Acqua - Water Observatory

Si scaldano i Mari d’Europa: in 20 anni il Mediterraneo è diventato mezzo grado più caldo

Tutti i mari europei sono diventati più caldi, specialmente a partire dalla fine degli anni ’70. Lo rivela l’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente di aggiornamento su uno degli indicatori utili per delineare le politiche ambientali e climatiche.

Il riscaldamento superficiale dei mari è uno dei tanti impatti della crisi climatica in atto. Questo processo ha conseguenze dirette sullo stato di salute degli ecosistemi influenzandone gli equilibri, forzando un cambiamento del metabolismo, della distribuzione e della fenologia della flora e della fauna. E non finisce qui. Acqua e atmosfera sono strettamente correlati: dalla loro interazione dipendono infatti le condizioni meteo-climatiche non solo a livello regionale, ma anche su scala globale.

Mari d’Europa sempre più caldi

Tra il 1981 e il 2018 la temperatura superficiale dei 5 mari d’Europa è aumentata di 0,2-0,5 gradi ogni 10 anni: prendendo i valori agli estremi, la temperatura del Nord Atlantico è aumentata di 0,2°C ogni decennio, mentre quella del Mar Nero di 0,5°C ogni decennio.

Grafico del riscaldamento dei mari europei. Fonte EEA, Met Office Hadley Centre observations datasets

Tra il 2000 e il 2019 il Mar Nero si è infatti scaldato di circa 1 grado, il Mediterraneo e il Baltico di oltre 0,5 gradi, il Mare del Nord di circa 0,4 gradi e il Nord Atlantico di quasi 0,3 gradi.

Mare più caldo, quali conseguenze?

Sembra poco, ma non è così: uno o mezzo grado di differenza possono bastare per alterare gli ecosistemi, con un rischio di perdita di risorse ittiche e quindi di stabilità economica delle popolazioni che dipendono dal mare.

Nell’ultimo secolo insieme ad un aumento costante della temperatura, si sono verificate ondate di calore marine sempre più intense e frequenti sia a livello globale che su scala europea. Ondate di caldo marine hanno impatti ecologici notevoli: con temperature più elevate, ad esempio, fioriscono alghe pericolose per l’uomo.

Inoltre, con temperature marine più alte, le ondate di caldo a livello dell’atmosfera tendono a diventare più intense e le perturbazioni più violente. Avere mari più caldi significa infatti un maggiore presenza di umidità nell’aria, fattore che influenza fortemente le condizioni atmosferiche. Le perturbazioni in transito sopra acque più calde vengono infatti alimentate dall’umidità presente nell’atmosfera e per questo diventano più intense. Lo possiamo vedere più chiaramente spostandoci oltreoceano: gli uragani o tempeste che transitano sopra acque più calde diventano molto più intensi molto più velocemente, con un impatto ancora più devastante una volta raggiunta la terraferma.

Leggi anche:

Giugno 2021 tra caldo anomalo e siccità: al Nord-Est è stato il più secco in assoluto

Diminuiscono le scorte di acqua dolce dei ghiacciai dell’Asia

Anche New York minacciata dall’innalzamento del mare: il progetto per proteggere Manhattan

Silvia Turci

Ho conseguito una laurea specialistica in Comunicazione per l’Impresa, i media e le organizzazioni complesse all’Università Cattolica di Milano. Il mio percorso accademico si basa però sullo studio approfondito delle lingue straniere, nello specifico del francese, inglese e russo, culminato con una laurea triennale in Esperto linguistico d’Impresa. Sono arrivata a Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995) nel 2014 e da allora sono entrata in contatto con la meteorologia e le scienze del clima: una continua scoperta che mi ha fatto appassionare ogni giorno di più al mio lavoro.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio