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Quanta plastica è presente nell’Oceano Atlantico? I dati che arrivano da uno studio del National Oceanography Center

Nei primi 200 metri di profondità si contano da 12 a 21 milioni di tonnellate di microplastiche

Uno studio condotto da ricercatori della National Oceanography Center, il centro di eccellenza del Regno Unito per le scienze oceanografiche, ha evidenziato la presenza nell’Oceano Atlantico di milioni di tonnellate di microplastiche nei primi 200 metri di profondità. Il range andrebbe da 12 a 21 milioni di tonnellate, un dato allarmante perché si tratterebbe di 10 volte la quantità ipotizzata dagli studiosi. La ricerca pubblicata su Nature Communications è stata svolta misurando la quantità di particelle di plastica invisibili ritrovata in campioni di acqua prelevati in 12 siti, lungo un’area oceanica che si estende per 10000 chilometri da nord a sud. “Per determinare i pericoli della contaminazione da plastica per l’ambiente e per gli esseri umani, abbiamo bisogno di buone stime della quantità e delle caratteristiche di questo materiale, di come entra nell’oceano, di come si degrada e quindi di quanto sia tossico a queste concentrazioni. La ricerca dimostra che finora gli scienziati hanno avuto una comprensione del tutto inadeguata anche del più semplice di questi fattori, cioè della quantità di plastica negli oceani” queste le parole di Richard Lampitt, coordinatore del gruppo.

Foto di Sergei Tokmakov, Esq. da Pixabay

La ricerca in particolare si è focalizzata sulla quantità di materie plastiche più comuni che costituiscono oltre la metà dei rifiuti di plastica globali: le particelle di polietilene, polipropilene e polistirene. In ogni sito sono stati raccolti campioni da 3 diverse profondità: 10 metri, 30 metri e a 100 metri. Sono state rivelate fino a 7.000 particelle di questi 3 tipi di polimeri di dimensioni comprese fra 32 e 651 milionesimi di metro per m³ di acqua. Un altro studio appena presentato all’American Chemical Society sulle tracce degli inquinanti individuati nel corpo umano, pone l’attenzione sul fatto che sempre più plastica viene ingerita dagli organismi marini risalendo così la catena alimentare fino ad arrivare nei nostri piatti. La presenza di frammenti di plastica negli oceani è un problema noto da tempo ma in crescita esponenziale e sulla base delle tendenze di generazione dei rifiuti di plastica dal 1950 a oggi, gli autori calcolano che la quantità di plastica finita nelle acque e nei sedimenti dell’Atlantico sia compresa tra 17 e 47 milioni di tonnellate.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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