Il fumo nuoce anche all’acqua: l’impatto dei consumi e dell’inquinamento
Dalle acque sotterranee contaminate ai rifiuti che inquinano i nostri mari, il fumo ha effetti molto gravi sull'acqua del nostro Pianeta
Il fumo ha effetti molto gravi sull’ambiente oltre che, naturalmente, sulla salute dell’uomo. In occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, analizziamo più da vicino l’impatto che questa industria ha sulla terra, sull’aria e sull’acqua.
Come succede per la terra e per l’aria, anche l’acqua risente degli effetti del fumo fin dalle prime fasi della produzione del tabacco. Come rilevato da un rapporto della European Food Safety Authority, la sua coltivazione necessita dell’uso di sostanze chimiche che possono contaminare le acque sotterranee. La produzione e la lavorazione del tabacco richiedono anche grandissimi quantitativi di acqua: come sottolinea l’OMS «la produzione di una tonnellata di tabacco richiede mediamente oltre 3.700 metri cubi di acqua». Si tratta di un dato significativo, soprattutto se si tiene conto del fatto che il 97,5% dell’acqua che ricopre il Pianeta (1.390 milioni di km cubi in tutto) è salata, che quella dolce è solo il 2,5 per cento del totale e che, di questa percentuale, l’acqua disponibile per le attività umane è appena lo 0,5%. Attualmente una fetta importante della popolazione mondiale vive già situazioni critiche: secondo il World Resources Institute, una persona su quattro vive in condizioni di stress idrico e, come ha denunciato la stessa OMS insieme all’Unicef, nel mondo una persona su tre non ha accesso all’acqua potabile sicura. Come ha sottolineato l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le fonti d’acqua stanno subendo l’impatto devastante dei cambiamenti climatici, che le distruggono, le asciugano e le contaminano: si stima che entro i prossimi vent’anni 600 milioni di bambini vivranno in aree di stress idrico. Il meteorologo Lorenzo Danieli ha approfondito l’impatto del clima sulla siccità in questo articolo.
L’acqua viene contaminata gravemente anche dopo il consumo del tabacco. Succede per esempio con i mozziconi di sigaretta, che dopo essere stati gettati a terra solitamente vengono spazzati via con la pioggia, finendo nelle fognature e nei corsi d’acqua, fin verso le coste. Enorme la quantità di mozziconi che arriva negli oceani: negli ultimi 32 anni, i volontari di Ocean Conservancy hanno raccolto sui litorali del mondo oltre 60 milioni di mozziconi, pari a circa un terzo del totale di tutta la spazzatura recuperata. Secondo una ricerca, nel Mediterraneo i mozziconi costituiscono il 40% dei rifiuti, il quadruplo delle bottiglie di plastica.
Questo tipo di rifiuti contamina i corsi d’acqua danneggiando piante e animali, ma anche le persone che utilizzano l’acqua inquinata. I residui dei mozziconi possono inoltre essere ingeriti dai pesci, che li scambiano per cibo, e attraverso di loro anche gli esseri umani possono ingerire sostanze chimiche e microplastiche.
Come mette in luce un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso i prodotti di scarto del fumo – e perfino attraverso i rifiuti umani – sostanze come la nicotina e la cotinina entrano nelle discariche. La cosa preoccupante, scrive l’OMS, è che i prodotti chimici possono persistere anche nelle acque reflue trattate. La cotinina è stata rilevata nelle acque di recupero utilizzate per irrigare i campi negli Stati Uniti e nei campioni di suolo provenienti da tali campi. E queste sostanze possono addirittura finire nell’acqua potabile: dopo la trasformazione convenzionale in un impianto di trattamento, infatti, si stima che la nicotina venga eliminata solo al 79% e la cotinina al 94 per cento. «Questi composti – avverte l’OMS – possono inquinare i corsi d’acqua e potenzialmente contaminare l’acqua utilizzata per il consumo».