In Europa edifici a rischio a causa dei cambiamenti climatici
Entro il 2070 l'aumento termico potrebbe determinare la corrosione delle strutture in acciaio. Due studi recenti esaminano il problema
La crisi climatica non risparmia nemmeno le abitazioni e le costruzioni. Entro una cinquantina d’anni le nostre case, i nostri uffici e le nostre aziende saranno a rischio di corrosione e stress strutturale. Il tutto, a causa delle modifiche che, già ora, sta subendo il clima. In Europa, dunque, edifici a rischio a causa dei cambiamenti climatici. Cambiamenti climatici che, d’altra parte, sono all’origine di innumerevoli problemi ed eventi catastrofici, come le alluvioni. Per quanto riguarda le costruzioni, in particolare, l’aumento delle temperature determinerà un’accelerazione del processo di corrosione delle strutture. Gli edifici saranno così sottoposti a livelli di stress di gran lunga maggiore rispetto a quelli attuali. Che fare, dunque, in questa situazione? “Rivedere gli Eurocodici”. A dirlo è la Fondazione Cmcc (Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici). Alcuni componenti di questa Fondazione fanno parte del gruppo di ricercatori, coordinato dall’istituto del Joint Research Centre (Jrc), che ha promosso proprio due importanti studi in merito.
In Europa edifici a rischio a causa dei cambiamenti climatici. Due studi recenti esaminano il problema
Le due ricerche sottolineano come la minaccia diretta agli edifici europei a causa della crisi climatica può essere arginata soltanto attraverso una approfondita e dettagliata revisione degli standard europei sulla progettazione degli edifici. Parliamo proprio degli Eurocodici. In particolare, gli studi in questione esaminano il rapporto che c’è tra materiale e modalità con cui gli edifici sono stati costruiti e l’influenza che una variazione termica ha sugli stessi materiali. Il primo studio punta l’attenzione sulla definizione delle azioni termiche sulle strutture (“Thermal design of structures and the changing climate”). Il secondo studio definisce la corrosione delle strutture stesse in un mondo sottoposto a inesorabili e continui cambiamenti climatici (“Expected implications of climate change on the corrosion of structures“).
Entro il 2070 l’aumento termico potrebbe determinare la corrosione delle strutture in acciaio. L’unica soluzione sarà rivedere gli Eurocodici
Lo scenario peggiore viene affrontato nella prima ricerca. Qui, in particolare, si studia il caso dell’Italia. Proprio perché nel nostro Paese è atteso un significativo aumento della temperatura media a livello nazionale entro il 2070. Addirittura, in alcune regioni potremo avere fino a 5-6 gradi in più rispetto ad oggi. “In montagna potremo anche registrare 8 gradi in più”, afferma Guido Rianna, ricercatore Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), uno degli autori dello studio. “L’incremento della temperatura massima attesa potrebbe provocare dilatazioni termiche a cui sono soggetti i manufatti lineari come ponti e viadotti”. Il secondo studio esamina, invece, il quadro europeo. A livello continentale, entro il 2070 si prevede un notevole incremento sia della temperatura (dai 3 ai 5 gradi) che dell’umidità relativa (incremento, questo, meno rilevante rispetto a quello termico). Tutto ciò porterà, secondo gli studiosi, alla corrosione dell’anima in acciaio delle strutture degli edifici. Oppure, anche al deterioramento delle barre d’acciaio contenute nel cemento armato. Si perderebbe così resistenza, a discapito della sicurezza degli edifici. La speranza, naturalmente, è che le istituzioni abbiano la lungimiranza di adottare politiche idonee al contenimento del surriscaldamento globale. Ne va non “soltanto” della salute dell’ambiente, ma anche della nostra stessa vita.