La guerra dell’acqua: le risorse idriche sempre più al centro dei conflitti
Un nuovo rapporto segnala l'aumento degli scontri in tutto il Pianeta legati all'acqua
Nei giorni scorsi è stato pubblicato uno studio che enumera gli episodi accaduti nel corso della storia in cui l’accesso all’acqua ha innescato conflitti e disordini e o è diventato esso stesso un’arma di guerra. Il database è stato creato dal gruppo di ricerca denominato Pacific Institute con sede a Oakland. Il Water Conflict Chronology raccoglie i principali atti violenti legati all’acqua su più scale, dalle controversie locali ai conflitti internazionali.
Gli studiosi stanno anche tentando di prevedere dove potrebbero sorgere futuri conflitti legati all’acqua.
La guerra in atto in Ucraina a seguito dell’invasione russa ha registrato un inquietante episodio proprio legato a questioni idriche.
All’inizio del conflitto tra le prime azioni criminali dell’esercito russo c’è stata la distruzione di una diga in Ucraina che bloccava l’acqua da un canale di epoca sovietica che sfocia in Crimea, la penisola che la Russia ha strappato al suo vicino nel 2014. Gli ucraini avevano eretto la diga come rappresaglia per la perdita di quel territorio avvenuta quasi otto anni fa. La distruzione della diga attraverso il canale della Crimea settentrionale è la voce più recente nella cronologia dei conflitti idrici, un compendio di atti violenti legati all’acqua nel corso di 4.500 anni di storia.
Il New York Times ricorda anche il tremendo conflitto in Siria, quando nel 2016 gli abitanti di Aleppo assediati dalle forze governative sono stati privati dell’acqua corrente. Nel 2017 i residenti della capitale, Damasco, sono rimasti senza acqua mentre entrambe le parti si accusavano a vicenda di aver danneggiato le infrastrutture idriche. Nel 2018 scontri tra gruppi rivali hanno distrutto i serbatoi d’acqua di un ospedale vicino alla città di Hodeidah, nello Yemen. Nel 2019 Al Shabab, un gruppo estremista, ha fatto saltare in aria un serbatoio d’acqua in Somalia. Danni a pozzi, canali, condutture idriche e opere di trattamento si sono verificati frequentemente insieme a conflitti politici nell’ultimo decennio a Gaza, Iraq, Siria e Yemen.
Unless strategies for moving from water conflict to water cooperation are pursued and implemented, violence associated with freshwater seems likely to continue to increase. That’s not the path we want to be on.
Water Conflicts Continue to Worsen https://t.co/qa81MhWIn9
— Peter Gleick ?? (@PeterGleick) March 21, 2022
A volte le risorse idriche diventano ciò che il rapporto definisce una “vittima” del conflitto. Peter Gleick, presidente emerito e ricercatore presso il Pacific Institute, ha contribuito a compilare questa cronologia e ha affermato che stiamo assistendo ad un aumento della violenza legata all’acqua. La siccità nelle regioni agricole ha messo sotto pressione gli agricoltori, i cui mezzi di sussistenza dipendono dall’acqua per i loro raccolti. Nel frattempo, l’assenza dei servizi di base può aggravare le tensioni esistenti.
Tra gli strumenti più importanti per ridurre i conflitti c’è anche l’accelerazione degli sforzi per soddisfare il diritto all’acqua, dichiarato dalle Nazioni Unite nel 2010, e per fornire fonti idriche sicure e servizi igienici di base per tutti, un obiettivo degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per il 2030 Il mancato soddisfacimento dei bisogni umani fondamentali per l’acqua contribuisce alle tensioni sull’accesso all’acqua, soprattutto durante la siccità e gli eventi estremi.
La minaccia del cambiamento climatico causato dall’uomo sta già peggiorando le condizioni dell’acqua in tutto il mondo, aggravando la siccità, aumentando le inondazioni e interrompendo le infrastrutture idriche. Una strategia chiave per ridurre il rischio di conflitti per l’acqua in tutto il mondo deve includere anche gli sforzi per rallentare ed eventualmente fermare il cambiamento climatico e per ridurre la gravità e la portata degli impatti ormai inevitabili sull’acqua.