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La siccità mette in crisi anche il mondo dello sci. 142 sciatori professionisti hanno chiesto alla Federazione di agire

Sulle Alpi manca le neve. Gli atleti hanno firmato una lettera rivolta alla Federazione internazionale di sci e snowboard per puntare sulla sostenibilità

Siccità è un termine che purtroppo stiamo sentendo troppo spesso in questo periodo: i laghi e i fiumi soprattutto nelle regioni settentrionali sono in forte sofferenza, quasi in secca come la scorsa estate, mentre in montagna la neve accumulata è scarsa. Secondo i dati forniti da Legambiente è preoccupante la carenza di neve con il 53% in meno sulle Alpi, mentre il bacino del Po fa registrare un deficit del 61% (fonte Cima Research Foundation). Legambiente ricorda che secondo l’OMS l’Italia è nel complesso un Paese a stress idrico medio-alto: con oltre 33 miliardi di m³ di acqua prelevata per tutti gli usi ogni anno, utilizza il 30-35% delle sue risorse idriche rinnovabili, con un incremento del 6% ogni 10 anni. Una tendenza che unita a urbanizzazione, inquinamento ed effetti dei cambiamenti climatici, come le sempre più frequenti e persistenti siccità, mette a dura prova l’approvvigionamento idrico della Penisola. Secondo i dati diffusi dal Gruppo Intergovernativo degli Esperti sul Cambiamento Climatico, all’aumento di un grado della temperatura terrestre corrisponde una riduzione del 20% della disponibilità delle risorse idriche.

Foto di andreas160578 da Pixabay

Di fronte a questa situazione drammatica, 142 sciatori professionisti di varie discipline hanno firmato una lettera rivolta alla Federazione internazionale di sci e snowboard, chiedendo un’azione urgente per l’emergenza climatica. La lettera è stata scritta dal discesista austriaco Julian Schütter, ambasciatore del gruppo per la campagna sul clima Protect Our Winters. Questa associazione è stata fondata nel 2007 da Jeremy Jones, snowboarder professionista; sempre più resort su cui aveva sempre fatto affidamento erano chiusi per mancanza di neve e lui ha sentito il bisogno di agire non trovando alcuna organizzazione focalizzata sulla mobilitazione della comunità degli sport sulla neve sul clima. Protect Our Winters ha rapidamente attirato altri atleti professionisti interessati, individui, resort, partner di marchi e appassionati di attività all’aria aperta, diventando una grande realtà che vanta oltre 13000 sostenitori da tutto il mondo.

Protect Our Winters

Il documento datato 12 febbraio, è stato simbolicamente consegnato alla Federazione internazionale di sci e snowboard a Courchevel, in Francia, poche ore dopo la discesa libera maschile dei Mondiali dominata da Marco Odermatt. “Sempre più gare vengono cancellate per mancanza di neve con l’aumento delle temperature presto non sarà più possibile produrre neve artificiale in molte delle sedi abituali della Coppa del Mondo” hanno dichiarato gli sciatori. Gli atleti hanno chiesto alla Federazione di rivedere la sua strategia di sostenibilità e hanno chiesto un programma “geograficamente più ragionevole” per ridurre le emissioni di carbonio; spesso le gare inseguendo la neve, portano a spostarsi dall’altra parte del mondo. Solo quest’anno il circuito maschile avrà viaggiato andata e ritorno dall’Europa al Nord America due volte.

Foto di Andreas da Pixabay

La lettera avverte che lo sci è uno sport in pericolo e viene chiesto di cambiare la stagione sciistica. Per tenere il passo con i cambiamenti climatici, viene suggerito di spostarne l’inizio da fine ottobre a fine novembre e la fine da metà marzo a fine aprile. “Le stagioni sono cambiate e nell’interesse di tutti noi dobbiamo adattarci a queste nuove circostanze. Stiamo già sperimentando gli effetti dei cambiamenti climatici nella nostra vita quotidiana e nella nostra professione. Abbiamo bisogno di un’azione organizzata progressiva. Siamo consapevoli degli attuali sforzi di sostenibilità della Federazione ma li consideriamo insufficienti. Vogliamo davvero spingere il nostro organismo organizzativo ad essere leader in questa lotta,  attualmente non crediamo sia così. Desideriamo si inizi a guardare in profondità ciò che stiamo facendo e come possiamo farlo meglio”.

Foto di Andreas da Pixabay

Lo sciatore alpino norvegese Aleksander Aamodt Kilde ha dichiarato all’Associated Press: “Vediamo che il mondo sta cambiando e l’impatto sul nostro sport. Voglio che le generazioni future vivano l’inverno e siano in grado di fare quello che faccio io”. Il discesista americano e ambasciatore di Protect Our Winters Travis Ganong ha aggiunto: “La semplice verità è che non puoi sciare senza neve e ogni anno ci si avvicina sempre di più“. Tra le 142 firme sulla lettera compaiono anche i nomi di Mikaela Shiffrin, Federica Brignone, Marta Bassino, Mattia Casse e Alex Vinatzer.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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