Grande Barriera Corallina: confermato il quarto evento globale di sbiancamento dei coralli
La NOAA conferma il quarto evento globale di sbiancamento dei coralli che potrebbe rivelarsi il peggiore mai registrato
La Grande Barriera Corallina sta vivendo il quarto evento globale di sbiancamento dei coralli: la notizia era già nell’aria, ora è arrivata la conferma del Coral Reef Watch della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). Questo è appunto il quarto evento globale mai registrato e il secondo negli ultimi 10 anni.
Secondo gli scienziati, la percentuale di aree della barriera corallina che soffrono di stress da calore a livello di sbiancamento sta aumentando di circa l’1% a settimana, per quello che potrebbe essere il peggiore sbiancamento di massa mai registrato a livello planetario.
Grande Barriera Corallina, gli scienziati della NOAA confermano: lo sbiancamento di massa in corso potrebbe rivelarsi il più esteso mai registrato
Secondo i dati del Coral Reef Watch, circa il 54% delle acque oceaniche contenenti barriere coralline hanno subito uno stress termico sufficientemente elevato da causare lo sbiancamento. Un evento di sbiancamento globale viene dichiarato quando almeno il 12% dei coralli in ciascuno dei principali bacini oceanici, dunque Pacifico, Atlantico e Indiano, sperimenta uno stress termico pari a livelli di sbiancamento entro un periodo di 12 mesi.
“Dal febbraio 2023 all’aprile 2024, è stato documentato un significativo sbiancamento dei coralli sia nell’emisfero settentrionale che in quello meridionale di ciascun principale bacino oceanico“, ha affermato Derek Manzello, direttore del Coral Reef Watch.
Dall’inizio del 2023, lo sbiancamento di massa delle barriere coralline è stato confermato in tutti i tropici, inclusa la Florida negli Stati Uniti, Caraibi, Brasile, Pacifico tropicale orientale (compresi Messico, El Salvador, Costa Rica, Panama e Colombia), La Grande Barriera Corallina australiana, vaste aree del Pacifico meridionale (tra cui Fiji, Vanuatu, Tuvalu, Kiribati, Samoa e Polinesia francese), il Mar Rosso (compreso il Golfo di Aqaba), il Golfo Persico e il Golfo di Aden. La NOAA ha ricevuto conferma di uno sbiancamento diffuso anche in altre parti del bacino dell’Oceano Indiano, tra cui Tanzania, Kenya, Mauritius, Seychelles, Tromelin, Mayotte e al largo della costa occidentale dell’Indonesia.
Le barriere coralline sono ricche di biodiversità e forniscono l’habitat a un quarto di tutte le specie marine
Le barriere coralline, inoltre, forniscono cibo e reddito turistico a milioni di persone e proteggono le coste, ma nello stesso tempo sono considerate uno degli ecosistemi più vulnerabili al riscaldamento globale. Uno sbiancamento grave e prolungato può uccidere i coralli, ma se le temperature scendono abbastanza rapidamente è probabile anche che riescano a riprendersi. La ricerca ha finora scoperto che i coralli precedentemente sbiancati hanno più difficoltà a riprodursi e possono essere più suscettibili alle malattie dopo lo sbiancamento.
“Poiché le barriere coralline sperimentano eventi di sbiancamento sempre più frequenti e gravi, il tempo che hanno a disposizione per riprendersi sta diventando sempre più breve. Gli attuali modelli climatici suggeriscono che ogni barriera corallina del pianeta Terra subirà un grave sbiancamento annuale tra il 2040 e il 2050”, afferma Manzello.
I dati di Coral Reef Watch mostrano che l’80% della barriera corallina è stata sottoposta a stress da calore a livello di sbiancamento nel 2024, la misura più alta mai registrata e superiore al precedente massimo del 60% osservato nel 2017.
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