioco) che si intensificano nei settori settentrionali di Torino. Si delinea quindi una seconda supercella che va a colpire più o meno le stesse zone della supercella di poche ore prima, con altra grandine tra Chivasso e Vercelli.
Altri temporali meno intensi colpiscono il cuneese, con grandine di piccola dimensione.
Intanto un linea di temporali raggiunge il Lago di Garda, passa a nord di Verona e si intensifica tra vicentino e trevigiano, dove avvengono i fenomeni più rilevanti.
Qui si organizza un bow echo (“eco ad arco” visibile al radar nel caso in cui una fronte temporalesco assuma forma arcuata) che porta forti raffiche di vento lineari, associate a grandine abbondante di media taglia.
Numerosi i danni a coltivazioni, letteralmente azzerate, alle auto e agli alberi, diversi dei quali sono caduti.
Infine il vasto ammasso temporalesco si esaurisce sul basso Friuli, dove avvengono altre importanti grandinate e downburst.
In totale sono almeno 40 mila le fulminazioni dell’intera giornata registrate al settentrione, a nord del Po.
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