PoliticheRipartenza ecologicaVivere Green

Se il Covid-19 ridisegna le città: dopo lockdown e distanziamento il mondo cerca il “quartiere dei 15 minuti”

Il Covid-19 ha rivoluzionato ritmi, abitudini ed esigenze: con loro cambiano anche le nostre città

Se l’evoluzione delle città verso un ambiente più “a misura d’uomo” si poteva in molti casi osservare già negli ultimi anni, il dramma del Covid-19 ha sicuramente dato una spinta decisa e irreversibile a questa tendenza.

Una tendenza che si concretizza in una vasta gamma di cambiamenti, che per esempio vanno dagli smart district ai servizi di sharing, sempre più diffusi e vari nelle nostre città, ma uno degli aspetti su cui il Covid-19 ha influito maggiormente è l’idea del “quartiere dei 15 minuti”, divenuto un’esigenza profondamente sentita in tempi di lockdown e distanziamenti.

Un quartiere dei 15 minuti è una zona che offre ai propri residenti la possibilità di raggiungere tutto ciò che serve con una camminata di un quarto d’ora al massimo, offrendo un valore completamente nuovo al concetto stesso di quartiere e soprattutto agli spazi di prossimità.

La proposta della “città dei 15 minuti” arriva da Oltralpe, e in particolare dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo che già prima della pandemia aveva addirittura nominato un’assessora alla Città del Quarto d’Ora per ricreare un tessuto sociale ed economico basato proprio su questo nuovo concetto.

Quando il Covid-19 ha riconfigurato le nostre abitudini e i nostri bisogni la tendenza a concentrarci nei centri della città ha subìto un’inversione di marcia brusca e, sembrerebbe, definitiva: tutto il mondo sta ripensando gli spazi urbani con priorità diverse dal punto di vista sociale, ma anche ambientale.

Copenaghen ha visto nascere un nuovo quartiere soprannominato Five minutes to everything, dall’altra parte del globo l’amministrazione di Melbourne si è impegnata a garantire ai cittadini la possibilità di soddisfare la maggior parte delle proprie necessità con una camminata di venti minuti.

Il modello di città è in discussione anche nel Belpaese. Con l’idea che l’assessora all’Urbanistica Simonetta Cenci ha rinominato “la città dei 2 km“, a Genova si sta lavorando a una riqualificazione basata proprio sul valore aggiunto della prossimità.

La proposta della “città dei 15 minuti” è stata fatta propria anche da Palazzo Marino, che nel documento Milano 2020 – in cui si traccia il percorso di adattamento post Covid-19 – fa esplicito riferimento a questo concetto inserendolo tra quelli alla base della strategia. Tra le altre cose dovranno evolvere spazi urbani e servizi, scrive il comune di Milano, che intende garantire «servizi essenziali di prossimità nel raggio di 15 minuti a piedi per ridurre gli spostamenti, cogliendo il momento di discontinuità rappresentato dall’emergenza sanitaria per ripensare le modalità organizzative dei servizi e rompere prassi e schemi consolidati».

Oggi Milano cambia ritmo, sottolinea il Comune, e il Covid-19 ci mette di fronte alla necessità di una (rio)organizzazione dei tempi della città.

E’ necessario ridefinire l’uso delle strade e degli spazi pubblici, aumentare gli spostamenti di superficie non inquinanti (piedi, bici, mobilità leggera) e sviluppare aree che consentiranno sviluppi commerciali, ricreativi, culturali, sportivi, rispettando i rispettivi distanziamenti fisici (ma non sociali!), che saranno previsti.
E’ importante riscoprire la dimensione di quartiere (la città raggiungibile a 15 minuti a piedi), accertandosi che ogni cittadino abbia accesso a pressoché tutti i servizi entro quella distanza.
Bisogna prestare attenzione alla solitudine delle persone anziane, coloro che sono più a rischio per la malattia, e la città deve riconoscere la centralità dei bambini e degli adolescenti, che, forse più di altri, hanno sofferto le limitazioni domestiche. Così come è necessario evitare che la nuova fase consegni alle sole donne, dentro le famiglie, l’attività di cura dei più piccoli in mancanza del supporto scolastico, impedendone il ritorno al lavoro.

Comune di Milano, Milano 2020. Strategia di adattamento

 

Lockdown e inquinamento: in Lombardia il miglioramento è stato solo effimero

ForestaMi: il progetto di forestazione per una città sostenibile

Antropocene, l’era geologica dell’uomo nata già 7000 anni fa? Un’ipotesi che fa discutere

Valeria Capettini

Iscritta all'ordine dei Giornalisti, faccio parte della squadra di Meteo Expert dal 2016: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio